Cosenza, le spaventose cifre (non definitive) del “buco” dell’Asp nascoste dalla cupola

Hanno falsificato i bilanci consuntivi dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza nel triennio 2015-2017, fornendo una rappresentazione della realtà economico-patrimoniale, caratterizzata da cronici disavanzi, più “edulcorata” di quanto non fosse, per riportare perdite di esercizio inferiori a quelle effettive e consentire un allineamento posticcio dei dati a quelli del bilancio preventivo regionale. Sono queste le accuse principali per i 15 dirigenti e funzionari dell’Asp di Cosenza indagati dalla Procura per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico e che era costato a 6 di loro il provvedimento del divieto di dimora. Proprio in queste ore la Procura ha notificato ai dirigenti l’avviso di chiusura delle indagini (https://www.iacchite.blog/cosenza-bilanci-falsi-allasp-la-procura-ha-chiuso-le-indagini/).

Si tratta del gotha dell’Asp cosentina: l’ex dg Raffaele Mauro, in sella per tre anni su indicazione della “cupola” politica senza distinzione di colore (da Oliverio e Pacenza fino a Tonino Gentile) e di dirigenti come Remigio Magnelli, Giovanni Lauricella, Francesco Giudiceandrea, Luigi Bruno e Maria Marano, che per anni e anni hanno firmato autentiche nefandezze con la conseguenza di affossare la sanità cosentina. E che – beninteso – continuano a ricoprire incarichi importanti da quando sono scadute le misure cautelari, ad eccezione di Mauro, che è stato “dimissionato” nel 2019.

Secondo gli accertamenti dei finanzieri, non sono state riportate in bilancio le cifre del contenzioso legale che ammonta ad oltre mezzo miliardo. Inoltre ci sarebbe un disallineamento tra saldo di cassa effettivo disponibile e quello in bilancio per somme non più disponibili perché già pagate per effetto di pignoramenti. Inoltre non sarebbero stati contabilizzati gli incassi dei crediti vantati.
Contestata anche “l’arbitraria attribuzione di incarichi” con procedure di mobilità errate e in assenza di requisiti validi.

L’operazione della procura non è certo un fulmine a ciel sereno. Sono anni che si parla del “buco” nell’Asp di Cosenza come del resto nell’Azienda Ospedaliera, che ancora non è stata minimamente toccata dal procuratore “Gattopardo”.
Ed ecco alcuni dati, diffusi peraltro anche dall’ormai ex consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, che non è notoriamente un “cuor di leone”: la massa debitoria dell’Asp al 31 dicembre 2019 si attesta a 547 milioni di euro ma il dato è tutt’altro che definitivo; 102 milioni di pignoramenti presso il Tesoriere dell’Asp Banca Bnl. Inoltre, i bilanci consuntivi 2018 e 2019 non sono ancora stati approvati, le controversie aperte al 31 dicembre 2019 arrivano a oltre 366 milioni (solo quota capitale senza interessi di mora e spese legali). A questo va aggiunto un volume di controversie di valore indeterminato e/o indeterminabile di 460 cause che non sono ancora state conteggiate.

E non è un caso, come hanno sottolineato persino i finanzieri, che nessuno dei nove commissari e direttori generali che si sono succeduti alla guida dell’Asp si è assunto la responsabilità di approvare il bilancio consuntivo del 2018, certamente per paura di irregolarità che riguardano soprattutto l’esistenza di fatture non contabilizzate e debiti fuori bilancio per diversi milioni di euro. Infatti, a riprova di ciò il risultato di esercizio del quarto trimestre 2018 risulterebbe pari a 57 milioni e 500 mila euro di perdite, in peggioramento del 44% rispetto al 2017…