Cosenza, la stangata dei 4 punti di penalità: “Se si scaricavano le colpe su Anania, la società sapeva di essere in fallo…”

Era il 1° agosto 2024 quando si era diffusa la mazzata del deferimento del Cosenza al Tribunale Federale Nazionale per il mancato pagamento nei termini previsti delle ritenute Irpef e dei contributi Inps. Poi, a un mese di distanza, è arrivata la stangata dei 4 punti di penalizzazione. Di conseguenza, si deduceva già allora agevolmente che la strategia difensiva della società, che era stata quella di addossare ogni colpa alla responsabile della gestione Roberta Anania, era miseramente naufragata. Così com’è accaduto fino a oggi, con l’ennesimo ricorso respinto al Tar del Lazio dopo le bocciature della Figc e del Coni.

«La Società Cosenza Calcio – si leggeva nel comunicato diffuso dopo il deferimento – in merito alle notizie riguardanti il deferimento al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare per le contestazioni mosse all’indirizzo della Società stessa e alla rappresentante pro tempore all’epoca dei fatti contestati (Roberta Anania, ndr), comunica che, dopo aver immediatamente provveduto al riassetto dei quadri societari, si è tempestivamente attivata per far fronte a quanto segnalato ed è fiduciosa di chiarire la propria posizione nelle sedi opportune».

La fiducia, evidentemente, era mal riposta. Ma a dire il vero tutti si aspettavano due e non quattro punti di penalizzazione. Il giornalista della Gazzetta dello Sport Nicola Binda aveva sintetizzato così lo stato dell’arte agli inizi di agosto.

Perché il Cosenza rischia il -2? Mancato pagamento nei termini previsti non so quando sia avvenuto, di certo è arrivato oltre il termine perentorio e cambia poco… è stato pagato in ritardo, basta questo per essere in fallo…
In base all’orientamento delle ultime sentenze su questo tema, il conteggio sarà fatto così:
– mancato pagamento Irpef ad aprile: 1 punto
– mancato pagamento Inps a maggio: 1 punto
Da come è scritto il comunicato, la spiegazione è questa. Se è scritto male, o se cambia ancora l’orientamento di chi giudica, allora non so…
Inoltre… 
Il mancato pagamento dell’Irpef sugli incentivi all’esodo non porta a penalizzazione perché questa è già compresa nel deferimento: solo ammenda
Le dichiarazioni non veridiche portano solo a un’altra ammenda

Se invece i punti sono stati… raddoppiati ci dev’essere qualche altra motivazione, che al momento evidentemente ci sfugge. Forse da quest’anno le penalità per le inadempienze vengono raddoppiate e quindi si passa da 1 a 2 punti per ogni illecito? Forse i pagamenti non sono stati effettuati neanche in ritardo? Su questo aspetto, tuttavia, la società in un comunicato ha affermato di avere provveduto. Quindi le penalità sono raddoppiate… IL COMUNICATO DEL COSENZA (https://www.iacchite.blog/cosenza-4-punti-di-penalita-il-club-meri-errori-formali-oggetto-di-immediata-risoluzione/)

Il giornalista poi, stimolato dalle domande di alcuni tifosi cosentini, aveva aggiunto che “la Covisoc, rispetto al passato, è stata fin troppo celere. E sulla dott.ssa Anania, come si legge nel comunicato del Cosenza, si scaricano le colpe: la società, avendo pagato in ritardo, sapeva di essere in fallo…”.

Aggiungiamo solo un semplice pensiero. “Mancato versamento ritenute Irpef e contributi Inps” è quello che Guarascio è abituato a fare da sempre nelle sue aziende e lo possono confermare decine di dipendenti che hanno avuto a che fare con lui. Solo un allocco o chi è in malafede può pensare che in questi casi si tratti di una decisione di una dipendente e non del datore di lavoro. La verità è che Guarascio è un padrone della peggior specie e qualche decennio fa avrebbe avuto il trattamento che meritava, ma purtroppo siamo nel 2024 e di questi tempi va di moda difendere e leccare il culo al padrone e additare gli altri come traditori. Dura da digerire, ma è la pura e semplice verità.