Cosenza, l’anfiteatro realizzato e abbandonato (di Francesca Canino)

Cosenza, l’anfiteatro realizzato e abbandonato

di Francesca Canino

Fonte: Stampa Libera

Costruito e abbandonato. Oggi è quasi sepolto da arbusti ed erbacce e ancora delimitato dalla rete arancione tipica dei cantieri attivi e non. L’anfiteatro nel verde – curato s’intende – voluto dall’attuale amministrazione a completamento della ristrutturazione dell’intera area che comprende piazza Amendola e il cinema-teatro Italia giace attualmente in uno stato di degrado come tanti altri luoghi cittadini. Eppure, il teatro sarebbe dovuto diventare il terzo Cultural Hub del Centro Storico di Cosenza (assieme alla Casa delle Culture e al LabOratorio di San Gaetano) e avrebbe dovuto valorizzare l’area circostante dal punto di vista artistico, sociale e urbanistico.

L’otto aprile del 2023, il sindaco di Cosenza Franz Caruso, presentando il progetto, ovvero l’ottavo cantiere di Agenda Urbana, dichiarò che” la rifunzionalizzazione del cinema lo avrebbe reso capace non solo di accogliere, quanto di incentivare, nuove attività imprenditoriali culturali, operando sulla filiera dell’audiovisivo, cinema e teatro, al fine di valorizzarla e renderla sempre più attrattiva. È questo un esempio di come un ‘nonluogo’, staccato dal contorno sociale in cui diventa ‘luogo’, ossia una struttura identitaria del quartiere in cui è ubicato ed appartiene. Attraverso l’attività che in esso si svolgerà, infatti, soprattutto grazie agli spazi di co-working, i cosentini e, soprattutto, i residenti del quartiere potranno riconoscersi in esso”.

Inoltre, secondo le intenzioni degli amministratori, si sarebbero dovuti “innescare dinamismi sociali”. Obiettivo, questo, da raggiungere tramite la realizzazione di un “anfiteatro nel verde a servizio – spiegò il consigliere delegato Francesco Alimena – anche dell’attività del teatro stesso. L’intervento darà la possibilità, attraverso un’operazione di rifunzionalizzazione energetica degli interni e riqualificazione paesaggistica dell’ampia area verde all’esterno, di restituire alla comunità e alla città uno spazio finora conformatosi come residuo urbano, senza funzione, trasformandolo e proiettandolo nella contemporaneità a diretto beneficio di tutta la cittadinanza”. Chiacchiere. Infatti, i lavori iniziarono e nel caso dell’anfiteatro furono portati a termine in poco più di un anno. Ma a distanza di un anno mezzo circa non c’è stato alcun “taglio del nastro” e di conseguenza il luogo non ha assolto ancora alla funzione di “teatro all’aperto”.

Se ieri era un residuo urbano oggi è un residuo urbano ristrutturato e abbandonato dopo aver speso centinaia di migliaia di euro. Addentrarsi tra i lingotti di cemento contornati da erba alta provoca una sensazione di disagio, poiché sembra di essere in un posto isolato e freddo, grigio e senza vita, però pieno di rifiuti che peggiorano lo stato del luogo. Disattese, dunque, le aspettative dei cittadini che avrebbero potuto usufruire dello spazio. Invece, siamo di fronte alla solita incompiuta costata fior di quattrini. Sarebbe stato meglio adibirlo a giardino del cinema Italia, evitando colate di cemento, consumo di suolo e sperpero di denaro pubblico.