Cosenza e Rende, ma perché nessuno vede i maiali della ‘ndrangheta? (di Giovanni Caporale)

di Giovanni Caporale

C’è un fantasma che si aggira nell’area urbana cosentina senza che alcuno dia segno di averlo notato. Non è affatto invisibile, tuttavia, benché sia ingombrante come una balena  e faccia più rumore di una decina di concerti metal, a chiunque tu chieda dirà di non averlo mai visto né sentito in città: è lo spettro vivente  della ‘ndrangheta.”Come mai non lo vede nessuno?” chiederanno i più piccini, la risposta è semplice: “nessuno lo vede perché nessuno vuole vederlo e nessuno vuole vederlo perché nessuno ha interesse a vederlo”. Non ci credete? Adesso provo a dimostrarlo partendo dall’ultimo eclatante caso.

Il Comune di Rende, che da decenni coltiva l’immagine di sé stesso come di una comunità modello, è andato di recente alle  urne eleggendo un ”nuovo” sindaco: Sandro Principe. La consultazione elettorale segue lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose della giunta in carica e del sindaco Marcello Manna, provvedimento amministrativo che ha resistito al giudizio del TAR Lazio. Tralasciando gli episodi specifici, due cose appaiono chiare dalla relazione prefettizia: a Rende c’è la ‘ndrangheta; a Rende la ‘ndrangheta è così forte da strumentalizzare il Comune.

A questo punto i più piccini penseranno che la cittadinanza sarà insorta. reagendo con fermezza all’infiltrazione mafiosa della loro bella cittadina ritenuta “modello” fino a ieri. Tutti ma proprio tutti i rendesi, animati dall’orgoglio dell’identità rendese, di recente scoperto, saranno scesi in strada furiosi “dove sono questi mafiosi? Si facciano vedere che li buttiamo fuori a calci nel sedere! La città è nostra!!”, tutti i politici locali avranno dichiarato che “la mafia è una montagna di merda”, (tranne uno, troppo fine per usare la parola merda che avrebbe dichiarato “la mafia mi allazza la cappella”). Da qui manifestazioni di denuncia e dalle manifestazioni nasce una coalizione potente e unitaria nel nome dell’antimafia che riuscirà a far eleggere al governo dell’ente persone serie e di notoria onestà ….

Fuori dal paese delle  fiabe, sappiamo tutti com’è andata.

Nessuno si è scomposto più di tanto per la conclamata e incontrastata presenza della ‘ndrangheta in città. Per la parte che sosteneva il sindaco Manna (il primo ad aver vinto contro liste sostenute dalla famiglia Principe negli ultimi 70 anni circa) il problema pareva essere il provvedimento ministeriale  piuttosto che la ‘ndrangheta… La parte opposta ha risolto la questione già molto prima delle elezioni con una semplice e chiara affermazione: ”È tutta colpa del sindaco Manna”. La ‘ndrangheta, a quanto pare, è spuntata come un fungo con la candidatura Manna ed è sparita con il termine della sua parabola politica.  Nessuno ha pensato di interrogarsi oltre. Perché insistere su qualcosa che è già assolutamente chiaro? Mica c’è tempo da perdere! In campagna elettorale si è ritenuto di poter liquidare la questione con la firma del protocollo di legalità proposto dalla nota associazione antimafia Libera. Fatto ciò, la questione è sparita, non se n’è parlato più. Nei programmi elettorali depositati, a parte la candidata a sindaca Rossella Gallo che ha dato il giusto spazio alla questione, nessuno ha ritenuto utile dedicare una sola parola alla lotta alla ndrangheta, tanto meno il “nuovo” sindaco. 

Principe, così dobbiamo pensare, si limiterà a esibire dal balcone la sentenza di assoluzione nel suo processo per concorso esterno in associazione mafiosa ormai definitiva. Come è noto le sentenze di assoluzione non solo dichiarano che una certa persona non ha commesso uno o più reati determinati ma sono una sorta di Giudizio Globale sulla persona che da quel momento non ha nessuna responsabilità di nessun tipo, nemmeno politica, anche se  contro la ‘ndrangheta non ha mai fatto niente, ancora di più è una miracolosa fonte di  purificazione e basta menzionarla e le tante pagine poco chiare della città di Rende all’improvviso appaiono come illuminate di innocenza.

Anche  i cittadini vedono brillare di innocenza la loro coscienza rendese, che poi è tale e quale a quella cosentina e consiglia a tutti di farsi i ca..voli propri. Del resto, nell’area urbana di Cosenza la ‘ndrangheta investe, in immobili, esercizi commerciali… di tutto di più, avremo presto investimenti di centinaia di milioni e a quel punto saranno i padroni della città e saremo tutti contenti. Del resto perché farsi tanti problemi? Arrivano i soldi saremo tutti più ricchi, tutti più felici: soldi! Soldi ! Soldi! Sono quelli che provengono dallo spaccio di droga, dalla prostituzione, dall’estorsioni, dalla pedopornografia online, tutti settori nei quali la ‘ndrangheta è leader e tutti settori in cui la materia prima è la carne umana trasformata in denaro.

… Ed ecco il miracolo della sparizione della ‘ndrangheta nell’area urbana cosentina: nessuno la vede perché si è trasformata in soldi e quando la gente vede i soldi non vede nient’altro. Tutto bene quindi… per il momento, perché quando saranno padroni veramente non credo che per qualche miracolo diventino diversi da quei mostri che a casa loro (perché qui ancora non è casa loro) hanno giocato nelle piazze a calcio con la testa mozzata dei nemici o che hanno dato da mangiare ai maiali un’imprenditrice: apritegli la porta, cari Cosentini, ci sarà da mangiare per tutti… solo non guardate cosa c’è nel piatto: mangiate, mangiate e poi chiedetevi che fine avranno fatto quei maiali antropofagi e poi guardatevi allo specchio: la risposta è lì.