Cosenza, la questura è complice dei corrotti e reprime chi denuncia il malaffare

dalla pagina FB di Jessica Cosenza

IL PROBLEMA DELLA CALABRIA SIAMO NOI ‼️

Ieri pomeriggio io e Simone siamo stati convocati in questura.
Ieri pomeriggio abbiamo ricevuto tre fogli, poche righe che contengono una misura assurda e incommentabile.
Una notifica di richiesta di sorveglianza speciale.
Veniamo descritti come socialmente pericolosi, come soggetti da contenere, controllare e reprimere, come un problema per questa città.

Una richiesta assurda, che ci ha lasciato senza parole, ci ha buttato nello sconforto. Una misura che vuole privarci delle nostre libertà, che mina il nostro futuro da attivisti, da lavoratori, da studenti, da cittadini che sognano un futuro diverso per se e per questa terra.
Un paradosso del quale non ti capaciti. Perché viviamo in una regione maledetta, siamo circondati da malaffare e corruzione. Perché siamo consapevoli, conosciamo e combattiamo chi realmente ha le mani sulla città e ruba, specula e fa affari con i soldi pubblici, con il clientelismo, garantendosi posizioni di potere all’interno delle strutture pubbliche e amministra divorando ogni singolo euro, che si tratti di appalti pubblici, fondi europei, sanità, istruzione, trasporti, rifiuti acqua ed ogni bene pubblico e privato su cui si può speculare.

Siamo noi il problema. Siamo noi a causare il malessere di questa terra per la questura di Cosenza e la procura. Senza di noi tutto sarà diverso. Sicuramente non avranno più quel senso di impotenza e di vergogna, perché non potendo agire sui veri criminali di questa regione almeno possono silenziare chi giornalmente gli ricorda che il loro lavoro fino ad oggi è stato inutile.

È un messaggio chiaro. Abbiamo toccato i nervi scoperti di questa regione. Abbiamo fatto nomi e cognomi. Abbiamo portato alla ribalta la questione sanitaria e la corruzione di questa terra e tutto ciò non può essere permesso.
È un messaggio chiaro. In Calabria nulla può cambiare. Chi rialza la testa deve essere bloccato e represso. Chi ha deciso come noi di restare e lottare per un futuro diverso sbaglia.
Questa terra è cosa loro. Questa terra è affare di pochi.
Questa misura invece è un elogio all’emigrazione, una pubblicità progresso per rilanciare un grande classico di Calabria TANTO UN CANGIA MAI NENTE.