Cosenza. Guarascio aveva trovato la “traditrice” ma non aveva convinto nessuno già in estate. I guai del patron e la visita della Finanza

Il Cosenza Calcio o meglio il patron Guarascio aveva trovato presto il nome del “traditore” per la grottesca vicenda del mancato pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps alla scadenza del 1° luglio per il quale la società è stata deferita al Tfn e penalizzata di 4 punti con successiva conferma della sanzione alla Corte d’Appello Federale. Anzi, stavolta si trattava di una “traditrice” e risponde al nome di Roberta Anania, fino a pochi mesi fa responsabile della gestione del Cosenza Calcio, da anni tra i “fedelissimi” del patron “capellone”.
In perfetto stile Guarascio e senza nominare la malcapitata – licenziata preventivamente – era già stato diffuso un tragicomico comunicato dal quale si evinceva che la società aveva proceduto a un “riassetto dei quadri societari” e che era “fiduciosa” di chiarire la faccenda, come se i mancati pagamenti fossero veramente “colpa” della dipendente in questione, ma tant’è.

La tifoseria aveva reagito in maniera disincantata. C’era chi ironizzava...
“… Vuoi forse negare che i punti di penalizzazione che presumibilmente prenderà il Cosenza siano colpa sua? Perché non ha pagato? Perché ha dichiarato il falso? Andava in banca, faceva un bel bonifico con i propri soldi e pagava i debiti della società.
L’unica figura che non manca nel Cosenza Calcio e mai mancherà è quella del capro espiatorio…”.

E ancora: “… La traditrice è lei che si è rifiutata sobillata da Giuffredi e Tutino di anticipare i pagamenti dei contributi ed ora che c’era degli steward…”.

C’era chi ragionava in maniera più lucida e riportava la voce secondo la quale “… un pignoramento ha bloccato il conto dedicato del Cosenza Calcio, pagando online non te ne sei accorto quando lo hanno sbloccato, é partito l’F24… più facile di così si muore, non ci vuole una laurea. Piuttosto da capire che cavolo hanno scritto per giustificare il mancato pagamento. Anania non c’entra nulla… Che cosa c’entra Anania se ti hanno bloccato il conto per un pignoramento e l’F24 fatto online non è partito? La gente non sta bene…”-

E c’era anche chi in qualche modo provava a difendere Guarascio…

“… A norma di regolamento le possibili punizioni per il Cosenza sono (in base a quanto grave è considerata la condotta… E la condotta più grave e non pagare proprio…  cosa che pare non sia successa):
Art. 31, comma 1, AMMENDA CON DIFFIDA
Art. 4, comma 1, che rimanda all’art.8, comma 1, lettere a,b,c,g, AMMONIZIONE, AMMENDA, AMMENDA CON DIFFIDA, PENALIZZAZIONE DI UNO O PIÙ PUNTI.
Ergo:
Non possiamo essere retrocessi, non possiamo essere disiscritti, non possiamo subire sanzioni che mettano a rischio il campionato.
Ritengo che, se si è sbagliato ritenendo di non dover pagare, una ammenda sarà più che sufficiente.
Peraltro se è vero quello che si legge su un conto bloccato, se la prova documentale del bonifico non partito è successiva alla data ultima di comunicazione alla Covisoc non c’è colpa quindi non dovrebbe esserci sanzione…”.

“… Tutto sta a vedere se è vero che è stato un problema di conto corrente. Devi dimostrare la tua non colpevolezza e la immediatezza della reazione appena hai potuto verificare che i pagamenti non erano passati. La Juve Stabia è stata sanzionata per aver utilizzato un conto corrente diverso da quello comunicato in FIGC. Una squadra può e deve operare con un solo conto corrente… Quello noto alla Federazione. Anche questo – se c’è la buona fede – potrebbe aiutare il Cosenza… Se invece tutto va male potrebbero esserci da 2 a 4 punti di penalizzazione…”. Ed è andata male… 

“… Quindi l’unica speranza era quella di aver avuto il blocco del conto senza esserne a conoscenza, quindi senza aver ricevuto l’atto di pignoramento ovvero la comunicazione da parte dell’istituto bancario. Solo in questo caso poteva essere accolta la buona fede… ma se tu società sai di essere a rischio pignoramento perché ci sono titoli esecutivi a tuo carico, puoi giocare con il conto registrato in Lega?
Se il conto corrente viene pignorato rimane tale con blocco di tutte le somme versate per tutto il tempo che dice la legge, secondo le varie casistiche del codice di procedura… Non puoi rischiare ogni volta che ti blocchino il conto e tu non puoi pagare l’F24…”. 

Ora, per integrare gli interessanti commenti della tifoseria, è necessario aggiungere che nel momento in cui sono uscite fuori le motivazioni del Tribunale Federale Nazionale abbiamo scoperto due cose. Innanzitutto che era verissimo che il problema derivava dal conto corrente pignorato per la “bellezza” di 500 mila euro da parte di creditori al momento senza volto e senza nome… E poi che il presidente Guarascio non è neanche formalmente… presidente perché colpito da una interdizione a causa della quale non può operare sui conti e il cui ricorso pende ancora in Cassazione.

A questo punto della storia, dunque, è doveroso ricordare e anche sottolineare che il 13 marzo dello scorso anno Guarascio è incappato nell’inchiesta della procura di Vibo sullo smaltimento di rifiuti inquinanti ed è rimasto a Lamezia all’obbligo di dimora fino al 4 aprile. C’è chi dice che il conto dedicato del Cosenza Calcio sia stato bloccato come conseguenza di quella vicenda perché anche il club rossoblù fa parte del “pacchetto” di società del Gruppo Guarascio. Oggi, a quasi un anno di distanza, a Cosenza girano voci secondo le quali il pignoramento sul conto del Cosenza Calcio riguarderebbe una delle società del Gruppo 4el di Guarascio. Sì, avete capito bene: Guarascio ha fatto transitare debiti di un’latra società del suo gruppo sul conto corrente del Cosenza Calcio. Trucchi vecchi come il cucco che ci fanno capire che siamo arrivati al capolinea, altro che trattative di cessione e fondi arabi!

E c’è chi dice che la Guardia di Finanza abbia fatto “visita” alla società proprio in quel periodo non trovando il patron ma Roberta Anania. Ovviamente non conosciamo la natura della “visita” ma è molto probabile che la ormai ex dipendente del Cosenza Calcio non si sia “immolata” per difendere Gargamella. E le conseguenze non potrebbero essere proprio semplici da superare. Perché operazioni di questo genere rappresentano reati, eccome se sono reati… E Guarascio ha tutto l’interesse affinché restino “segrete” almeno fino a quando non troverà una “testa di legno”. Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi della vicenda. Anche perché finalmente la città e la tifoseria hanno aperto gli occhi. E alla “befana araba” non ci hanno mai creduto, anche perché è travestita da noti faccendieri al soldo della malapolitica. Intelligenti pauca.