Nel corso del consiglio comunale di ieri la figlia di Giggino Incarnato, che al Comune fa l’assessore ed ha la delega all’urbanistica e all’anagrafe risponde al nome di Pina mentre in municipio risponde agli ordini di Nicola Adamo, ha annunciato che Palazzo dei Bruzi ha appena siglato una convenzione con l’Aterp di Cosenza per utilizzare le palazzine Edera per realizzare alloggi di edilizia popolare. E ha aggiunto che l’intervento avrà anche un carattere estetico perché libererà l’imbocco dell’autostrada dalla vista dello scheletro che sovrasta la rotatoria guardando verso sinistra.
Come ben sapete, a Cosenza nulla è come appare e anche dietro ad una convenzione a prima vista utile si nasconde qualcosa, anzi qualcuno.
Noi che conosciamo la storia della città e siamo tra i pochi che la raccontano senza sconti per nessuno, nonostante ne abbiamo viste di ogni tipo, siamo saltati sulla sedia quando i media di regime hanno diffuso la notizia.
Eh sì, perché la storia delle palazzine Edera nasce più di venti anni fa. Ed è giunto il momento di raccontarla. A quei tempi don Pierino Citrigno, oggi boss della sanità privata, già ex amico fidato e socio occulto del Cinghiale, era ancora molto attivo nell’edilizia e aveva anche deciso di investire nell’editoria dando vita ad un quotidiano cartaceo a diffusione provinciale chiamato appunto La Provincia Cosentina.
Don Pierino era già chiacchierato: prima e pure dopo ha avuto problemi con la giustizia, ma il cervello lo ha e lo fa girare e aveva capito che con un giornale poteva supportare e rafforzare le sue aziende, che a quel tempo si occupavano prevalentemente di edilizia e non si erano ancora allargate alla sanità.
Fondato il giornale, si fionda al Comune di Cosenza dove sindaco era Giacomo Mancini. Il vecchio leone lo ascolta perplesso e Citrigno gli dice più o meno così “Onorevole, la vostra amministrazione ha cambiato Cosenza e il giornale la sosterrà”. Mancini, che all’epoca aveva contro sia la Gazzetta che il Quotidiano, ringrazia e augura buon lavoro.
Ma Citrigno aveva interpretato male la cordialità del sindaco e, secondo la sua testa, a Cosenza avrebbe potuto fare quello che a nessuno era consentito di fare.
E pensò bene (anzi) male di costruire tre piani in più ad un palazzo che stava sorgendo a due passi dallo svincolo dell’autostrada che invece aveva la concessione per tre piani in meno.
Quando Mancini se ne accorse, apriti cielo. Intimò a Citrigno di rispettare la concessione e di provvedere all’abbattimento dei piani abusivi. Citrigno rispose picche e confidando sul potere del suo giornale iniziò una violenta e velenosa campagna di stampa contro Mancini e la sua amministrazione.
Non conosceva a fondo Mancini. Che invece di piegarsi andò dritto come un treno. E vinti i vari ricorsi ottenne la demolizione dei piani in più che furono abbattuti dal Genio militare chiamato dal sindaco perché in città le imprese locali non si erano prestate alla demolizione di una costruzione che seppur abusiva era stata realizzata da un loro “collega”. Un evento che fece epoca a Cosenza intorno alla fine degli anni Novanta. Questa è la storia.
Nel frattempo Citrigno si era buttato nell’affare sanità, sotto l’ala di Nicola Adamo, ma era stato beccato da Facciolla nell’operazione Twister e aveva dovuto attendere ancora un po’ prima di riprendere il suo squallido volo di rapace faccendiere. Tuttavia, le palazzine Edera gli erano rimaste indigeste e così, visto che finalmente il suo amico Nicola è tornato al comando al Comune, e tornato a richiedere quello che il vecchio Mancini non gli ha fatto passare. Ed ecco la convenzione tra Comune a Aterp che insieme ricostruiranno un palazzo abusivo alla faccia di chi in città ha sempre rispettato le regole.