Prosegue l’inchiesta del Tribunale di Cosenza sui falsi precari assunti all’ASP pochi giorni prima delle elezioni regionali 2014. Oltre all’arresto del sindacalista Franco Mazza e agli avvisi di garanzia inviati ai precari e ai dirigenti di Regione e ASP, ci sono anche tre richieste di interdittiva dai pubblici uffici. Finora non se ne conoscevano i destinatari. Oggi sappiamo che per uno dei dirigenti dell’ASP di Cosenza, direttore del Distretto Cosenza-Savuto (Rogliano) ovvero Antonio Perri, è stata formulata la richiesta di interdizione dai pubblici uffici. E quindi la sua estromissione dalla carica che occupa.Â
I legali di Perri hanno avanzato una serie di riserve sull’operato della magistratura riguardanti la posizione del giudice Greco e una presunta incompetenza della procura di Cosenza ad indagare sulla vicenda. E il loro assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio fissato per oggi.
Tonino Perri, psicologo, storico fedelissimo del Cinghiale, dal 2010 è diventato una sorta di dirigente amministrativo di vertice ed è colui che ha firmato materialmente per il suo capo le lettere di assunzione dei 135 falsi precari (dove pare abbia messo anche “un’amica del cuore”) come responsabile del procedimento.
Perri, tuttavia, è stato anche il deus ex machina dei famigerati NCP (Nuclei di cure primarie) dell’Asp di Cosenza. Che cosa sono? Una macchina mangiasoldi, un vero e proprio spreco di denaro pubblico messo in piedi dall’ex direttore generale Gianfranco Scarpelli con la sua determinante collaborazione.
Partoriti per abbattere le liste di attesa e fare filtro all’ospedale dell’Annunziata, in realtà , nei numeri, hanno clamorosamente fallito tutti i loro obiettivi e i soli a guadagnarci sono stati i medici (tutti impegnati in politica e vicini al Cinghiale, al secolo Tonino Gentile) che si sono divisi una torta di circa 2.5 milioni di euro per diversi anni prima che qualcuno si decidesse (ed era anche ora!) a chiudere i rubinetti.
All’interno di questi NCP, poi, i medici dell’ASP cosentina hanno fatto studio privato con sfacciataggine e disinvoltura, ricevendo i propri assistiti, gonfiando le prestazioni e qui hanno pure trovato il modo di assumere i propri figli e fratelli come amministrativi.
Non è difficile verificare come il personale amministrativo porti quasi sempre lo stesso cognome dei medici. Alla faccia dei contribuenti e di quanti emigrano per un posto di lavoro.
A coordinare il tutto, appunto, il dottore Antonio Perri, per gli amici Tonino.
Un eventuale accoglimento della richiesta di interdittiva sarebbe un primo, sia pur timido, schiaffo al potere del Cinghiale nella sanità cosentina. Mentre aumenta la curiosità per conoscere gli altri due destinatari delle richieste di interdittiva della procura di Cosenza.