Cosenza, Franco Monaco nel ricordo di Ugo G. Caruso

ADDIO A FRANCO MONACO

Franco Monaco nel ricordo di Ugo G. Caruso

Ho provato come un lancinante dolore al costato nell’apprendere stamane della sua morte. Erano tanti anni che non ci vedevamo, se si esclude un fugace ma affettuoso incontro casuale qualche tempo fa sul terrazzo Pellegrini. Mi ripromettei di coinvolgerlo come diseur in una mia prossima iniziativa sulla letteratura gialla da realizzarsi a Cosenza nel Caffé Letterario dell’Hotel Excelsior, che invece poi cadde in disuso, fino allo smantellamento definitivo. Purtroppo non se ne fece niente perché alcuni partner vennero meno ed io, conclusosi il mio soggiorno cosentino, dovetti ripartire per Roma.

In seguito fui preso da altre cose anche se l’idea di avvalermi di quella sua voce davvero pregiata ed inconfondibile, nota ai calabresi per essere di casa alla Rai regionale ma meritevole di altre ribalte, affiorava periodicamente senza trovare però appigli nei progetti a breve scadenza.

Mi spiace veramente, egoisticamente, di non avere avuto altre occasioni di incontro e frequentazione perché nei miei ricordi, Franco Monaco resta legato ad uno dei periodi più fervidi e fecondi della mia vita, tra la fine del Liceo e l’inizio travagliato della mia avventura universitaria a Roma, a cavallo tra il 1974 e il 1975 e all’esperienza del Teatroscuola di cui fui un convinto “fiancheggiatore”, poiché i miei già tanti impegno con il Circolo “G. Salvemini” ed il crescente coinvolgimento politico mi impedirono di prendervi parte direttamente.

Resta fortissimo il ricordo di certe allegre serate collettive a casa sua, dell’atmosfera fervorosa, allegra, fattiva, delle informali cene decise per sfinimento, della sua mitezza, della saggezza e della misura che ispirava il suo agire, delle mie prime recensioni cinematografiche lette ad alta voce, dei suoi consigli affettuosi profusi generosamente con tutti, della frequente rievocazione delle avventurose vicende del teatro amatoriale cosentino, dell’Antonello capobrigante di Vincenzo Padula, che lo coinvolse insieme a mio zio, Franco Pisani, e ad Antonlivio Perfetti già negli anni ’50, passano per tante compagnie con Nino Mancaruso, Jerry Mussaro ed altri, le esperienze con Vincenzo Ziccarelli, il Gruppottanta fino, appunto, a “Lo stato di assedio” di Albert Camus con la regia di Enrico Vincenti, la collaborazione di Luciano Capponi e la partecipazione attiva degli stidenti delle scuole cosentine attraverso l’esperienza del Teatroscuola.

Fu uno dei momenti più entusiasmanti e rimarchevoli nella storia culturale e sociale della storia cosentina recente, segnato da una vivacità ed un’effervescenza difficilmente replicabili e Franco Monaco ne fu un protagonista fondamentale ed imprescindibile.Â