Cosenza. I genitori di Antonio Ruperti denunciano il vicequestore Pignataro: “Era lui il capo pattuglia”

I genitori di Antonio Ruperti, il ragazzo travolto e ucciso da un’auto civetta della polizia sabato 9 settembre nel quartiere di Torre Alta a Cosenza, hanno denunciato i tre poliziotti che si trovavano a bordo della Jeep Renegade che ha speronato il giovane. Si tratta del capo pattuglia, il vicequestore attualmente capo dell’Ufficio Immigrazione Cataldo Pignataro e dei due agenti della Squadra mobile della questura Carelli e Gianmarco Minervini. Quest’ultimo era alla guida della Jeep ed è al momento l’unico indagato dell’inchiesta aperta dalla procura di Cosenza. I genitori di Antonio Ruperti ritengono che quando su un mezzo in dotazione alle forze dell’ordine c’è un capo pattuglia, questi è responsabile diretto di ogni azione compiuta da chi ha un grado inferiore al suo; in questo caso i due agenti della Squadra mobile, a partire da colui che conduceva la Jeep. I familiari di Ruperti sono giunti a questa decisione dopo aver constatato che dalla procura non arrivavano notizie riguardanti gli altri due poliziotti e di conseguenza si sono recati nella caserma dei carabinieri “Grippo” di Cosenza per presentare denuncia per concorso in omicidio.

Ad avvalorare la denuncia dei genitori di Antonio, gli accertamenti tecnici non ripetibili sui luogo della tragedia. 

Secondo quanto si è appreso, Antonio Ruperti indossava il casco, manteneva regolarmente la destra, non arrivava direttamente da via Panebianco ma da una traversa e di conseguenza non poteva avere raggiunto una velocità eccessiva. Viaggiava al massimo a 50-60 km/h.

La Jeep Renegade, invece, rallenta frenando prima di arrivare all’incrocio ma poi accelera improvvisamente colpendo in pieno la motocicletta e senza aver verificato in nessun nodo se passasse qualcuno, anche a causa della particolare natura dell’incrocio, penalizzato da una pressoché assente visuale, che tuttavia a maggior ragione avrebbe dovuto consigliare prudenza.

Successivamente agli accertamenti tecnici non ripetibili e alla visione delle immagini, verrà stilato un verbale di comune accordo tra le parti, che varrà come prova quando si approderà a processo. Sulla Jeep Renegade della polizia viaggiavano Gianmarco Minervini (alla guida), il capo dell’Ufficio Immigrazione Cataldo Pignataro (capo pattuglia) e l’agente Carelli, in forza alla Squadra mobile. Nel corso degli accertamenti si è appreso che sarebbe stata aperta un’indagine sul soggetto titolare della motocicletta ma questa è una storia sicuramente più “vecchia”.