Cosenza. La strage degli alberi per la “nuova” Piazza Cappello (di Battista Sangineto)

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di Battista Sangineto

Cosenza. Piazza Cappello: prima e dopo la cura da ‘soli’ 1,6 milioni di euro, 533 euro a mq. per i circa 3000 mq. della Piazza.
Gli amministratori del Comune di Cosenza, non sono i soli purtroppo, hanno in odio gli alberi, soprattutto quelli secolari, nonostante sia accertato che la loro presenza e la loro chioma frondosa facciano abbassare di alcuni gradi la temperatura a terra.

La motivazione per questo disboscamento Γ¨, nella delibera di giunta, la seguente: “Piazza Cappello si estende su una superficie complessiva di 3.050 mq, di cui 600 mq sono caratterizzati da superfici permeabili (aree verdi), pari al 21% della superficie totale… Sull’area pubblica si affaccia un importante edificio scolastico, tuttavia la piazza non viene sfruttata dagli studenti come luogo di ritrovo o aggregazione, nΓ© nelle ore pomeridiane nΓ© per eventi scolastici. CiΓ² Γ¨ dovuto principalmente alla configurazione attuale della piazza, che non dispone di un’area sufficientemente ampia e libera, limitando cosΓ¬ le possibilitΓ  di utilizzo per attivitΓ  collettive ed eventi”.

Come si pone riparo a questa mancanza di socialitΓ  e di manutenzione comunale?
È ovvio, si tagliano gli alberi secolari per facilitare l’aggregazione degli studenti!
Ma come si spiega, allora, la grande socializzazione notturna di centinaia di persone che, con un bicchiere in mano e nonostante tutti quegli alberi secolari, si ritrovano in quella stessa Piazza ad ascoltare musica proveniente da un locale ad un volume inaudito, nelle ore notturne?

Credo che il nocciolo della questione stia nella poca rilevanza data -come nel caso del Museo di Alarico, del Centro storico, di Piazza Amendola e della Villa vecchia- dall’Amministrazione Caruso ai beni comuni, alla Cosa pubblica.
Lo studioso americano David Harvey (2016) scrive che il ruolo degli Enti pubblici sia passato da essere l’erogatore dei servizi (government) a facilitatore, committente (governance) di servizi erogati da privati, come il locale di Piazza Cappello, come il cenotafio-bar della Villa vecchia e come temo sarΓ  l’ex Cimbalino a Piazza Riforma.

Quello che Γ¨ evidente Γ¨ che guardando sia la pianta “Stato dei luoghi” (fig. 17) sia la pianta “Progetto” (fig. 18) ma, soprattutto, l’immagine “Stato di Fatto” sia quella “Progetto” (a pagina 24) si capisce immediatamente che taglieranno tutti i pini secolari e li sostituiranno con pochi e stenti alberelli senza chiome che occuperanno un terzo, se va bene, del 21% di superficie permeabile preesistente (aree verdi), con il risultato di avere la solita, impersonale, piastrellata e infuocata piazza finto-dechirichiana. Come quelle di Occhiuto, del resto.

Lo storico dell’architettura Elshahed a proposito del taglio degli alberi in tutto il mondo occidentalizzato-soprattutto quelli vecchi, grandi e ombreggianti- scrive che ” la rimozione degli alberi Γ¨ un processo strategico che mira a securizzare e igienizzare spazi che in precedenza erano pubblici … gli alberi sono esplicitamente ritenuti come parte di considerazioni ‘ecologiche’ piΓΉ ampie ai fini di monitorare le strade cittadine …” (M. Elshahed 2024) .

Del resto l’architetto newyorchese Michael Sorkin, giΓ  nei primi anni ’90, scriveva che il taglio degli alberi cittadini rientrava nei
“livelli in crescita di manipolazione e sorveglianza, tramite videocamere, dei propri cittadini e la proliferazione di nuovi modelli di segregazione..” (Sorkin 1992).
Viviamo e, grazie anche a questi interventi, vivremo sempre di piΓΉ nel ‘capitalismo della sorveglianza’ che Γ¨ lo scenario alla base dell’economia neoliberista. Il ‘capitalismo della sorveglianza’ altro non Γ¨ che una mutazione illegale del capitalismo caratterizzata da concentrazione di ricchezza, conoscenza e potere senza precedenti nella storia dell’umanitΓ  (S. Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza, 2019).

Sono sicuro che il compagno Paolo Cappello, al quale Γ¨ intitolata la piazza, non sarebbe contento di sapere che l’Amministrazione comunale della sua cittΓ , sedicente di centrosinistra, partecipi a questo disegno capitalistico neoliberista di sorveglianza ‘anti-ecologica’ e ipertecnologica dei propri concittadini.
Non posso non ricordare il meraviglioso libro di Paola Caridi, Il gelso di Gerusalemme, Feltrinelli 2024, dal quale ho tratto idee, suggestioni e alcune citazioni per il presente breve scritto.
In calce metto, grazie a Buongiorno Cosenza di Sergio Nucci che me le ha segnalate, le due delibere di Giunta nelle quali si approvano la progettazione e i lavori:
file:///C:/Users/User/Downloads/Delibera_Giunta_110_2025.pdf
file:///C:/Users/User/Downloads/20298_DIP_Piazza_Cappello_DEF_26-06-2025-1.pdf