L’overcrowdong – in italiano sovraffollamento – in Pronto soccorso è un problema atavico dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Più volte si è provato a gestirlo e più volte abbiamo scritto mettendo in evidenza che sostanzialmente l’Azienda Ospedaliera di Cosenza eroga prestazioni più di quanto sia proporzionato alla propria strutturazione.
Per fare un esempio, è come se in un appartamento con 5 posti letto tu ci metti una famiglia di 10 persone… è del tutto evidente che questi che vi abiteranno avranno sicuramente problemi, non avranno letti per tutti, gli spazi saranno poco adeguati, avranno problemi per usufruire del bagno e così via.
Ma come si è arrivati a questo? La chiusura dei presidi ospedalieri minori e la mancanza di personale ha determinato in questi anni un sovraccarico dell’Annunziata, sovraccarico che è stato pagato soprattutto dai pazienti che non hanno potuto vedersi garantita un’assistenza adeguata e dall’altra parte gli operatori, i sanitari, i medici sotto pressione con un impegno e una responsabilità sproporzionati.
Oggi le cose sono cambiate: gli Spoke di Paola Cetraro, di Castrovillari, di Rossano Corigliano ma anche i presidi ospedalieri di Acri, San Giovanni in Fiore, Trebisacce, Praia a Mare e Cariati sono stati implementati con nuove assunzioni, nomina di nuovi primari, sedi ristrutturate o in fase di ultimazione, sono state digitalizzate tante procedure, sono stati comprati tanti macchinari nuovi: soprattutto tac e risonanze. L’Asp di Cosenza vanta la telecardiologia, la teleradiologia, e tanto altro.
Ogni giorno si parla dei primari dei presidi ospedalieri dell’Asp come eccellenze riconosciute a livello anche internazionale ed allora dov’è il problema? Perché i malati si rivolgono per essere curati all’Annunziata? Sfiducia negli operatori dei presidi ospedalieri dell’Asp? Abitudine mentale? Alcuni si presentano al Pronto soccorso di spontanea volontà, perché vicini per distanza, altri perché, comunque, si sono trovati bene in altre situazioni spiacevoli. Altri arrivano perché ce li portano le autoambulanze dell’ex 118 attualmente 112. Le autoambulanze gestite dal Dr. Riccardo Borselli, direttore della Centrale operativa di Cosenza, Capo dipartimento dell’emergenza/urgenza dell’Asp di Cosenza ma anche con un piede ad Azienda Zero, prossimo alla pensione, che dopo tanti anni di gestione del 118, a tutt’oggi non riesce a gestire il servizio né delle autoambulanze dell’Asp e né tantomeno di quelle private. E’ bene che ce lo diciamo chiaramente e senza peli sulla lingua, come nostra abitudine.
Perché se il suo omologo, direttore del Dipartimento dell’emergenza/urgenza dell’Annunziata, il “professoricchio” Andrea Bruni, fa attuare una disposizione che fa spostare i codici azzurri e gialli presso altri presidi ospedalieri un problema c’è….
C’è un problema di mancanza di comunicazione, o magari di comprensione del Dr. Borselli o di cattiva gestione della centrale operativa del 118 di Cosenza che anziché spalmare i pazienti su tutti i presidi ospedalieri continua a sovraccaricare il Pronto Soccorso di Cosenza?
Come mai il Dr. Borselli continua a mettere in difficoltà il giovane “professoricchio” Andrea Bruni? O il Dr. Borselli sa che i primari dei presidi ospedalieri dell’Asp sono degli incompetenti ed incapaci oppure non gestisce la Centrale operativa del 118 lasciando agli autisti delle autoambulanze la scelta di dove portare i malati… Delle due cose una è peggio dell’altra. Attendiamo con ansia che il Dr. Borselli spieghi non tanto a noi quanto alla città e alla provincia di Cosenza questa situazione perché è impensabile che un paziente residente a Cosenza sia costretto ad andare al Pronto Soccorso di Paola o a Rossano e viceversa uno che è residente a Rossano trovarsi al Pronto Soccorso di Cosenza. Non vi pare? E vi pare che sia possibile andare avanti così?









