Cosenza, dirigente medico dell’Asp lavorava in 4 strutture sanitarie private: scattano denuncia e confisca di 100mila euro

Dirigente medico dell’Asp in pensione denunciato per truffa e falso ideologico. Operazione della Guardia di Finanza di Cosenza che ha riguardato un ex dipendente dell’Azienda sanitaria.

Si tratta di Giuseppe Lavitola, classe di ferro 1956, medico geriatra per diverso tempo direttore dell’UOC Tutela Anziani e Disabili. E successivamente direttore facente funzioni del Distretto Sanitario Cosenza-Savuto e Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Residenzialità e Semiresidenzialità. 

La sua posizione professionale sarebbe stata incompatibile rispetto alle prestazioni fornite da geriatra in quattro strutture socio-sanitarie private accreditate con il Sistema sanitario nazionale. Violato, dunque, il vincolo di “esclusività” che lo legava all’Azienda di appartenenza e che comportava anche l’erogazione in busta paga dell’apposita indennità.  La gravità del contesto è stata oltremodo accentuata proprio dal ruolo rivestito dall’indagato Giuseppe Lavitola, il quale nel “pubblico” aveva proprio il compito di vigilare sulle strutture presso cui lavorava “abusivamente”, operando in un’evidente condizione di conflitto d’interessi. Per mascherare questo rapporto di lavoro, sia i responsabili delle strutture sanitarie che il dirigente hanno, nel tempo, falsificato la documentazione utile al mantenimento dell’accreditamento, inducendo quindi in errore i vertici dell’Azienda Sanitaria e della Regione Calabria.

I molteplici reati contestati a Lavitola spaziano dalla truffa al falso ideologico per il dipendente pubblico che ha nel tempo attestato falsamente di non svolgere attività extraprofessionale e contestualmente ha percepito oltre 100mila euro a titolo di “indennità di esclusività”, legata proprio al vincolo di lavoro con l’ASP di Cosenza, cifra per la quale è stato richiesto dalla Procura un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente.

Le Fiamme Gialle, inoltre, hanno provveduto a segnalare i fatti riscontrati alla Regione Calabria e a notificare i verbali di contestazione amministrativa per violazione di quanto disposto dal “Testo Unico sul Pubblico Impiego” nei confronti delle 4 società che gestivano le strutture sanitarie in cui era stato indebitamente assunto il dirigente pubblico e ora rischiano di pagare una sanzione tra i 3mila ed i 60mila euro.