E’ proprio vero. In questa città c’è chi può (pochi) e chi non può (molti). Alla prima categoria, quella dei cosiddetti fortunati, appartengono coloro che rientrano nelle grazie dell’amministrazione comunale.
A volte si tratta di soggetti spudoratamente insignificanti, altre di mediocri profittatori del bene pubblico, altre ancora di comuni mortali capitati lì davvero per caso. Tutti accomunati nel prendere a piene mani dalle esangui casse del Palazzo, in questo caso dei Bruzi.
Esempi? Quanti ne volete. Potremmo parlare di attempati professionisti e rampanti figli di papà che ricevono gentili cadeau (regali) per improbabili consulenze o progettazioni o direzioni di lavori.
Potremmo parlare di quanti per curricula inventati assurgono a ruoli dirigenziali o di consulenza. O dire di commercianti baciati dalla dea bendata che devono la loro fortuna solo all’occhio compiacente e volutamente connivente degli amministratori. Discettare anche di quelle imprese che grazie agli affidamenti diretti hanno sbaragliato la concorrenza a volte più seria e qualificata.
Potremmo dire di questi e di molti altri ancora ma una categoria, più delle altre, merita una menzione speciale: i soci occulti dell’amministrazione. Soci occulti? Certo! Coloro che sfruttando la complicità dei nostri governanti organizzano business dove le perdite se le accolla il Comune mentre gli utili se li prendono loro. E chiamali fessi.
Esempi? A iosa. Ricordate il Caffè Letterario? Si parla di un buco di diverse centinaia di migliaia di euro che il Comune non incasserà mai.
Il Castello Svevo? Il simbolo della città è ormai un lounge bar da 700 euro al mese di fitto utilizzato per feste, convention, concerti i cui proventi sono appannaggio della SVEVO SRL.
Il museo multimediale? E’ diventato Il business per un plurifallito sodale del sindaco, talmente sodale da gestire il ristorante (fallito pure questo…) del sindaco a lui misteriosamente affidato dal Tribunale, che come sapete è socio (non occulto) dell’associazione a delinquere di cui sopra.
Quanto allo stadio Marulla, per molti anni il binomio con Guarascio è filato via liscio e con reciproca soddisfazione ma da qualche tempo ormai è andato in crisi e c’è chi dice che il cazzaro abbia già individuato il prossimo “patron”… Sempre se riesce a salvare le “chiappe”!
In ultimo ma non per ultimo il Teatro Rendano. Il nostro Teatro di tradizione è stato consegnato per il terzo anno consecutivo (la convenzione 2019 è stata pubblicata ieri) ad un privato a costo zero per organizzare una stagione di prosa i cui proventi andranno tutti nelle tasche de “L’Altro Teatro s.r.l.”. E senza contare l’indotto che ne conseguirà. Vogliamo avanzare ipotesi su chi curerà la pubblicità? La vendita dei biglietti? Il servizio di hostess? Si accettano scommesse.
Tutto questo per ribadire un concetto: se sei nel cerchio magico hai solo da guadagnarci, e bene. E’ poco? E’ molto?? Non lo sappiamo, ma sicuramente non è giusto. Un Comune che è sull’orlo del dissesto dovrebbe far cassa con i beni che ha e non cederli gratuitamente per attività di lucro a vantaggio di terzi. Altrimenti “rischiare” con il sedere degli altri è davvero fin troppo facile.