Cosenza, il blitz di Gratteri. Il Consiglio solidale con gli arrestati

La maggioranza politica posticcia messa su da Nicola Adamo, che da dieci mesi governa Cosenza, ha dimostrato, senza timore di smentita, tutta la sua inadeguatezza ad affrontare seriamente i gravi problemi della città. Una manica di incapaci, guidati dal prestanome Franz Caruso, messi lì da Madame Fifì con un preciso mandato: curare il proprio orticello e quello, ovviamente, degli amici degli amici. Altro non fanno. E lo dimostra la totale assenza di una azione amministrativa mirata alla risoluzione, almeno, dei problemi più urgenti. Navigano a vista, e galleggiano tra un affidamento diretto e una somma urgenza, giusto per rifarsi delle spese. Per certi versi questa sindacatura ricorda quella che è passata alla storia della città come l’amministrazione più invisibile e immobile di tutti i tempi, guidata dall’allora statua di Perugini (anche lui messo sulla poltrona di sindaco da Nicola Adamo), dove a funzionare era solo il “quarto piano ufficio lavori pubblici”, capitanato allora da un pimpante ingegnere Pecoraro in coppia con il cardinale Franco Ambrogio. L’eminenza grigia che ha creato Nicola Adamo. Cinque anni di totale inattività politica, bilanciati da cinque anni di frenetico efficientismo amministrativo nel distribuire, agli amici degli amici, prebende, incarichi, affidamenti diretti di ogni ordine e grado, e somme urgenze a volontà.

La sindacatura di Franz Caruso ha tutti i requisiti per ricalcare la disastrosa esperienza amministrativa di Perugini. Del resto la regia è sempre la stessa: Madame Fifì e Capu i Liuni. E il copione da seguire non è diverso da quelle delle “puntate precedenti”. Insomma sempre la solita solfa: mentre la città sprofonda nei tanti problemi irrisolti, aggravati dagli eventi degli ultimi anni, sindaco, consiglieri e assessori passano le giornate nascosti chissà dove a scrivere effimeri comunicati buoni solo per incartare il pesce. Veline che descrivono l’efficienza amministrativa di Franz a scoprire targhe, assegnare premi, e intitolare strade. Di quello che si appresta ad arrivare, un autunno/inverno di veri e propri sacrifici per tutti, specie per chi già ora non arriva a fine mese, non gliene può fregar de meno. Anche se qualcuno dell’amministrazione ci prova a darsi un tono da compagna.

Il dibattito sui gravi problemi sociali che esistono in città, non è all’ordine del giorno dell’agenda politica di Franz. Che proprio oggi ha comunicato l’ennesimo taglio ai servizi di assistenza domiciliare previsti per i cittadini che non sono autosufficienti. Un altro colpo alla già disastrata, anzi inesistente, politica sociale del comune. Un danno che va ad aggiungersi alla spazzatura per le vie della città, alla soppressione dei servizi essenziali per i cittadini, alla mancanza di manutenzione per i beni pubblici, all’abbandono dei quartieri e delle periferie, allo sgretolamento quotidiano della città antica, alla mancanza di una sanità degna di un paese civile, e all’assenza di una programmazione culturale all’altezza di Cosenza, l’Atene della Calabria, ridotta, oramai, a mera vestigia di se stessa.

E già solo questo basterebbe per deprimere il più dotato degli ottimisti, ma non finisce qui, perché Franz ha pensato bene di metterci il carico da 11 di sopra: l’invio delle cartelle di pagamento dei tributio comunali con il massimo dell’aumento. Dopo l’ingiustificato aumento di luce, gas, e beni di prima necessità, anche Franz ha pensato bene di far pagare i pesanti debiti lasciati da tutte le precedenti amministrazione, con particolare riferimento al decennio occhiutiano, ai soliti cittadini. Di riscuotere, invece, i tanti balzelli dei beni comuni dati in gestione a “privati” che non hanno mai corrisposto il dovuto canone di affitto, di riscuotere gli oneri di urbanizzazione mai versati nella casse comunali e che valgono milioni di euro,  da chi continua a costruire in una città che possiede migliaia di appartamenti vuoti, a Franz non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. A denunciare evasori fiscali a livelli pesanti, Franz, in procura non ci va. Preferisce prendersela con le famiglie che non hanno santi in paradiso.

Ma la cosa più vergognosa di questo consiglio comunale è di sicuro l’omertoso silenzio dopo il blitz di Gratteri contro le cosche di ‘ndrangheta cittadine. La quasi totalità dell’economia cittadina è gestita dai clan. E questo, nonostante le confessioni dei mafiosi che ammettono, nelle intercettazioni, le loro responsabilità criminali. Dal lungo elenco stilato dalla Dda degli estorti, degli usurati, dei vessati, a Cosenza si salvano in pochi. A Cosenza chi per un motivo, chi per un altro, deve qualcosa ai clan. Una situazione spaventosa che avrebbe dovuto “accendere” il dibattito politico in città. E invece tutti zitti. Non hanno sentito neanche l’esigenza si salvare le apparenze convocando un consiglio comunale giusto per far veder ai cittadini che discutono del problema. La paura di offendere qualche buon’amico finito nella rete di Gratteri, non gli consente neanche l’utilizzo della classica retorica istituzionale di circostanza che i politici (specie quelli collusi) pronunciano all’indomani di una operazione di polizia contro la mafia. Tipo: “la mafia è una montagna di merda”. In questo caso il silenzio del sindaco, degli assessori, dei consiglieri, ha un solo significato: una manifestazione di solidarietà e appartenenza alla paranza degli arrestati. Se così non è ditelo, aspettiamo la convocazione di un consiglio comunale sul tema.