Cosenza, Invasioni e la scelta radical della borghesia intellettuale: qui c’è del genio, ragazzi!

dalla pagina FB di Mariarosaria Petrasso 

A giudicare dal silenzio stampa, l’ultima serata di Invasioni a Cosenza, nonostante l’apertura dei cancelli all’ultimo minuto, deve essere stata un flop peggio della prima.
Cartellone pretenzioso per una città come Cosenza che riempie le piazze con Cecè Barretta. La presunzione di voler fare educazione musicale, a pagamento, in un evento che ormai è ben oltre il rantolo della morte, è la solita scelta radical di una certa borghesia intellettuale che pensa di essere più colta e più avanguardista degli altri.
Nel 2011 (una data a caso) Invasioni vedeva sui palchi Alex Britti, Mario Gualtieri, Marlene Kunz, musica folk, etnomusic e altre decine di eventi collaterali come Giufà e il mare. Insomma, l’utile e il dilettevole.
La piazza va rieducata alla bellezza.

Anche io che ho girato l’Italia per decine di “concertoni” spendendo migliaia di euro con la media di 100 euro a biglietto, reduce dai Rammstein a Padova dello scorso 1 luglio, i Clock DVA e co. non sarei andata a vederli. Manco gratis. Perché due giorni di musica sperimentale/elettronica/punk/rock/hiphop/tric&trac o sei appassionato o dopo un’ora ti macini le palle.
Insomma, i cosentini vi hanno snobbato, nessuno ci ha guadagnato e il gruppone che conoscono solo in trenta persone disposte a pagare per vederli, lo paga comunque la cassa comunale.
Qui c’è del genio, ragazzi!