Certo è che il deputato Antoniozzi e i suoi seguaci locali non perdono occasione per montare polemiche sterili e inutili, condite sempre di allarmismo, su eventi che, per quanto sui generis, non nuocciono a nessuno. È il loro modo per darsi un tono da politici attenti alla legalità, ma solo per quello che riguarda scritte sui muri, manifesti contro il governo, e imbrattamenti di luoghi sacri alla destra. Della dilagante corruzione in ogni ente pubblico della città, dei rapporti tra ‘ndranghetisti e politici, non gliene frega niente. Il deputato Antoniozzi, che fa rima con gargarozzi, non ha mai speso una sola parola sulla “questione morale” a Cosenza.
Infatti, anche questa volta, l’oggetto della nuova offensiva legalitaria della destra cittadina contro gli illegali di sinistra, è l’apparizione di una scritta laser, durante la serata di ieri del Festival delle Invasioni, proiettata sulla facciata del “Palazzo del Governo”, sede della Provincia di Cosenza che recita così: “La Meloni evapora!”. Una frase ritenuta dal deputato Antoniozzi oltraggiosa e istigatrice di odio nei confronti del Presidente del Consiglio, con l’aggravante di essere stata proiettata durante una serata promossa dal Comune di Cosenza e finanziata dalla Regione Calabria. Inaccettabile la commistione tra il sindaco e i sovversivi promotori della minacciosa iniziativa, per il deputato Antoniozzi e i suoi seguaci locali. Per Antoniozzi e i suoi scagnozzi (che fa rima anche stavolta) non ci sono dubbi: il sindaco Franz è il mandante dell’attentato all’onorabilità della Meloni verificatosi ieri sera durante il Festival delle Invasioni.
Cosa c’è di offensivo e di oltraggioso nella metafora dell’evaporazione della Meloni, francamente non si capisce. E comunque anche questa volta Antoniozzi e i suoi scagnozzi hanno preso l’ennesimo abbaglio. I sovversivi autori della minaccia all’incolumità della Meloni, ieri sera, si sono espressi anche sul sindaco Franz con questa frase proiettata sulla facciata del Teatro Rendano: “Si prega di conzare le fosse… ohi Franz, mo ca ci sì trova nuovi nomi alle cose. Basta campare di rendita”. I sovversivi contestano al sindaco “l’appropriazione indebita” del logo e della storia del glorioso Festival delle Invasioni. Definiscono l’odierno Festival delle Invasioni come l’ennesimo strumento pubblico in mano ai soliti noti da cui trarre profitto, che con i contenuti originari pensati da Franco Dionesalvi non ha niente a che fare. Ma della “par condicio” nell’oltraggio usata dai sovversivi muniti del pericolosissimo laser, Antoniozzi nel suo comunicato non ne parla. Si lamenta solo dell’evaporazione della Meloni. Insomma il solito “tanto rumore per nulla”, usato come alibi dai politici per non parlare di cose serie. E su questo ad Antoniozzi non lo batte nessuno.