L’arresto del faccendiere cosentino Marco Saturnino, 41 anni, nato a Cosenza e residente a Mendicino, per bancarotta fraudolenta parte da lontano. Precisamente da Ovada, in Piemonte, in provincia di Alessandria dove qualche anno fa si sviluppal’inchiesta sulla maxi truffa “Inverno al freddo”, legata al pellet per il riscaldamento.
Accertamenti in tutta Italia per ricostruire il numero dei raggirati (alla fine sono stati un centinaio), lunghi mesi di serrate indagini da parte della polizia stradale di Belforte Monferrato, e poi la conclusione con l’accertamento e la denuncia dei responsabili. Da Ovada e da altri centri della provincia di Alessandria sono partite le prime denunce che hanno consentito alla polizia stradale di far partire l’inchiesta che, per le modalità del raggiro denunciato, si annunciava fin dall’inizio corposa, come poi i fatti hanno dimostrato.
Alla base della truffa l’acquisto, attraverso internet, di bancali di pellet a prezzi di saldo in vista dell’inverno. Sono state centinaia le persone che hanno deciso di non lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione: il prezzo era inferiore di 40/50 centesimi a sacco rispetto a quello standard di mercato. Uno sconto importante, che lasciava presagire l’affare per l’acquirente, ma abbastanza contenuto per essere credibile e non dare adito a sospetti.
La maxi truffa partiva proprio dalla testa di Marco Saturnino perché artifizi e raggiri sono consistiti nell’utilizzare, per il compimento della truffa, la societa’ “Broker Sud srl”, avente sede legale a Mendicino contrada Tivoville (Cosenza) strada H n. 3/B, che si occupava normalmente di commercio all’ingrosso ed al dettaglio di materiale edilizio e della costruzione di fabbricati, di cui amministratore unico è Marco Saturnino, per aprire, in data 18 marzo 2013, una unità locale adibita ad ufficio e deposito ubicata a Cassano Magnago (Varese) in via Andrea Costa n. 7, per commercializzare specificamente prodotti specifici per camini e stufe [pellet certificato e legna da ardere].
Attraverso un sito internet, Saturnino e il suo complice avevano lanciato il prodotto. Il succo del raggiro consisteva nel far versare ai potenziali clienti un acconto per attivare il successivo invio della merce. Nel sito veniva richiesto l’acquisto minimo di 3 bancali, composto ognuno da 200 sacchetti di 15 kg. ciascuno. Di conseguenza doveva essere versato un anticipo del 30% sul totale della fornitura, il saldo alla consegna. Nel periodo estivo e pre autunnale tantissimi i clic per aderire all’affare, e, per i proponenti, l’incasso di denaro. Ma al momento della prevista consegna, dei bancali di pellet promessi nemmeno l’ombra.
La polizia, dopo avere scoperto che i conti correnti sui quali venivano effettuati i bonifici dei “clienti” erano riconducibili alla ditta del Varesotto e pure erano della provincia di Varese gli intestatari dei conti correnti con i quali Marco Saturnino operava per gestire il flusso di denaro.
Il caso è esploso quando, arrivato l’autunno, non sono stati consegnati i bancali di pellet come convenuto contrattualmente. «In realtà – dicono alla polizia – i due soggetti avevano acquisito le quote della società Broker, operante nel settore del commercio all’ingrosso e dettaglio di materiale per l’edilizia e altro, nell’aprile 2013. Una buona immagine su internet con tanto di sito, pubblicità battente attraverso la rete ed il conseguente arrivo degli ordini. Solo che, dopo le mancate consegne, in un primo tempo le centraliniste dell’impresa (tutte donne) adducevano giustificazioni varie, ma poi aumentando le richieste di spiegazioni i telefoni sono diventati muti.
Saturnino è stato beccato, arrestato e poi rilasciato e ora sotto processo. Ma nel frattempo ha continuato a “lavorare” per incassare i soldi e così le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza hanno scoperto che la Broker Sud è stata dichiarata fallita nell’anno 2015, e che il suo amministratore, Saturnino appunto, ha distratto beni e denaro per un valore pari a circa € 1.800.000, grazie ad abili artifizi contabili.
Il resto ormai è noto: Marco Saturnino è risultato essere il vero regista di un ben articolato sistema fraudolento che prevedeva la distrazione di denaro e beni della società fallita attraverso diversificate modalità delittuose, consistenti nell’acquisto di ingenti forniture di beni, che immediatamente venivano rivenduti a soggetti terzi, senza pagamento del corrispettivo, per poi ritornare nella disponibilità dell’indagato, e nella distrazione di somme dai conti correnti societari, giustificati in contabilità da crediti inesistenti. Dopo il fallimento, Saturnino aveva aperto una società satellite ma per i finanzieri è stato facile risalirvi. Da qui l’arresto per bancarotta fraudolenta.