DIFFIDE – CONTRO L’ARBITRARIETÀ DI QUESTURA E SOCIETÀ
Non abbiamo mai avuto paura di affermare che la società del Cosenza Calcio, con la complicità della questura e delle istituzioni locali, sta sputando in faccia alla città e all’intera provincia, perseguendo esclusivamente i propri interessi e sottraendosi ad ogni forma di confronto, con o senza netiquette.
La risposta ad una contestazione legittima e doverosa è una ripicca scomposta e disordinata, che senza alcuna prova o responsabilità individuali, pesca nel mucchio chiunque fosse presente all’esterno dello stadio in occasione della partita Cosenza-Cesena. A distanza di mesi, i procedimenti amministrativi si sono trasformati in decine di diffide, con molti obblighi di firma.
In nome di una presunta e assolutamente arbitraria valutazione di pericolosità sociale, la questura di Cosenza sta applicando quello che ormai è un modello per tutte le categorie che attraversano la città attivamente. Vorrebbero silenziare e umiliare il diritto di critica e la libertà di tutti distribuendo grandi quantità di misure preventive illegittime. In linea con il clima che si respira nel paese, accentuato dall’approvazione del decreto sicurezza e dalle politiche escludenti della FIGC, espressione del calcio moderno.
Che in questura ci fosse qualcuno che cerca di fare carriera con fantasiosi provvedimenti è cosa ormai nota a tutti. Come è evidente che il questore ha dimostrato complicità con l’agire vergognoso di Guarascio. La nostra contestazione è quindi espressione di un’indignazione diffusa che non può essere ignorata, ridotta a mero problema di ordine pubblico da chi si è dimostrato più volte incapace di gestirlo.
Eugenio Guarascio e la sua cricca sono gli unici socialmente pericolosi. Chi sta seminando repressione, con lo scopo di proteggerlo, raccoglierà rabbia perché questo attacco ci ha solo resi più orgogliosi. Chi ci vuole fuori dagli stadi ci troverà nelle piazze a difendere i nostri colori. La Curva Sud non si piega.
LIBERIAMO COSENZA!
LIBERTÀ PER GLI ULTRÀ!









