Cosenza e le sue vie e piazze intitolate a “La Qualunque” (di Francesca Canino)

di Francesca Canino 

Negli ultimi anni la città di Cosenza è stata fatta pezzi. Da questa distruzione non si sono salvati nemmeno i nomi di vie e piazze ‘storiche’, re-intitolate a personaggi spesso misconosciuti ai più. Un’operazione portata avanti in particolare dalle famiglie cosiddette ‘bene’ della città, che hanno chiesto e ottenuto l’intitolazione di strade, a volte solo pezzi di strada, ai loro congiunti deceduti. Altre volte, invece, la proposta è partita da qualche consigliere comunale che aveva interesse a ingraziarsi la famiglia del deceduto. In breve tempo, la città ha subito una trasformazione della toponomastica senza eguali. E senza meriti. E già, perché quando si intitola una strada a qualcuno, costui deve essere deceduto da almeno dieci e/o vantare particolari meriti. Ma vediamo cosa dice la legge.

In Italia, sia le associazioni, sia i privati cittadini possono chiedere di denominare in un certo modo una via, una piazza o un parco secondo la normativa contenuta nel R.d.l. n. 1158/1923, nella l. n. 1188/1927, nel D.m. 25 settembre 1992 e nella circolare del ministero dell’Interno n. 4 del 10 febbraio 1996. Generalmente, le strade possono essere intestate a persone legate alla storia cittadina e avere rilevanza per la comunità; inoltre, devono essere deceduti da almeno dieci anni. A quest’ultima prescrizione è possibile derogare se si tratta di un soggetto che vanta particolari meriti nei confronti della nazione. L’iter, che si spera sia stato rispettato, prevede una serie di passaggi tra gli uffici comunali, la giunta e il prefetto che si esprime con decreto dopo aver ricevuto gli eventuali pareri necessari (in caso di modifica di un’intitolazione già effettuata, occorre il parere della Soprintendenza).

Ultimamente, dicevamo, la toponomastica è stata stravolta con l’intitolazione a personaggi deceduti da meno di dieci anni e con meriti discutibili. Azioni che sono servite all’amministrazione comunale per conquistarsi le ‘simpatie’ (leggi voti) delle famiglie o delle associazioni richiedenti l’intitolazione e a queste ultime per vantarsi di avere avuto un notabile al proprio interno. Provincialismo alle stelle e vanità. Bisogna, a questo punto, chiedersi quali siano stati i meriti delle persone a cui sono state intitolate vie e slarghi, cosa hanno fatto di buono per la città o la regione, quanti cosentini li conoscono. Intanto la demolizione dei luoghi continua senza pietà.