Cosenza, la farsa è finita. Lupi in Serie C, Guarascio adesso vattene

Il Cosenza Calcio retrocede in Serie C dopo tre anni. A Lignano Sabbiadoro, sul campo del Pordenone, la squadra di Occhiuzzi ha perso per due reti a zero vanificando le ultime residue possibilità di salvezza attraverso i playout. Alla luce del risultato di oggi nessuno spareggio e retrocessione diretta in Serie C. Il Cosenza ha giocato una partita scialba, in linea con tutto questo maledetto campionato, in salita fin dalle prime giornate e affrontato con sufficienza e menefreghismo dal patron Guarascio, che ha perso tutti i calciatori migliori della passata stagione (Riviere, Asencio, Casasola su tutti) allestendo una squadra rabberciata e senza spina dorsale. Neanche il mercato di gennaio ha portato miglioramenti, anzi il patron ha pensato bene di indebolire ulteriormente la squadra cedendo Baez senza rimpiazzarlo e incassando ancora bei soldini senza investirli. Un chiaro segnale di smobilitazione che si è finalmente materializzato oggi con la retrocessione.

Una sola volta il Cosenza ha sfiorato il gol, al 28′ della ripresa. Carretta apre per Sciaudone, che crossa per Trotta, bravo a girare di testa a lato di pochissimo. Ma è stato solo un fuoco di paglia. Due minuti dopo è arrivato il cambio che ha deciso la partita e regalato la salvezza al Pordenone: dentro Butic e fuori Musiolik. Tre minuti dopo (33′) Ciurria lo innesca e l’attaccante croato aggira senza difficoltà un imbambolato Ingrosso e di potenza fulmina Falcone. Nel finale arriva anche il 2-0 con una rocambolesca autorete di Crecco

Adesso servirà qualche ora per sbollire un po’ di rabbia – perché una retrocessione è sempre un piccolo dramma anche se ampiamente prevedibile – e poi si passerà alle analisi, che comunque porteranno tutte ad una via d’uscita: il tempo di Guarascio al Cosenza Calcio è finito.