Alla Segretaria Cittadina PD
Al Segretario Provinciale PD
Al Segretario Regionale PD
L’Amaco è ormai teatrino di irresponsabili. Pd silente preoccupa.
Cara Segretaria.
Leggiamo sulla stampa le dichiarazioni di Occhiuto che ci lasciano esterrefatti e ci indignano. Il maggiore responsabile delle condizioni drammatiche in cui versano il Comune di Cosenza e l’Amaco tenta di sfilarsi dalle sue responsabilità, scaricandole sull’attuale amministrazione. Quello che da tempo paventavamo preoccupati, purtroppo, si sta palesando. Le reticenze del Sindaco Caruso e della sua maggioranza politica, di fronte allo sconquasso ereditato, rischiano purtroppo di farli apparire, purtroppo corresponsabili dell’attuale sfascio.
Che fine hanno fatto i proclami pubblici che, subito dopo l’insediamento della nuova giunta Caruso, impegnavano l’attuale Amministrazione di informare i cittadini e di denunciare alla magistratura i misfatti contabili dei precedenti amministratori?
Purtroppo, come accade ogni volta in cui si discute dei problemi e del futuro di Cosenza, il PD si distingue per la sua latitanza nel dibattito. Da settimane, infatti, sembra ormai evidente che l’Amaco rischia di scomparire e il PD non ha versato una sola riga d’inchiostro per dire qualcosa. Nessuno conosce la posizione del maggior partito della coalizione, che governa l’amministrazione Caruso-De Cicco, sul futuro dei lavoratori della municipalizzata, cui va la nostra solidarietà e che di certo non meritano di finire in mezzo al teatrino messo in piedi da chi si preoccupa di affrancarsi dalle proprie responsabilità, piuttosto che di tutelare il loro futuro occupazionale.
E come si può partecipare nella discussione sul futuro della città capoluogo se i partiti e i loro iscritti sono di fatto impossibilitati a manifestare il proprio orientamento per le decisioni da assumere?
Il circolo del PD, in particolare, alla cui segretaria più volte ci siamo rivolti per sollecitare il dibattito sull’Amaco, non sembra altro che uno “strumento” attivato e finalizzato alle manovre congressuali. Noi pensiamo invece che sia necessario che il circolo torni ad essere un luogo di confronto e discussione, in cui, su un tema come l’Amaco si prendano posizioni chiare. A partire dal fatto che non si può non catechizzare la sfrontatezza del sen. Occhiuto, ex sindaco della città che contesta alla nuova amministrazione di non avere provveduto alla ricapitalizzazione della municipalizzata. Lui, che ha lasciato le casse del comune senza il becco di un quattrino dopo averlo portato al riconoscimento coatto del dissesto, deliberato dal consiglio comunale dopo la diffida della Corte dei Conti.
E che l’Amaco fosse in stato di crisi già nel corso del 2019 lo aveva addirittura denunciato qualcuno di noi, semplicemente leggendo le carte del Bilancio 2018, nell’ insensibilità assoluta dell’allora compagine di governo di Palazzo dei Bruzi e anche degli allora rappresentanti dell’opposizione.
Ma per rintuzzare la polemica del sen. Occhiuto servono posizioni autorevoli, come solo quella di una grande forza democratica può essere.
Serve infatti a poco il borbottio timido di un sindaco che ha impiegato 383 giorni (dalla data di insediamento) per rimpiazzare l’amministratore lasciato in eredità dalle giunte Occhiuto e che ne avrebbe impiegato certamente di più se non fosse stato destato dall’iniziativa del pubblico ministero della procura della repubblica del tribunale di Cosenza di richiedere la liquidazione giudiziaria della società.
E di certo sarebbe più significativa la posizione del sindaco, se non avesse impiegato 771 giorni dal suo insediamento per comprendere che l’Amaco era già finita quando lui nel suo programma amministrativo ne assicurava il rilancio.
In realtà, oggi il vero problema è il destino dei dipendenti dell’Amaco (e questo il sindaco lo sa bene, visto ciò che è accaduto nell’ultima seduta del consiglio comunale). È ormai quasi giunta a scadenza l’autorizzazione all’esercizio provvisorio concessa dal tribunale di Cosenza, con l’effetto che, a meno che non intervenga una proroga, il curatore dovrà licenziare i dipendenti e dismettere la concessione, con ciò compromettendosi irrimediabilmente la tutela legale della conservazione del posto di lavoro dei dipendenti Amaco.
Torniamo quindi a sollecitare il PD a convocare l’Assemblea del circolo cosentino, destando dal suo letargico sonno chi doveva mostrare maggiore attenzione non alla richiesta di convocazione dei propri iscritti, ma semmai alla delicatezza delle questioni di cui si chiede di discutere.
Infine, riteniamo che non sia più possibile, stante la confusione che regna sovrana, rinviare il problema della rappresentanza in giunta del PD e del suo riferimento amministrativo che non può che essere rappresentato dalla nomina del nuovo Vice Sindaco. Ogni ulteriore ritardo in questa direzione rappresenterebbe assumersi responsabilità pesanti e dirette come PD nell’affrontare e risolvere la crisi strisciante che da più tempo attanaglia l’attuale esecutivo. Tutto ciò è indispensabile se si vuole evitare che ancora una volta i problemi politici ed amministrativi della città vengano affrontati e decisi fra pochissimi intimi e per posizionamenti personali.
Sergio De Simone, Giulio Palma, Giacomo Mancini, Saverio Carlo Greco