Cosenza, diritto alla salute: “All’ambulatorio Asp di via Popilia non è possibile prenotare visite: cosa devo fare?”

Al Commissario Straordinario dell’ASP di Cosenza Antonio Graziano

Al Direttore Sanitario dell’ASP di Cosenza

Al Direttore Amministrativo dell’ASP di Cosenza

Ogni tanto accade. Raramente ma avviene pure da noi. Anche se siamo tanto abituati alle vessazioni quotidiane dei disservizi delle pubbliche amministrazioni (nella sanità tanti, ma non solo), a volte capita di non farcela più. E di decidere di non fare come siamo costretti spesso, a ricorrere al compare, al parente, all’amico che ci permette (il più delle volte assolutamente con le migliori intenzioni, mosso solamente da pura stima e affetto) di esercitare quello che semplicemente è un diritto sacrosanto. E di decidere di non restare in silenzio ma di rendere pubblico quanto si subisce e di chiedere conto a chi ha la responsabilità di dirigere settori fondamentali della vita pubblica.

Mi reco questa mattina al Centro Prenotazioni presso l’Ambulatorio ASP di via Popilia, con altre decine di persone in un’unica stanzetta affollatissima per circa due ore di attesa. Situazione non dissimile da quella che si vive al CUP dell’Ospedale: luoghi in cui un insieme di sofferenze e malattie, spesso accompagnate da un’età media avanzata che accresce ulteriormente le difficoltà, avrebbe bisogno di ben altra attenzione e rispetto. A confronto di tanti mi sento un ragazzino in piena salute: oggi avrei dovuto “solo” prenotare una visita diabetologica di controllo a distanza di sei mesi dalla precedente. Trattasi di patologia particolare, per la quale è previsto un piano terapeutico (di cui vorrei chiedere anche una correzione) e dell’esenzione.

Sembrerebbe banale, ma… Arriva il mio turno e l’addetta allo sportello 5 mi comunica che non è possibile prenotare la visita perché il dottor Branca, lo specialista che mi ha visitato sei mesi fa, ha l’agenda bloccata fino a data ignota. Faccio presente che per il mio controllo qualsiasi diabetologo ed in qualsiasi struttura pubblica (quell’Ambulatorio, quello di Quattromiglia, l’Annunziata o altrove) potrebbe andare bene. Mi viene risposto di essere obbligato ad effettuare il controllo con lo specialista che lo ha previsto, che non è possibile effettuare la visita con altri e che dovrei ripassare di tanto in tanto per sapere come procede la lista delle prenotazioni.

Non convinto per nulla della risposta, anzi apparendomi assolutamente inadeguata ed incongruente per la tutela del diritto alla salute in una struttura sanitaria pubblica, chiedo di parlare con qualche responsabile. Incontro così al terzo piano la gentilissima signora Esposito che però è la Caposala dell’Ambulatorio, quindi più di offrirsi di telefonare agli addetti dello sportello non può ovviamente fare. Purtroppo però la risposta è sempre la stessa: la visita non mi viene prenotata e la signora con cui interloquisco telefonicamente alla mia esplicita richiesta rifiuta naturalmente di riferire come si chiami.

Questo succede a chissà quanti cittadini! Capisco che la politica (con tanto di “p” minuscola), compresa la mia parte, è troppo impegnata a discutere del tetto del denaro da spendere senza POS o dei posizionamenti dei singoli all’interno degli apparati dove si è premiati per acquiescenza e conformismo e non ha il tempo di comprendere dinamiche e problemi della vita reale di milioni di donne e uomini nel nostro Paese.

Non volendo rivolgermi ad alcuno chiedendo cortesie per esercitare un mio “normale” diritto né volendo ricorrere alla sanità privata, mi rimane la strada della richiesta di intervento ai Dirigenti ASP accompagnata alla doverosa denuncia pubblica. Nella speranza di avere esito positivo a livello personale ma anche di sollevare una questione dal carattere generale e riguardante tutta la collettività.

Francesco Gaudio