La buona sanità in Calabria è un miraggio… le strutture sanitarie sono al collasso, piene di medici cubani, sicuramente validi, almeno alcuni, ma che non possono certo bastare per risolvere i problemi.
Mio padre è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza con un’ambulanza privata, perché il 118 purtroppo lo avrebbe portato nel centro più vicino… Cetraro (per carità di Dio!)… Tra l’altro era già stato portato lì due volte dal pronto soccorso senza aver risolto nulla.
A Cosenza è buttato da lunedì mattina nel pronto soccorso, un paziente diabetico, che ha subito l’amputazione di tutti e due gli arti inferiori, con demenza senile, bisognoso di prendere farmaci e di fare insulina, è stato lasciato in stato di abbandono dalle 12 fino alle ore 18 senza acqua, cibo e assistenza. Mia madre è stata cacciata fuori perché non aveva il permessini per entrare, per parlare con un medico… il permesso te lo fanno solo se ti danno il posto letto, cosa che non è avvenuta perché non c’era una barella disponibile per poggiarlo, quindi è dovuto stare sulla barella dell’ambulanza privata che abbiamo dovuto chiamare per portarlo lì. Con una emorragia prostatica e vescicale un corso, l’unica cosa che gli è stata fatta sono stati i prelievi… per fortuna che l’infermiere dell’ambulanza ci aggiornava costantemente della situazione altrimenti non avremmo saputo niente…
Solo alle 18, dopo che l’infermiere privato è uscito e ci ha comunicato che i valori del sangue erano molto bassi, che era disidratato e che più volte aveva chiesto agli infermieri di attaccare quantomeno una flebo per reidratarlo, senza ottenere risultati…
A quel punto sono entrata e ho dovuto litigare con medico e infermiera, minacciandoli di chiamare i carabinieri e denunciarli. Ad oggi, sono passati 4 giorni, e mio padre giace ancora in pronto soccorso buttato come un sacco di spazzatura in una stanzetta che contiene 6/7 persone ammassate, mischiati uomini e donne insieme… Purtroppo, a detta loro, non ci sono più posti nei reparti, cosa non vera a mio avviso.
L’altra notte gli è esploso il catetere, dopo che mia madre (che nel frattempo sta facendo le notti buttata su una sedia a rotelle) ha avvisato più volte l’infermiera che la sacca era piena….morale della favola? Il catetere è esploso, e ha allagato tutta la stanza di sangue.
Io mi vergogno di vivere in una regione dove curarsi dovrebbe essere un diritto, non un continuo minacciare e chiedere favori…
Lettera firmata