Cosenza: la città dei caggi

Da quando è sindaco non ha fatto altro che raccontare castronerie ai cosentini. Come fanno i bravi trafficanti, Occhiuto ha imparato, per necessità, a “vendere” ciò che non ha, o meglio ciò che non è suo, e da bravo apprendista stregone ha imparato anche a creare l’illusione per meglio nascondere l’intrallazzo agli occhi della gente. Gente che spesso e volentieri resta abbagliata dai suoi incantesimi, così come succede ai bambini durante uno spettacolo di magia. Ma, come si sa, ogni “magia” per ben riuscire deve essere accompagnata da una narrazione, e allora giù con racconti degni del maestro Asimov: una città fantastica, la città delle stelle, la città della Luna, una città che ci ha reso orgogliosi, la città del benessere, la città dell’amore, la città dell’arte, la città della felicità, la città dei caggi.

Sì, la citta dei caggi che da anni gli vanno dietro nonostante nulla sia cambiato nella loro vita. Gaggi che continuano a credere a tutto quello che dice. Caggi pronti a ‘mmuccarsi qualsiasi cosa anche se a loro, alla fine, nulla entra in tasca. Infatti verrebbe da chiedere ai tanti caggi che gli vanno dietro: materialmente cos’è cambiato nella tua vita da quando Occhiuto è sindaco?  Tipo: ogni mese ti trovi 100 euro sotto il cuscino, non paghi più l’asilo e la mensa, non ti arrivano più le bollette di acqua e spazzatura, i tuoi figli vanno al cinema o in vacanza gratis, hai uno sconto al supermercato, qualcuno della tua famiglia o tu hai trovato un lavoro regolare, i servizi sociali e i servizi al cittadino funzionano che è una meraviglia. Cose concrete e necessarie per la vita di tutti i giorni.

Ora, a parte gli amici degli amici, i clienti a cui non può dire di no, e i suoi creditori, di reali benefici, intesi come sopra, dall’opera di Occhiuto, non ne ha visto nessuno. Tranne i caggi che sono convinti di sì: quelli che credono alla favola di Occhiuto quando gli racconta che, ad esempio, rifare una piazza porta turismo e fa crescere l’economia cittadina, e questo li fa sentire ricchi, anche se a casa un tenanu sali ppe n’uavu frittu.

I caggi sono fatti così, abboccano a tutto: gli basta solo avere l’illusione delle cose. L’illusione di stare meglio, l’illusione di non aver problemi, l’illusione di sentirsi partecipi di un qualcosa di cui non faranno mai parte. Ai caggi basta poco per credere, non hanno bisogno di vedere i fatti, i riscontri, le prove. Loro credono a prescindere, se la sublimazione ha fatto il suo effetto. Il che dipende dalla bravura dell’incantatore di caggi, e Occhiuto ha affinato tecniche d’incanto che nemmeno i fachiri di Persia. Se sei un caggio è impossibile non cadere nella sua rete. Altro che pifferaio magico!

Dopo la bella e tanta attesa promozione del Cosenza in serie B, ecco l’incantatore di caggi di nuovo all’opera. Per far passare l’intrallazzo del nuovo stadio tira fuori una narrazione a cui nessun caggio può resistere: con la serie B Cosenza aumenterà il pil di 60 milioni di euro all’anno (ahahahahaha). E già tutti i caggi si sentono ricchi. Anche se è chiaro a tutti, tranne ai caggi, che non c’è chiacchiera più chiacchiera di questa. Infatti ai caggi non interessa sapere se esiste uno studio scientifico dal quale Occhiuto ha tirato fuori questa cifra. A loro va bene così. L’approfondimento non è il loro forte.

A me, dico la verità, dispiace un po’ dei caggi. Mi fanno tenerezza. La loro ingenuità a me risulta genuina, sana, vera. I caggi non fingono mai di essere caggi. Sono caggi e basta. È la loro natura e vanno rispettati per quelli che sono. E poi diciamolo chiaro: I caggi non hanno speranze di cambiare, di capire la differenza tra “speranza” e “illusione”, perché a loro basta la semplice semplicità di cui vivono. Che i non caggi non comprendono. Una semplicità che potrebbe racchiudere anche una genialità ad altri non comprensibile, ed è per questo che forse in tanti di loro, quando riportano le parole di Occhiuto, e gli altri li deridono, si sentono dei “caggi incompresi”.

GdD