Cosenza, la “vigna” dei dirigenti medici all’Annunziata: il caso Dorina Bianchi “Lady Trasloco”

Sul sito dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza si trova, tra le altre cose, la scheda riguardante le retribuzioni dei medici in servizio presso l’ospedale cosentino relativa all’anno 2019. Le regole sulla trasparenza lo impone e chiunque può apprendere quanto intascano annualmente i medici e i dirigenti dell’Annunziata. In quindici pagine suddivise a loro volta in dodici colonne si riportano tutte le spese che l’azienda sostiene per i suoi medici e i suoi dirigenti.

Dalle colonne spuntano cifre spesso sbalorditive, non dovute tanto alla retribuzione tabellare, che è uguale per quasi tutti i nominativi, quanto alle “Altre indennità” di cui non si sa cosa possano ricomprendere. In alcuni casi, proprio queste indennità fanno lievitare la retribuzione base (cioè il compenso annuo stabilito dal contratto nazionale di lavoro per tutti i medici ospedalieri) a volte anche del triplo.

Nell’ultima colonna è riportato il TOTALE, la cifra lorda annua che percepiscono i medici e i dirigenti. Il netto (ovvero quanto realmente ricevuto) corrisponde a circa il 52-53% di questa cifra. Significa che ogni 100.000 euro di retribuzione lorda, il dipendente ne prende 52-53000. Quindi, lo stipendio di un dirigente medico con almeno 15 anni di servizio, un incarico professionale di alta specializzazione, che fa turni e reperibilità festive e notturne, si aggira in media al mese sui 7000 euro lordi, ma in tasca se ne ritrova effettivamente 3300/3400 circa. In essa sono compresi reperibilità, notturni, festivi, straordinario, assegni familiari, prestazioni aggiuntive, somme percepite in seguito a progetti realizzati, Obiettivi di piano, ovvero quegli “obiettivi strategici e prioritari sui quali far convergere, in accordo con le Regioni, una quota del Fondo sanitario nazionale”, insomma un gran calderone in cui convergono emolumenti di ogni tipo. Tutto ciò è assolutamente previsto dal Contratto Nazionale di Lavoro, dunque tutto lecito, sia chiaro, si discute solo sull’opportunità di elargire somme così consistenti per progetti che troppe volte si rivelano inutili, vero spreco di denaro pubblico che potrebbe essere investito per assumere più personale sanitario, di cui l’Annunziata è carente e i cui effetti sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Infatti, sarebbe una bella sfida trovare un progetto finanziato e costato tanti soldini che abbia apportato benefici ai pazienti dell’ospedale e se per caso ne esistesse davvero qualcuno, sarebbe la cosiddetta mosca bianca.

Una plastica posa della cugina di Jole con suo marito

Continuando a spulciare l’elenco, spuntano alcune anomalie, come la Retribuzione di posizione variabile (voce stipendiale derivante da contrattazione decentrata ossia azienda per azienda). I dirigenti amministrativi (Carci Giancarlo e Arone Luigi, ora in pensione, De Marco Amedeo, Marsico Adelaide, Panno Filomena, Paratore Anna Maria, Scoti Vincenzo, Stefano Roberto) prendono quasi 22.000 euro contro i poco più di 8000 euro di un Direttore di Dipartimento medico e i 5000 di un Dirigente medico con più di 15 anni di anzianità.

La dottoressa Maria Francesca Galdini

Galdini Maria: non fa festivi né notturni, non fa reperibilità. Se li fa, sarebbe interessante sapere perché, visto che il CUP funziona (?) come tutti sappiamo, le liste d’attesa sono interminabili, l’ALPI (attività libero professionale intramoenia) riesce a scontentare tutti. Come fa a prendere circa 42.000 euro di altre indennità?

Sicoli Ennio: fa tantissimi turni di elisoccorso. Come fa a ricevere 118.000 euro di altre indennità su un totale di 187.000? Solo queste indennità sono i 2/3 del reddito annuo.

Ronconi Patrizia: 77.000 euro di altre indennità a fronte di un totale annuo di 134.000. Solo queste indennità sono quasi il 60% del reddito annuo.
Silvagni Umberto: 76.000 a fronte di 146.000.
Stefano Cosimo: quasi 79.000 a fronte di 141.000.
De Paola Salvatore: riceve 41.000 euro di indennità di posizione fissa, quanto un Direttore di Dipartimento. Peccato che lui non lo sia.
Direttori di Dipartimento: Amato Francesco, Bonofiglio Renzo, Scarpelli Gianfranco, cosa hanno prodotto negli anni in cui hanno ricoperto quest’incarico per ottenere 42.000 euro (il doppio di un Primario ed il quadruplo di un Dirigente Medico)? I Dipartimenti, all’Annunziata, non hanno prodotto mai nulla di utile per l’Azienda e neppure per gli utenti.

Ma un’altra sorpresa ci riserva la scheda retribuzioni 2019: cosa ci fa Dorina Bianchi nell’elenco dei medici e dirigenti dell’Annunziata? Nessuno l’ha mai vista in ospedale ormai da anni e le motivazioni sono semplici. A Cosenza siamo così bravi che teniamo un dirigente medico “a comando” a Roma ormai da molti anni. 

Le ultime notizie riguardanti i traslochi dell’ex sottosegretario ai Beni culturali del Nuovo Centrodestra, Dorina Bianchi, risalgono al 2019 e sono due splendide proroghe. A giugno del 2019 abbiamo appreso in particolare che restava a Roma, al Ministero della Salute.

Oggi Dorina Bianchi è ritornata alla ribalta delle cronache perché si è avuta notizia della sua candidatura alla Camera da capolista nel proporzionale con +Europa. Più volte deputata, la Bianchi dopo 17 anni di presenza ininterrotta in Parlamento, nel 2018 non aveva ripresentato la sua candidatura ed era tornata a fare il medico – si fa per dire -, come abbiamo visto. Adesso il ritorno come si può rilevare dalle liste presentate in Corte d’Appello a Catanzaro. Si tratta dell’ottavo cambio di casacca per l’ex parlamentare della Dc, negli anni ’90, passando per Ccd, Udc, Pd, Popolo delle Libertà, Nuovo centrodestra e Alleanza Popolare.

Ma torniamo alla “professione” di Dorina. La Bianchi non rientrava all’Unità ospedaliera di Cosenza dove ricopre il ruolo di dirigente medico di Neuroradiologia. L’ex parlamentare aveva chiesto e ottenuto dall’Asp di Cosenza il “Comando” presso il Ministero della Salute “per le esigenze – è scritto nella Delibera del Dg data 7 giugno 2018 – della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria finalizzate alla realizzazione delle attività di supporto tecnico alle funzioni di monitoraggio, verifica e controllo dell’assistenza sanitaria del SIVeAS”.

Niente rientro all’Ospedale di Cosenza, dunque, per “Lady Trasloco”, come l’aveva definita il sito Dagospia, proprio per via dei suoi continui spostamenti nei partiti politici. Dorina Bianchi da dirigente di Neuroradiologia si è occupata di programmazione sanitaria per conto della Direzione generale del Ministero della Salute. Niente Cosenza, dunque, ma Roma che, come una pubblicità dei diamanti, evidentemente “è per sempre”. A maggior ragione se pensiamo che, dopo l’insediamento del nuovo direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, la bergamasca Giusy Panizzoli, le cose non erano cambiate, anzi… La signora del Nord aveva seguito pedissequamente le indicazioni del suo predecessore, il celeberrimo Achilluzzu Gentile. Figurarsi adesso che c’è il fido Filippelli… 

Il 27 settembre del 2019, il deputato Francesco Sapia aveva chiesto l’immediato annullamento in autotutela della deliberazione di proroga del comando dell’ex sottosegretaria Dorina Bianchi presso gli Istituti Fisioterapeutici Ospitalieri di Roma. Il parlamentare aveva trasmesso un’apposita nota formale a Giuseppina Panizzoli, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, nel cui reparto di Neuroradiologia è dirigente medico la Bianchi, inviando lo stesso documento alla struttura commissariale alla Sanità calabrese e al ministro e viceministro della Salute, rispettivamente Roberto Speranza e Pierpaolo Sileri.

Secondo il deputato è nello specifico fondamentale «evitare eventuali ipotesi di danno erariale», «in considerazione – si leggeva nella nota – delle carenze di analoghi specialisti nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, per cui si rinvia alla relativa tabella in possesso, dalla metà dello scorso aprile, della Struttura commissariale per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria». «Questa proroga di comando – attacca Sapia – concessa alla Bianchi sino alla fine del 2019 non ha alcun senso se non per l’ex parlamentare, e non depone affatto bene per la commissaria dell’ospedale di Cosenza, la “nordica” e ancora silente Panizzoli, dal momento che nell’attuale fase del piano di rientro, molto delicata e difficile, altri medici si fanno in quattro nei rispettivi reparti, spesso sottoponendosi a turni massacranti». «Se – concludeva il parlamentare del Movimento 5 Stelle – alla Bianchi, che ha girato tutti i partiti e nella sua carriera politica ha ballato come i praticanti di capoeira, si consentirà la solita eccezione, qualcuno dovrà assumersene la piena responsabilità. Basta con lo gnorrismo che ha rovinato la sanità calabrese».

Ovviamente a questa richiesta non è mai arrivata nessuna risposta.

E così a Cosenza siamo così bravi da mantenere “a comando” a Roma una dirigente che nel 2018 riceve anche quasi 23.000 euro di “altre indennità” dai fondi della sanità cosentina che non la vede da anni e nel 2019 riceve, sempre per il 2018, altri 600 euro di retribuzione di risultato (raggiungimento degli obiettivi assegnati). Per cosa? Per essere stata capace di cambiare partito ad ogni elezione e, una volta trombata, ricevere dall’amica ministra Lorenzin (negli ultimi giorni di Governo) un incarico ministeriale lautamente retribuito?

Ciò che sappiamo è che l’ex ministro della sanità Lorenzin, pochi giorni prima di andar via dal Governo, le diede un incarico al ministero dove rimase per un periodo di tempo. In seguito, magicamente, la ritroviamo all’IFO di Roma, che è un IRCSS, già nei primi mesi del 2019. Per lavorare lì, però, pare si debba superare un concorso o, in alternativa, accedervi per trasferimento. In questo caso, serve il nulla osta del suo primario attestante che nel reparto di Cosenza di Neuroradiologia si può fare a meno di una unità medica. Con la carenza cronica di personale all’Annunziata risulta inverosimile che le abbiano consentito di trasferirsi, infatti sono tanti i medici ospedalieri che chiedono trasferimenti, ma rimangono al loro posto perché non hanno santi in paradiso. Tornando a Dorina, il suo ex primario compila una scheda di valutazione in cui avrebbe dovuto scrivere “non valutabile” per il fatto che nessuno l’ha vista in servizio negli ultimi anni, invece le fa prendere i soldi per la produttività (quale?) e l’autorizza ad andar via, a trasferirsi altrove con le carenze che abbiamo. O forse si è licenziata? Siamo convinti che ancora una volta nessuno risponderà. Speriamo almeno che i calabresi “trombino” (politicamente parlando, per carità9, “Lady Trasloco”.