Cosenza, Kevin Marulla annuncia: “La mia famiglia ha denunciato il Marca: la concessione del Comune è scaduta”

dalla pagina FB di Kevin Marulla

Ritengo sia giunto, per me e per la mia famiglia, il momento di rompere il silenzio sulla vicenda afferente la scuola calcio Marca.
Evidentemente ci si è cullati sulla nostra discrezione, sulla nostra dignità e riservatezza.
Abbiamo dovuto incassare, e la nostra decisione di non esporci è figlia solo della certezza che, prima o poi, il tempo ci avrebbe dato ragione.
In questi anni abbiamo finanche dovuto sentir dire che la mia famiglia non facesse più parte del Marca o che io non ci andassi più perché non volessi occuparmene.
Nulla di più falso.

Dopo una fase di, voglio dirlo immediatamente, allontanamento volontario dettato dall’enorme dolore che il solo pensare al centro sportivo ci provocava, abbiamo cercato di riprendere il discorso che mio padre aveva dovuto bruscamente interrompere.
Quando però ho ed abbiamo cercato di riprendere contatto con il centro sportivo, è stata da subito evidente la volontà di allontanarci o comunque tenerci distanti sfruttando, a tal fine, anche la nostra difficile situazione emotiva. La crudeltà ed il cinismo sono andati ben oltre l’immaginabile, un susseguirsi di gesti, atteggiamenti e azioni che definire deplorevoli è riduttivo.
In tanti, oltre a noi, hanno avuto la possibilità di rendersene conto, chi direttamente chi indirettamente.

Una volta compreso che vi era una chiara volontà di allontanarci dal Marca, dalla sua gente e dalla sua attività, attraverso i nostri legali abbiamo cercato di conoscere la situazione della società, chiedendo a più riprese la convocazione di un’assemblea per discutere e cercare di proseguire quel discorso.
Mai è stata mostrata una disponibilità reale, mai un’apertura ad una gestione condivisa, anche negli ultimi recenti tentativi, mai più avuta la possibilità di proseguire quel disegno.
Da quel maledetto 2015, la Società di cui siamo soci non ha mai convocato un’assemblea, neanche quella obbligata dalla legge per approvare i bilanci.

Abbiamo atteso e sperato che qualcosa cambiasse, ma nulla è mai cambiato. Anzi, alcuni recenti accadimenti hanno irrimediabilmente compromesso tutto.
Lo scorso anno, infatti, temendo che la situazione potesse degenerare, abbiamo richiesto al Comune di Cosenza, attraverso i nostri legali, di avere accesso alle informazioni relative alla concessione delle strutture in cui il Marca ha svolto e svolge la sua attività, facendo alcune scoperte a dir poco sconcertanti.
La società Marca, a nostra totale insaputa, ha tentato di spostare la concessione in favore di un’altra società, a noi del tutto sconosciuta ed estranea ma riconducibile ad un altro socio, chiedendolo per altro espressamente al Comune di Cosenza.
Bene chiarire come il Comune non abbia mai acconsentito a tale richiesta.

La questione, però, non finisce qui!
La concessione in favore della Società Marca S.r.l risulta essere scaduta ad Agosto 2021!
Malgrado ciò, però, il Comune di Cosenza non è mai intervenuto per porre fine a questa proroga che seppur non concessa formalmente risulta esserlo di fatto.

Voglio chiarirlo e non nasconderlo, io e la mia famiglia culliamo il sogno di proseguire quella che era la visione di mio padre, un centro sportivo che fosse accogliente, aggregante per la comunità cosentina come tanti altri rispettabili e ben gestiti centri presenti in Città e che rappresentasse la prosecuzione dei valori ed ideali che hanno sempre contraddistinto il suo agire ed il suo vivere.

Quel che, però, desideriamo maggiormente è che si ponga fine ad un agire che, sfruttando la sua immagine, ne offende gravemente ed in maniera ormai insopportabile la sua memoria.
Voglio comunicare che questi, e molti altri elementi, sono stati portati a conoscenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza e confidiamo che i Magistrati valutino con attenzione quanto esposto, così da assumere le decisioni e provvedimenti idonei a tutelare la legge, noi e la memoria di mio padre.
Tengo inoltre a dire che questa è solo una delle azioni che verranno fatte, non ci fermeremo!

Non è uno sfogo, è semplicemente arrivato il momento di mettere da parte pazienza e riservatezza; la misura è ormai colma!
Questo intervento è finalizzato anche ad impedire che il nostro silenzio, specie ora che la questione è diventata di dominio pubblico, possa venire liberamente interpretato e frainteso.
Da oggi in poi spero sia chiaro a tutti che io e la mia famiglia non ci siamo disinteressati del Marca, bensì siamo stati di fatto tagliati fuori dalla sua gestione e vita quotidiana quasi da subito, con un fine ormai chiaro.
Mio padre, sfido chiunque a dire il contrario, ha costruito quel Centro sportivo con passione, dedizione, amore e con le proprie mani, mattone dopo mattone (nel vero senso delle parole).

Per questa ragione abbiamo promesso a lui in primis e poi a noi stessi, che non avremo pace finché non avremo e non avrà giustizia.
Prima di concludere, mi sia concesso raccontare un episodio (tra i tanti) di crudeltà morale di cui ho fatto cenno all’inizio: una mattina, in maniera chirurgica perché la vigilia del nostro primo Natale senza mio padre, ricevemmo una raccomandata in cui ricordandoci del decesso, ci si intimava di voler prendere celeri determinazioni circa le quote della Società Marca.
Conservo ancora quelle lettere, non ho mai dimenticato come ci fecero sentire.
Questo gesto, tra gli altri, è qualcosa che non può essere descritto con aggettivi che non siano poco garbati ma spero renda l’idea di quel che abbiamo dovuto subire.
Infine, vorrei concludere questo pensiero con una considerazione: ieri potevate non sapere quanto stava e sta accadendo e vivere quindi il Marca credendo di proseguire così quel rapporto speciale che mio padre ha creato con la città di Cosenza ed il legame con la mia famiglia.
Oggi, tutti, sapete la verità ed ognuno sarà consapevole delle proprie scelte ed azioni.