Cosenza. L’arroganza al potere: non lasciatevi ingannare dai falsi sorrisi

dalla pagina FB di Stefano Catanzariti

L’arroganza al potere
È un po’ lungo, ma vi consiglio di dedicarci dieci minuti.

Quello che sta accadendo a Cosenza è un chiaro esempio di una classe politica talmente arrogante e menzognera da non farsi scrupoli nel prendere in giro chi difende questioni delicate, lavoratori il cui futuro è strettamente legato alle azioni che l’amministrazione metterà in campo.
Le problematiche sono numerose, ma mi voglio soffermare su tre casi in particolare.

🔴Il primo riguarda il bando per la pulizia delle strutture comunali
, depotenziato nella metratura a causa della vendita, o meglio svendita, di immobili di proprietà comunale per risanare – a detta loro – il dissesto finanziario. Questo comporterà essenzialmente una riduzione dell’orario di lavoro per lavoratori che già avevano orari ridotti al limite del ridicolo. Il comune rassicura che lo stipendio rimarrà intatto e nessuno perderà il lavoro, come se questo fosse sufficiente. Parliamo, infatti, di un salario di 450 € mensili, comprensivi di anticipo di tredicesima e quattordicesima. Lo stipendio resterà uguale solo grazie a un recente aumento sul CCNL; in pratica, quei pochi euro in più, che avrebbero dovuto almeno in parte compensare il caro vita, risulteranno vanificati.

🔴Il secondo caso riguarda gli asili nido comunali.
Da gennaio 2024, come sindacato USB, insieme alle lavoratrici, abbiamo intrapreso un percorso di riunioni e incontri per esercitare una forte pressione sull’amministrazione e rivendicare il legittimo aumento delle ore di lavoro e del salario. Il percorso, intrapreso per garantire trasparenza sul nuovo bando e promuovere la partecipazione alla sua stesura, ha avuto risvolti prevedibili: ad agosto il bando è scaduto, e l’inefficienza degli uffici comunali ha prodotto una proroga emessa con notevole ritardo e senza avvisare la ditta. Questo ha causato un ritardo nell’apertura dei nidi, poiché prima dell’apertura sono necessarie ricognizioni e programmazioni da parte delle lavoratrici e dell’azienda. Di conseguenza, per mezzo mese, le lavoratrici sono rimaste senza stipendio e la città senza servizio. A dicembre scadrà la proroga e, senza un nuovo bando, il servizio sarà sospeso per impossibilità di prorogare ulteriormente. Come al solito, si arriverà a pochi giorni dalla scadenza con un bando pensato e confezionato nelle stanze di Palazzo dei Bruzi, e a subirne le conseguenze saranno, ancora una volta, le lavoratrici.

🔴Il terzo caso riguarda le ex lavoratrici del servizio pre e post-scuola
, che hanno perso il lavoro a causa della cancellazione del servizio da parte del comune. Abbiamo avanzato una proposta di reinserimento lavorativo con criteri precisi, che permetterebbero di circoscrivere il numero di lavoratrici e darebbero libertà al comune di proporre l’iniziativa ad altri enti. Abbiamo individuato nell’avviso Dunamis la possibile fonte di finanziamento per recuperare le somme necessarie a garantire il reinserimento.

In tutti e tre i casi, l’amministrazione, nella persona del sindaco, ha sempre rifiutato il confronto con noi e con i lavoratori, rifugiandosi dietro i suoi problemi di salute causati, a quanto pare, da un forte dolore alla schiena. Abbiamo concesso il beneficio del dubbio e dimostrato pazienza. Tuttavia, sono ormai tre mesi che il sindaco appare regolarmente in pubblico, a varie inaugurazioni, facendo ciò che gli riesce meglio: tagliare nastri. Lo abbiamo visto anche in trasmissioni TV, ma raramente nel suo ufficio a ricevere i lavoratori.
Un’arroganza tale da ignorare persino l’invito del Prefetto di Cosenza a convocare le parti.
Non abbiamo nulla contro i commercianti, che legittimamente invitano il sindaco a presenziare, ma a nostro avviso le priorità che il sindaco sceglie umiliano la dignità dei lavoratori.

Abbiamo constatato che la maggior parte degli assessori e consiglieri comunali non ha voce in capitolo né libertà d’azione: la quasi totalità dell’azione politica locale passa dal sindaco e da figure esterne al consiglio comunale che decidono cosa si può e non si può fare (Adamo, Bruno Bosio, Incarnato, ecc.). È ridicolo sentire il PD, il Movimento 5 Stelle e i loro alleati parlare di lavoro dignitoso e salario minimo, mentre permettono che si lavori in appalto per il comune di Cosenza con stipendi sotto la soglia di povertà. È il classico controsenso di questi partiti: predicare bene e razzolare male, indicando il governo di colore opposto come la causa di ogni male, mentre nel frattempo hanno accettato di buon grado l’aumento degli stipendi per tutto il consiglio comunale, sindaco in prima fila. Un aumento che costa 400 mila euro annui in più rispetto agli stipendi del 2022: fondi che potrebbero essere redistribuiti per aiutare i lavoratori in appalto in difficoltà.

Siamo esausti di un sindaco che ha vinto le elezioni promettendo “operazione verità” sui conti comunali, ma che utilizza il dissesto come scudo e giustificazione per ogni problema, fino ad arrivare ad addossare la colpa sui cittadini che non pagano le tasse. È evidente che la sua unica operazione di risanamento passa da un inasprimento fiscale, dall’aumento delle multe e dalla svendita del patrimonio comunale, mentre chi ha causato il dissesto dorme sonni tranquilli.

Siamo stanchi di sentir ripetere continuamente che il comune non riesce a dialogare con la regione su temi importanti come lo stipendio dei lavoratori e i servizi di welfare, per poi scoprire che riescono a dialogare benissimo quando si tratta di fondi per il calcio.
Questi sono fatti che tutta la città deve conoscere: un’amministrazione che evita il dialogo e la partecipazione per mantenere la gestione del potere in mano ai soliti personaggi ambigui.
Andremo avanti con scioperi e manifestazioni, consapevoli che questa disastrosa esperienza amministrativa rappresenta la continuità della precedente e che va contrastata da tutti, senza lasciarsi ingannare da falsi sorrisi.