COSENZA, FIERA DI SAN GIUSEPPE. LETTERA APERTA AL SINDACO DELLA CITTA’
Quali suoi cittadini Le rappresentiamo che l’Ordinanza sindacale da Lei emessa in concomitanza con l’organizzazione della Fiera di San Giuseppe è altamente pregiudizievole per un’importante fetta di popolazione bruzia che Le chiede una rivalutazione delle disposizioni per come formulate. A buona ragione richiama l Testo Unico degli Enti locali del 18 agosto 2000, n 267, nel testo vigente, con riferimento agli artt. 50,
comma 5, e 54, comma 4, ma, se è pur vero che il sindaco dispone di ampia facoltà in particolari situazioni caratterizzate da necessità e urgenza, la Fiera di San Giuseppe presuppone uno studio valutativo articolato in fasi e periodi, più o meno lunghi, perché possa essere programmata in maniera puntuale.
Scegliere, come sua collocazione, una strada nevralgica del tessuto cittadino, crea disagi alla viabilità, ma, soprattutto, ai lavoratori che vedono i propri interessi fortemente compromessi. Era doverosa un’attività di bilanciamento di principi preliminare alla definizione della Fiera di San Giuseppe così strutturata, in cui potesse essere individuata altra zona. Secondariamente, per i ridurre arrecati, si poteva prevedere una riduzione della tempistica, riducendo drasticamente i giorni in cui questa avrebbe avuto svolgimento. La chiusura delle sole scuole e degli asili e non anche di tutti gli altri uffici o attività esistenti sul territorio cosentino comporta un’impossibilità per i genitori lavoratori di prestare la propria attività lavorativa per una settimana. E non solo tale pregiudizio attacca, inevitabilmente, le famiglie che scelgono le scuole pubbliche, ma anche chi ha scelto, con un investimento economico, di affidare i propri figli agli Istituti privati. Alla luce delle ragioni su espresse, con il suo provvedimento, crea anche un disagio economico di chi vede “perduti “ le somme destinate per la custodia dei propri figli.
L’interesse a preservare la tradizione della Fiera di San Giuseppe non può essere più importante di un servizio primario e indispensabile per l’educazione dei bambini. L’ordinanza va necessariamente rimodulata considerando che tale provvedimento, soprattutto perché esteso alla fascia di età dei bambini della scuola dell’infanzia, non può andare bene. Tutti questi giorni di assenza prolungata, in questa fascia d’età, comportano un disagio consistente per dei bambini così piccoli che si troverebbero a dover ripercorrere anche le fasi di un vero e proprio inserimento scolastico. Non può pretendersi, a quest’età, la maturità che un bambino si allontani dalla scuola primaria e riprenda dopo una settimana senza danni. Ed, ancora, a quest’età i bambini non sono autonomi da poter restare nella propria abitazione da soli, ma richiedono di custodia particolare che solo le scuole preposte per tale attività possono garantire.
Che politica è questa? A favore delle famiglie o, piuttosto, dell’interesse delle casse comunali?
Si chiede, pertanto, che il testo dell’ordinanza venga riformulato consentendo almeno alle scuole primarie di restare aperte e fornire gli ordinari servizi. Diversamente il Comune preveda un risarcimento per quelle famiglie che hanno iscritto i figli presso gli Istituti privati e subiscano, da tale disposizione, un duplice danno.
Firma civica: Lavoratori, genitori di minori iscritti alla scuola dell’ Infanzia dí Istituto Privato della città di Cosenza