Cosenza, la storia racconta. Garritano dalla Morrone alla Ternana: tutti i retroscena

La Morrone 1971/72. In alto: Falcone, Alfieri, Febbraro, C. Stumpo, Curcio, Droise. Accosciati: A. Stumpo, Cristo, Garritano, Granatelli, Mari

Poche ore fa nella Chiesa Evangelica di Rende, tutta Cosenza sportiva ha dato il suo ultimo saluto a Salvatore Garritano, grande Campione del calcio  cosentino e calabrese. Ripercorriamo i suoi trascorsi calcistici a Cosenza, che iniziano nel suo quartiere di via Molicella e coinvolgono due grandi talent scout del calcio giovanile cosentino: Sergio Chiatto e Vincenzo Perri. 

Ieri abbiamo approfondito i due anni di Garritano alla Popiliana e oggi scriviamo della sua bellissima stagione alla Morrone e della sua cessione alla Ternana.

Dopo la Popiliana per Salvatore Garritano comincia il dilemma: Cosenza o Morrone? Lui, il bomber, non avrebbe avuto dubbi… “Ma è chiaro che volevo giocare col Cosenza – diceva Garritano appena glielo chiedeva qualcuno – : ci mancherebbe altro! Mio padre era un supertifoso rossoblù: si faceva persino fotografare avvolto nella bandiera, andava in trasferta, era un “malato” per i Lupi e io, anche se ero ancora piccolo, assorbivo tutto. La Morrone però è stata più brava a cercarmi, ma poi il Cosenza si rese conto delle mie qualità e fece di tutto per avermi. Lo ribadisco: giocare con il Cosenza sarebbe stata la mia massima ambizione, comunque in tanti mi avevano consigliato di andare via, al Nord, e così è stato”.

Salvatore Garritano passa dalla Popiliana alla Morrone nell’estate del 1971 per 800 mila lire in comproprietà perché era già chiarissimo che sarebbe stato ceduto a un grande club. “Quando arrivai alla Morrone – ricorda Garritano – non avevo neanche sedici anni, ero ancora un bambino. E così diventai la mascotte della squadra, mi proteggevano tutti, dai veterani ai giovani. Anche quell’anno, al mio esordio nel campionato di Promozione calabrese, ho segnato tanto dividendomi ancora tra Allievi e Juniores oltre che a giocare in prima squadra nel campionato regionale e persino in Coppa Italia. Ci allenava Ciccio Millea, che aveva giocato per molti anni con il Cosenza, anche in Serie B. Segnai undici gol in campionato, ma me ne annullarono dieci, almeno cinque dei quali mi sembravano regolarissimi. I titolari e quindi quelli più “anziani” avevano un debole per me: ricordo ancora che l’attaccante Calvosa, il più bravo di tutti, riuscì a farmi avere anche i premi partita, che a me non sarebbero toccati perché ancora troppo giovane…”.

LA CESSIONE DI GARRITANO

Dopo la sua brillante stagione con la Morrone, Garritano diventa l’oggetto del desiderio per molte società di categoria superiore. Popiliana e Morrone, che detengono in comproprietà il cartellino di Salvatore, decidono di privilegiare la soluzione più conveniente per il ragazzo ovvero il trasferimento al Nord, nonostante il prepotente ritorno di fiamma del Cosenza. L’offerta migliore arriva dalla Ternana, società che ha già valorizzato molti giovani cosentini, tra cui gli scaleoti Nino Cardillo e Silvio Longobucco.

“Fui convocato per fine maggio 1972 a Terni – ricorda Garritano – per sostenere un provino nel corso del quale segnai due gol, forse i più belli della mia carriera. Mi accompagnava il dirigente della Morrone Enrico Sangineto e fu lui a raccogliere i complimenti dei suoi colleghi ternani. Io mi sentivo in paradiso e furono in molti a ricordarmi che proprio a Terni erano esplosi Cardillo e Longobucco. In precedenza, sempre in primavera, avevo sostenuto un provino anche a Napoli, ma all’epoca non c’era molta fiducia per l’attività della società partenopea nel settore giovanile”.

Estate 1972: Vincenzo Perri e Salvatore Garritano partono alla volta di Terni con la Lancia Beta gialla del presidente della Popiliana. Il dirigente della Morrone Peppino Palumbo li ha anticipati di qualche ora e quando li incontra nella città umbra rivela loro che il Cosenza sta facendo davvero di tutto per non far partire Garritano. In effetti Palumbo ha incontrato a Roma i dirigenti del Cosenza Francesco Guido e Alberto Trotta, che gli hanno espresso la ferma volontà di “fare ‘u cuappu” (espressione dialettale cosentina che sintetizza una sorta di “ribaltone”) alla Ternana. Perri e Garritano sono possibilisti ma non si fidano fino in fondo della società cosentina e, a dire il vero, anche Palumbo ha più di un timore. I tre decidono comunque di dare una chance al Cosenza e confidano il clamoroso sviluppo della trattativa al presidente della Morrone Ciccio Feraco. Il massimo dirigente granata telefona a Trotta e gli chiede di formalizzare l’offerta per Garritano, ma quando Feraco si sente dire che la modalità prevista per il pagamento è basata sulle cambiali va su tutte le furie e lo manda a quel paese.

Garritano viene ceduto alla Ternana per 6 milioni di vecchie lire da dividere equamente tra Popiliana e Morrone. La società umbra ne verserà altri 4 se il ragazzo giocherà entro un anno nel campionato di Serie B. E a Cosenza ovviamente esplode la polemica, ma per non farvela troppo lunga ve la racconteremo domani.