Con l’arrivo di settembre, la domanda che più gira tra la gente è questa: che cosa ci riserva questo mese? Già, perché dopo un avvio disastroso di questo orribile 2020, l’ansia, la preoccupazione, l’angoscia di ritrovarsi di nuovo al punto di partenza, e dover affrontare una “nuova pandemia”, è più forte che mai. Il lassismo da tanti praticato in questa estate appena terminata, tra frizzi e lazzi, negazioni e conferme, avrà delle conseguenze sul tanto atteso ritorno alla normalità? I contagi da covid registrati in questi ultimi mesi indurranno il governo a mettere in atto una nuova chiusura totale, oppure o no? Qual è l’impressione che hanno i cosentini di questo settembre appena iniziato e cosa si aspettano da questo mese? I dubbi e le domande fioccano. E la preoccupazione è solo una: che ne sarà di noi?
Infatti a chiedersi che ne sarà di loro sono soprattutto i tanti commercianti, i piccoli artigiani, le partite Iva, i ristoratori, e gli albergatori in ginocchio economicamente da mesi, causa covid, costretti ad aggrapparsi ad una labile speranza: arriverà davvero, in questo mese, la tanto annunciata e tanto attesa ripresa economica? E poi: i finanziamenti a sostegno di chi ha subito danni economici dalla pandemia arriveranno a tutti, oppure solo ai soliti amici degli amici? La gente ritornerà libera per strada, oppure continueranno ad esserci astruse e assurde limitazioni? Possiamo investire per la riapertura delle nostre attività, oppure no? Sarà ripristinata la libera concorrenza o dobbiamo pensare che in fin dei conti questo covid, più che infettare, fa bene solo a qualcuno?
A chiedersi che ne sarà di loro anche i tanti dipendenti pubblici ansiosi di ritornare alla solita routine: continueranno a lavorare da casa o ritorneranno in ufficio a timbrare il cartellino tutti i giorni? Non tutti i covid vengono per nuocere.
Non sono da meno i tanti professori costretti a casa da mesi che in preda ad una crisi di astinenza da cattedra, ed arrivati a pochi giorni dal suono della campanella, chiedono sommessamente a chi di dovere se questo nuovo anno scolastico riuscirà a partire regolarmente e in tutta sicurezza. Dicono: il distanziamento previsto tra gli alunni, quante classi in più produrrà? La qualità della didattica subirà “modifiche” o no? Saremo affiancati da una unità sanitaria di pronto intervento, oppure dobbiamo sbrigarcela da soli? I rinforzi sono reali o virtuali? Ritorneremo ad occupare di nuovo le nostre cattedre oppure saremo di nuovo costretti a forzate vacanze? Una cosa è certa, o prima o poi a scuola bisogna ritornare, si sa: un covid, in fondo, non è per sempre!
Che fine faremo, si chiedono, invece, i tanti politici intrallazzati e corrotti, coinvolti in diverse inchieste giudiziarie, se la Giustizia dovesse riprendere a fare il suo corso? Un eventuale ritorno alla normalità quanto metterebbe a rischio la loro libertà? Se è vero che il virus aiuta a far dimenticare agli altri i loro guai, e anche vero che, arrivati a questo punto, una nuova chiusura totale potrebbe aiutare certa magistratura ad affossare, definitivamente, le inchieste in cui sono coinvolti, perciò la domanda sorge spontanea: meglio il covid, o la galera? Meglio un covid oggi che una cella domani.
Stessa cosa vale per i tanti magistrati cosentini impelagati mani e piedi in faccende massomafiose e attenzionati da tempo dalla procura di Salerno, anche loro preoccupati da un riavvio dell’’attività dei loro colleghi, dopo l’evidente rallentamento dovuto alla pandemia. Le conseguenze giudiziarie, alle loro malefatte, potrebbero materializzarsi in questo mese di settembre, se l’attività della procura di Salerno dovesse ritornare ai ritmi di sempre? Mah… viene da dire: campa covid che l’erba cresce!
Preoccupati per il loro futuro anche i tanti pusher della città, a cominciare da quelli di colore immortalati nei tanti filmati in possesso del pm Cozzolino di Cosenza. I neri si chiedono: scatterà l’atteso blitz contro gli spinelli in programma da tempo, e fermato più volte causa covid? Le possibilità del si, sono alte: il classico covid negli occhi della gente!
Assillati dal ritorno in cella, invece, i tanti malavitosi coinvolti in loschi affari e chiamati in correità da nuovi e vecchi pentiti. La domanda nell’ambiente è solo una: ci sarà il secondo blitz, in continuità con quello messo a segno dalla Dda di Catanzaro a Cosenza denominato Overture, dopo le ultime cantate dei nuovi pentiti? Bisogna farsi coraggio e pensare che prima o poi il covid, a furia di tirare la corda, finisce nella tagliola.
Ma non finisce qui. Infatti sono ancora tanti i preoccupati dalle possibili evoluzioni di questo mese, ad esempio: che ne sarà del sindaco avvocato immortalato in una conversazione con il giudice Petrini (arrestato per corruzione) intendo a contare il denaro contenuto in una bustarella? Finirà in galera oppure no? Che ne sarà del sindaco architetto (con tre rinvii a giudizio) chiamato in correità da diversi pentiti di ‘ndrangheta, insieme all’avvocato della sanità, ai soliti avvocatoni, e a diverse divise sporche, in faccende mafiose di voto di scambio e truffa allo stato? Che ne sarà dei tanti funzionari e dirigenti pubblici da anni con le mani in pasta in ogni movimento di denaro pubblico, indagati in diverse inchieste della Manzini, finiranno davanti un giudice oppure o no?
Gli unici “spensierati” sono tutti quelli che lavorano nei servizi essenziali: sanità, produzione agroalimentare e distribuzione, energia, sicurezza, produzione industriale, covid o non covid, per loro non cambia niente, devono recarsi sul posto di lavoro lo stesso.
A guardare tutto ciò l’impressione di settembre è quella che questa pandemia, al di là di della diatriba tra chi nega l’esistenza del virus e chi lo conferma, per molti è una disgrazia e per altri una vera manna dal cielo. C’è chi la scongiura, e chi invece, per mero opportunismo, la auspica, si sa: un pandemia allunga la vita. ma non a tutti purtroppo. Che Dio ce la mandi sempre buona!