La vicenda delle opere di Telesio (tra le quali la prima stampa del De Rerum natura) bruciate nel terribile rogo di venerdì nel centro storico di Cosenza si ammanta definitivamente di giallo e di mistero. Sì, perché dopo i pianti e le urla del proprietario del palazzo, il mecenate Roberto Bilotti, adesso pare che questi tesori non solo non siano stati inventariati ma addirittura non sono neanche unici e sono già spuntate delle “copie” pronte a ritornare nel palazzo Ruggi d’Aragona danneggiato dalle fiamme.
Quanto è apparso ieri sera sul profilo FB del palazzo Ruggi d’Aragona, di conseguenza, apre la porta ad una serie di domande che non sono certo di secondaria importanza e lasciano riflettere seriamente sullo stato miserevole della nostra cultura in mano più che a mecenati ad astuti traffichini e faccendieri.
La giornalista Alessia Principe ha commentato direttamente sul profilo FB della residenza questa nuova versione dei fatti.
“Della tragedia si occuperanno certamente le autorità che andranno ad accertare responsabilità e colpe – ha scritto Alessia Principe -. Il lutto che ha colpito la città è grande ma qualche dubbio, giornalisticamente parlando sorge spontaneo riguardo al “patrimonio millenario distrutto”: perché, data la pericolosità del sito (fa fede l’intervista telefonica su Repubblica) le opere sono state lasciate comunque in quei luoghi? Altra domanda: erano gli originali o copie esposte al fine di tutelare i veri manoscritti?“.
Ed ecco la risposta: “Non esistevano manoscritti unici di Telesio, ma libri stampati in quantità. Si trattava di una collezione privata tenuta a casa del proprietario. Ovvio che la tragedia è stata assolutamente devastante, ma poteva succedere ovunque”.
Quanto basta per scatenare una sacrosanta controreplica della giornalista. “Certamente gli incidenti possono accadere ovunque tuttavia, dalle dichiarazioni che ho letto, mi pare di avere capito che i rischi fossero più che concreti date le denunce quasi decennali in cui si allertavano le autorità sui rischi di possibili incendi (cito sempre Repubblica). Al di là del caso fortuito ho letto di “tragedia annunciata”, quindi più che rischio generico era solo questione di tempo. Ecco perché mi chiedo come mai non siano state prese ulteriori precauzioni”.
Già, come mai? Ma a questa domanda la residenza Ruggi d’Aragona, almeno per ora, non ha risposto.