di Franco Panno
La due cavalli di Tony ruggiva, riusciva a raggiungere i 70 km orari, s’era in forma. L’estate era appena iniziata. La conta dei soldi: 47 mila lire in tre, scatolame, musicassette, radione, tenda riparata una ventina di volte, diciotto anni. Il mondo era nostro.
Al campeggio ritrovavano più o meno le stesse persone. Abbracci fraterni con chi non ci si era visti durante L’inverno. Tutti a ridere quando arrivavamo col nostro macinino da caffè. Ma per noi era la Pink Cadillac di Elvis. Il montaggio della tenda, io Tony e Giorno, sembrava una scena di Toto’, Peppino e le fanatiche. I tornei di calcio fra campeggi e residence, mi riprometto di non giocare. Ma venivo coinvolto su minaccia del Barman della struttura “O giochi o niente credito…”.
Mi toccava, sulla terra battuta di un campo dove ci rimisi un paio di caviglie, fare la mia parte. Il panico di Tony, una ragazza olandese aveva chiesto del caffè, comunicava come un capo Sioux dei Western anni Cinquanta. Le feste, erano passati già dieci giorni e tu non arrivavi. Ma poi eccoti, più bella del solito. Un saluto da lontano. Domani, sì, domani staremo insieme tutta la giornata, le spalline del suo costume calate, i capelli color rame al sole, una ribellione, come se litigassero tra loro. Intanto i soldi erano finiti , le scatolette pure, era pure finito il Bonus dei pomodori che una famiglia di Napoli porgeva a quei ragazzi che sembravano sfollati.
Bisognava arrangiarsi, Tony con i suoi lavori in cuoio ci permise di restare una settimana in più. La festa d’addio, le luci di un globo che girava, un vestito bianco, due spalle abbronzate, capelli color rame perennemente in conflitto. Sorrideva Betty, mi aveva in pugno. Eravamo in tre, una due cavalli che spingevamo al ritorno. quarantasettemila lire e diciotto anni.
Non avevamo bisogno d’altro.
Tiny dancer, Elton John
Buongiorno