Esercizio abusivo del credito e di attività finanziaria: è questa la nuova frontiera del crimine organizzato. Il gruppo degli Italiani facente parte della confederazione di Cosenza non solo ha imparato la lezione ma l’ha tradotta in soldoni e in riciclaggi continui e costanti di denaro sporco: una vera e propria macchina da guerra che coinvolge praticamente tutti i settori dell’imprenditoria, E non c’è dubbio che siano i gruppi che fanno capo a Francesco Patitucci e a Roberto Porcaro quelli che fanno la parte del leone.
Sono stati in tanti a temere il pentimento di Roberto Porcaro, poi “sventato” in qualche modo che ancora non è chiaro e più di tutti il livello della malapolitica cosentina, che per 10 lunghi anni ha permesso ai boss di fare denaro e di riciclarlo. Ma non c’è dubbio che ha tremato anche uno dei soggetti più potenti della macchina dei clan confederati.
Dalle indagini è emerso che gli indagati dei gruppi di Patitucci e Porcaro hanno portato a termine una serie molto alta di estorsioni ma si sono dedicati con uguale pervicacia anche alle attività di usura e di esercizio abusivo del credito e di attività finanziaria. Questi ultimi delitti concorrono materialmente e seguono lo schema delle estorsioni ossia il sottrarsi, da parte degli affiliati, alle comuni regole civili per cui questi, invece di svolgere una lecita attività lavorativa, scelgono di delinquere lucrando sulla disperazione della gente che, credendo di non avere altra via di uscita, si rivolge a loro in cerca di aiuto. In altri termini, gli ‘ndranghetisti si arricchiscono a discapito di persone in difficoltà, impiegando forze ed energie nello svolgimento dell’attività illecita alla stregua di un’attività professionale. £’ evidente, dunque, come sottolineava il gip nell’ordinanza del 1° settembre 2022, che si tratta della tipica distorsione dei principi che regolano il comune vivere civile, distorsione questa che permette agli indagati non solo di commettere reati, ma idi sentirsi legittimati a farlo.
Il gip Alfredo Ferraro sottolineava del resto che alla figura di Roberto Porcaro, in forza della sua posizione apicale nell’ambito della confederazione dei clan cosentini, va ricondotta la totale riferibilità delle azioni poste in essere dal gruppo che prende il suo nome.
Anche a Mario Piromallo detto Renato va riconosciuto un ruolo apicale in seno alla confederazione, sebbene sottordinato rispetto al Patitucci. Correttamente, infatti, l’accusa declina la sua partecipazione in termini di “organizzatore e promotore” e non anche di capo.
Piromallo, classe 1967, condannato per concorso in omicidio nell’operazione Terminator, quando esce agisce con significativa autonomia ma sempre nel rispetto delle gerarchie, risultando peraltro in collegamento con diversi esponenti della confederazione, anche facenti parte del gruppo degli Zingari (tra questi ultimi si citano, ad esempio, i contatti tra il Piromallo e Abbruzzese Nicola).
- Bruzzese Franco: “li gruppo federato, per parte degli italiani, comprendeva PATJTUCCI Francesco, LANZINO Ettore, DI PUPPO Umberto, Michele e Giovanni, PORCARO Roberto, ARIEL.LO Salvatore, PIROMALLO Renato, GENTILE Rinaldo ed altri che al momento non ricordo. “;
- Pellicori Luca: ”all’epoca questo gruppo, che opera nel territorio del Comune di Cosenza e nella provincia, era autonomo, nel senso che decideva autonomamente le azioni criminali e aveva il controllo del territorio, fino al 2014, ora, pur continuando ad operare e a compiere azioni criminali, è subordinato ai nuovi gruppi capeggiati da SGANGA Gianfranco del gruppo CICERO, del quale fanno parte FALBO Alfonsino, Mario e Francesco RAIMONDO, CIIRO Francesco e Carmelo PERRI; Roberto PORCARO del gruppo PATJTUCCI-LANZINO e Renato PIROMALLO del gruppo, che opera con Gianluca MARS’JCO e i fratelli DI PUPPO, Umberto e Michele, Massimo CIANCIO, Mario GATTO, Fabrizio PROVENZANO, Francesco DE LUCA e Alberto SUPERBO. —omissis—
- ADR· posso parlare dei rapporti che intercorrono oggi tra gli Italiani, con a capo PIROMALLO Mario detto Renato, PATJTUCCI Francesco, LANZINO e PORCARO, con il gruppo degli Zingari e con SGANGA Gianfranco, il quale ha adesso un suo gruppo originato dalla riorganizzazione della cosca c.d. “Cicero’:· —omissis—ADR-più nel particolare posso riferire sugli assetti attuali e sulle attività criminali tuttora in atto, comprese le estorsioni, del nascente gruppo di SGANGA Gianfranco il quale si è accordato con gli altri esponenti di spicco della criminalità cittadina per la raccolta dei proventi illeciti fra i quali vi è anche Renato PIROMALLO ..”;
- Noblea Francesco: riferiva che il Piromallo gestiva, con altri, lo spaccio di stupefacenti, e precisava che ”..fa parte del gruppo di Francesco PATITUCCI, Roberto PORCARO, Renato PIROMALLO, Antonio ILLUMINATO, Antonio BASILE, Francesco STOLA e Massimo D’ELIA. —omissis— Renato PIROMALLO si occupa delle estorsioni alla piazza Spirito Santo, a lui paga la “Sala Giochi Eurobet”, la gioielleria vicino la farmacia e la benzina al bivio di San Fili.“;
- De Rose Vincenzo, Palmieri Anna, Zaffante Giuseppe, e Abbruzzese Celestino riferivano tutti dell’intraneità del Piromallo con ruolo di primo piani.
Le dichiarazioni dei pentiti risultano in modo evidente convergenti e concordanti nel ritenere il Piromallo membro apicale della confederazione, di talché, unitamente alle altre emergenze indiziarie elencate e valutate, risultano pacifici i gravi indizi di colpevolezza per l’associazione.
A Piromallo viene contestato, tra gli altri reati, il trasferimento fraudolento di valori relativo agli impianti sportivi di via Pietro Nenni a Cosenza affidati alla Asd Amici del calcetto di cui Alessandro Cariati è legale rappresentante ma che risulta di fatto gestita da Giuseppe Massimo Maione e Renato Piromallo.
Il pentito Luciano Impieri rendeva dichiarazioni in merito ai rapporti tra Renato Piromallo e Alessandro Cariati, precisando che quest’ultimo è intestatario fittizio, per conto del Piromallo, dei campetti di calcio e dell’agenzia di scommesse di via Popilia, come si è già visto per la situazione dell’assessore Francesco De Cicco (http://www.iacchite.blog/cosenza-il-blitz-di-gratteri-e-gli-affari-del-gaming-de-cicco-indebitato-finisce-nella-morsa-del-poliziotto-infedele-e-di-piromallo/). Le intercettazioni, inoltre, rafforzano le dichiarazioni del pentito, evidenziando come il Piromallo e i suoi sodali gestivano le attività del campetto in piena autonomia alla stregua di una gestione uti dominus, manifestando così la piena riconducibilità di detta attività a loro stessi. Con la “benedizione” di Occhiuto, come ormai sa tutta Cosenza…
OCCHIUTO, PIROMALLO E GLI AMICI DEL CALCETTO (https://www.iacchite.blog/cosenza-laltra-meta-del-romanzo-criminale-occhiuto-piromallo-e-le-proroghe-mafiose-agli-amici-del-calcetto/)
Il Piromallo attuava questo piano proprio al fine di dissimulare la riconducibilità dell’attività a lui stesso, consapevole dei rischi di sequestro e confisca. Tale elemento, del resto, si desume agevolmente dal fatto che i campetti sportivi non erano l’unica attività di fatto riconducibile al Piromallo ma formalmente intestata ad altri, sicché emerge come lo stesso così facendo adoperava un vero e proprio modus operandi al fine di arricchirsi senza esporsi ad alcun rischio.
Ma non solo. Il pentito Giuseppe Zaffonte riferisce che “… Mario Gervasi gestisce i soldi di Gianfranco Bruni detto ‘u tupinaru e di Mario Piromallo detto Renato: sia con le scommesse che con le attività commerciali è il loro prestanome. Gervasi ha anche lui una piattaforma “.com”, quindi illegale, che ha un giro d’affari molto vasto. “Bancano” loro le scommesse, nel senso che mettono loro i soldi. Gervasi gestisce anche un bar tabacchi a via Popilia e ha una lavanderia a via degli Stadi. Il bar tabacchi è in società con Renato Piromallo mentre la lavanderia era di Gervasi, Piromallo, Roberto Porcaro e Salvatore Ariello, non so a chi fosse intestata… Su questa lavanderia c’è stata una discussione tra di loro…”.
Sempre Zaffonte afferma ancora: “… Sono a conoscenza del fatto che la ditta Cardamone, che ha l’appalto della mensa dell’ospedale e di altre strutture su Cosenza – scuole, asili e cliniche – è in qualche modo riferibile a Mario Piromallo detto Renato. In questa ditta ci lavora la moglie di Piromallo e per qualsiasi cosa relativa a questa ditta bisogna rivolgersi a Renato…”.
La questione relativa alle mense e alle altre strutture in mano alla ditta Cardamone e alla moglie di Piromallo, porta alla mente istintivamente il Comune di Cosenza, che ha permesso e permette ancora alla signora di circolare liberamente nei corridoi. Del resto, tutti sanno che non è cambiato niente.
GRATTERI E IL SUPERCLAN DEI CALABRESI: GRANDE ARACRI RIPUDIATO PER SALVARE DELRIO (https://www.iacchite.blog/gratteri-e-il-superclan-dei-calabresi-grande-aracri-ripudiato-per-salvare-delrio-e-gli-occhiuto-intoccabili/)
E sono sempre di più coloro che pensano che il mancato pentimento di Porcaro risponde – con le dovute proporzioni – alle stesse logiche che hanno impedito quello di Nicolino Grande Aracri. Lì la Dda salvava il deretano a Delrio, qui agli Occhiuto, ma specialmente a Mario, sindaco cazzaro di Cosenza per dieci lunghissimi anni. Intelligenti pauca.