Cosenza, la città del riciclaggio diffuso e dei politici onesti

A Cosenza le persone perbene e oneste sono tante. La stragrande maggioranza degli abitanti. Silenti rispetto alla puzza di malaffare che attanaglia la città, ma onesti. Onestà che spesso il cosentino traduce in rassegnazione: il malaffare c’è sempre stato e sempre ci sarà, e non sarà certo l’onestà a cambiare le cose. Almeno non Italia, dove essere onesti non paga. Anzi sono solo gli onesti a pagare in Italia, e questa è una verità che nessuno può negare. I furbetti si arricchiscono impunemente mentre gli onesti faticano ad arrivare a fine mese. E’ questo il sistema che fa funzionare il nostro paese.

I disonesti, a Cosenza, sono una piccola minoranza che però detiene la quasi totalità dell’economia cittadina. E non parliamo di bar, ristoranti, e attività commerciali varie strozzate o sotto pizzo dalla malavita – che resta un serio problema mai emerso in tutta la sua virulenza, tutti sanno, ma nessuno parla – ma di una ristretta cerchia di personaggi che gestiscono attività che spaziano dalle costruzioni, alla sanità, all’usura a certi livelli, al riciclaggio, alle truffe milionarie allo stato, e ogni genere di intrallazzo legato sempre a pubblici finanziamenti. Una montagna di denaro di cui i cosentini sembrano non avere contezza. Eppur si muove, e a dirlo è la presenza di tante banche in una città come Cosenza dove non esistono attività produttive o industriali, e con un tasso di disoccupazione che arriva al 60%.

Chi deposita denaro in tutte queste banche? Denaro che in un modo o nell’altro arriva, a nostra insaputa, anche nei nostri portafogli. Se a guagna gira tutti sono contenti, anche gli onesti che magari accettano banconote di cui non possono sapere la provenienza, anche se l’immaginano, ma che sono felici di incassare. Perché l’onesto che incassa ha la coscienza a posto, non ha mica partecipato al “furto”, e non è complice di nessun intrallazzo. Se l’onesto gestisce una attività, incassa e dice grazie al cliente. Non chiede al cliente come se l’è guadagnato. È il miracolo del riciclaggio diffuso che ha fatto di Cosenza un’isola felice da tutelare. A chi più a chi meno lo status quo sta bene a tanti. Se mai dovesse fermarsi la giostra sarebbero problemi un po’per tutti.

A Cosenza tra gli onesti c’è una categoria che è la più onesta di tutte, ed è quella dei politici. A Cosenza tutti i politici sono onesti. Infatti tutt’attorno, vedi Rende e Castrolibero, ma anche tutto il resto della Calabria, tanti politici finiscono invischiati in inchieste giudiziarie, a Cosenza questo non succede, e non perché non c’è nessun magistrato che indaga, ma perché i politici di Cosenza sono onesti per davvero, e non c’è niente da indagare. La classe politica cosentina è un esempio di correttezza istituzionale, di moralità e etica politica, seguito in tutto il mondo. Ed è questa la vera fortuna della città: l’onestà dei nostri politici attira ingenti investimenti da ogni dove: imprenditori e amici degli amici provenienti da altre città hanno deciso di trasferire società e conti correnti a Cosenza, dove l’onestà politica regna sovrana. Garantiscono i nostri onesti politici. Del resto come si dice: a molti non mancano che i denari per essere onesti… e i nostri politici si adoperano per farlo, ma solo per “restare onesti”.