CUCÙ… INDOVINATE CHI È IL NUOVO DIRETTORE DEL PRONTO SOCCORSO DI COSENZA? Sì, proprio lui: l’indagato Andrea Bruni, “specialista” nel raccattare soldi dappertutto… ormai meglio conosciuto come il “pupillo” di Occhiuto.
Avviso ai naviganti (e ai pazienti del Pronto Soccorso): se pensavate che Occhiu’, dopo la rinomina a presidente della Regione, si fosse messo una mano sulla coscienza e avesse davvero avuto intenzione di cambiare in meglio la Calabria, a cominciare dalla sanità, è meglio che si morda lingua e cominci a farsi il segno della croce.
Così anche coloro che pensavano che, con l’Occhiuto-bis, in Calabria le nomine si basassero finalmente sul merito e non sulle clientele. Poveri illusi… l’Azienda Ospedaliera di Cosenza ha partorito l’ennesimo capolavoro da commedia grottesca: Andrea Bruni, indagato dalla Procura di Catanzaro perché mentre era specializzando all’Umg di Catanzaro e veniva lautamente retribuito dai “baroni”, riusciva miracolosamente a lavorare anche nelle cliniche private “rastrellando” ufficialmente circa 70 mila euro, è il nuovo Direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Incarico che accoppia a quello già avuto di Direttore di Rianimazione e Anestesia
E no, purtroppo non è uno scherzo. Sì, perché nel regno dell’assurdo firmato Roberto Occhiuto — dove la meritocrazia è solo un modo elegante per dire “amicizia giusta al momento giusto” — la promozione non la guadagni sul campo… ma in Procura.
Il dottore Ricchio, uno di quelli che il Pronto Soccorso lo viveva davvero, notte e giorno… pure quando mancava la corrente, ha salutato. Ricchio, medico vero, uno di quelli che viveva in corsia tra codici rossi e disastri quotidiani, lascia. Dimissioni “con cautela”, “per motivi personali”, si legge nella delibera n. 291 del 6 novembre 2025. Traduzione: ha capito che l’aria stava diventando irrespirabile e si è tolto prima di soffocare.
E al suo posto – sputa che ci indovini – non poteva che esserci lui, il fantasmagorico e intoccabile pupillo di Occhiuto. Petrusinu ogni minestra…
Andrea Bruni (alias cucù ma solo per gli intimi) non è un nome qualsiasi. Lo abbiamo scritto centinaia di volte: è al centro di un’inchiesta della Procura di Catanzaro. Un’inchiesta che definire “scomoda” è riduttivo. È accusato di aver truffato il Servizio Sanitario Nazionale percependo indennità da “tempo pieno esclusivo” mentre svolgeva attività privata. Ovvero prendeva soldi dappertutto perché evidentemente pensava di essere intoccabile. La Procura di Catanzaro ha certificato con tanto di riscontri e di bonifici bancari che mentre si specializzava all’Umg di Catanzaro e veniva pagato lautamente, faceva lo “splendido” anche in cliniche convenzionate come Villa Serena di Catanzaro e Tirrenia Hospital di Belvedere, oltre a gestire il centro diagnostici privato Unilab a Rogliano e a Spezzano della Sila. Gli sono stati sequestrati dalla Procura circa 70.000 euro come provento delle acclarate condotte illecite. È indagato anche per falsità ideologica, perché ha dichiarato candidamente l’assenza di incompatibilità mentre aspeva benissimo di essere perfettamente incompatibile quando andava nelle cliniche a fare anestesie e a razziare denari come se non ci fosse un domani. Tanto c’era Occhiuto a parargli… il culo!
Il tutto nell’ambito dell’inchiesta sulle liste d’attesa “privatizzate” all’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dove i pazienti paganti passavano avanti, e gli altri… restavano in sala d’aspetto a leggere “Topolino”. E mentre la magistratura scava, la politica gli stende il tappeto rosso.
Il risultato? Non solo la nomina a primario di Rianimazione, concordata dal suo pigmalione Occhiu’ con il pessimo Pino Pasqua ma adesso anche una promozione a direttore del Dipartimento più delicato di tutti: il Pronto Soccorso di Cosenza. Eh si, ma perché in Calabria la regola è semplice: più sei indagato, più ti danno incarichi, pure delicati.
E così, il Dipartimento Emergenza-Urgenza — quello che non serve a nulla visto l’inferno che c’è nel Pronto Soccorso di Cosenza, ma serve eccome per distribuire poltrone e stipendi — si ritrova con un direttore “nuovo” ma sempre appartenente alla solita cricca.
Un dipartimento che ha pure avuto la faccia tosta di sfrattare volontari e personale del 118, gli unici che portavano un po’ di ossigeno (e umanità) dentro quelle corsie…ora rimaste nel caos, tra personale affaticato che non sa più dove spartirsi e personale 118 fuori la porta, costretti loro malgrado ad incrociare le braccia. E mentre i volontari dormono in macchina, c’è chi — da indagato — viene premiato con la direzione del reparto.
Nel nuovo corso del “modello Occhiuto”, tutto torna: un indagato diventa due volte direttore, un dirigente onesto si dimette, un ospedale crolla e se qualcuno si lamenta gli si tappa la bocca con le nomine “di fiducia”. Morale della favola: in Calabria puoi anche essere indagato, ma se sei “pupillo e cucù” giusto, la corsa in corsia è tutta in discesa. Altro che emergenza-urgenza: qui siamo all’emergenza morale, altro che chiacchiere.












