Cosenza, l’operazione agenzia giornalistica e la premiata ditta Ambrogio&Succurro

La strada che porta al clamoroso abbonamento del Comune di Cosenza all’agenzia giornalistica Il Velino passa da Piane Crati e da Donnici o meglio dalla premiata ditta Ambrogio&Succurro. Quasi diciottomila euro da marzo a dicembre per aggiudicarsi le notizie dell’agenzia legata a doppio filo al Corriere della Calabria. Eppure Palazzo dei Bruzi non dirige nessun tipo di iniziativa editoriale e non si vede a cosa possa servire un abbonamento ad un’agenzia giornalistica se non ad ingraziarsi le simpatie della testata principale.

Ma facciamo un passo indietro per capire come e da dove parte questa illuminante associazione di intenti. Dopo quattro anni alla Sagra del Vino e dell’Uva di Donnici si cambia comitato organizzatore. Per il primo anno vince un’associazione “estranea”.

Il Comune di Cosenza mette a disposizione del Comitato organizzatore una cospicua somma di denaro per organizzare l’evento (26mila euro) e sta a questo Comitato gestirla nel miglior modo possibile, magari incrementando questa somma con sponsor ed intrallazzi vari (vedi i concerti tipo quello di Luca Di Risio, totalmente a carico della Regione Calabria).

Sono in molti a sospettare che il bando di gara sia stato pilotato per consentire di vincerlo all’associazione NEMESI A.C.E.S. di Cosenza che ha prevalso su altre tre proposte.

Il presidente di questa associazione è l’esponente del PD nonché vicesindaco di Piane Crati Stefano Borrelli. Ma non è di lui che vogliamo parlarvi in quanto è soltanto il classico burattino.
Nelle mani di chi, vi chiederete voi? Ebbene, vi sveliamo subito l’arcano: dietro questa associazione altri non c’è che Marco Ambrogio, esponente del PD cosentino e consigliere di opposizione nel consiglio comunale di Cosenza, nonché marito di Rosaria Succurro, attuale assessore al Turismo – Marketing territoriale – Grandi eventi della giunta targata Occhiuto.

Ambrogio, come abbiamo scritto infinite volte, fa finta di fare opposizione ma, nei fatti, non solo è funzionale alla giunta Occhiuto ma è addirittura legato sentimentalmente ad un assessore. Roba da Repubblica delle Banane, quale noi siamo.

A Donnici il malcontento è esploso. La gente si lamenta non solo della pessima qualità della Sagra del vino ma anche del bando. Un disastro.

Ma torniamo all’operazione Il Velino. Dietro l’accordo ci sono Stefano Borrelli, Marco Ambrogio e la Succurro. Sempre loro tre.
L’associazione di Borrelli si occupa anche di comunicazione, vende la pubblicità per alcune testate regionali tra le quali Il Corriere della Calabria e fa business con la premiata ditta Ambrogio&Succurro, basta guardare la pubblicità degli ultimi spettacoli patrocinati dal Comune. In questo caso la parola magica è Ambrofin S.a.s. di Ambrogio Alessia (non sappiamo se è parente). Con sede in via Rizuso, 7 Piane Crati. Avete capito bene: la Succurro assessore al ramo spettacoli e il marito che ha fedelissimi impegnati proprio nello stesso ramo. Una specie di paese dei balocchi. In questo calderone si inserisce anche l’operazione Il Velino, e che sarà mai un aiutino da diciottomila euro? E così – dicono i maligni – è uscita fuori la collaborazione, che non ha e non può avere nessun significato editoriale ma solo di opportunità politica. O di comunicazione, per restare al campo di attività di Borrelli.

Per chiudere il cerchio e tornare alla Sagra del Vino, ecco il testo di una lettera (firmata) che ci è giunta all’epoca in redazione.

In giro per i vicoli di Donnici nei giorni immediatamente precedenti alla Sagra dell’uva e del vino c’erano proprio loro, Marco Ambrogio e Rosaria Succurro, accompagnati dal cognato di lui Francesco Barone, dal fratello di lei e da Stefano Borrelli fedelissimo di Ambrogio che da sempre lo accompagna nelle campagne elettorali, ‘impegnatissimi’ nell’organizzazione di una delle peggiori sagre che Donnici e i donnicesi abbiano mai visto.

Nonostante sia stata la sagra con a disposizione un maggiore budget rispetto alle passate edizioni: non solo fondi comunali e quelli della Camera di commercio, quest’anno l’evento è stato patrocinato anche dalla Regione e le spese agli occhi della gente che ha visitato la sagra non sembrano in pari al budget di spesa iniziale.

Infatti quest’anno non c’è stato nessun nome e nessuna band di prestigio, il cantante che doveva allietare la serata di sabato, la più frequentata come pubblico delle tre serate è stato Luca Di Risio: niente a che fare con la musica popolare e folkloristica alla quale eravamo abituati, assenti gli spettacoli culturali insomma, una delusione.

Per non parlare dei continui e sempre presenti ringraziamenti all’inizio di ogni concerto, prima alla Succurro e poi a Marco Ambrogio come se li avessero pagati di tasca loro, e poi infine all’amministrazione come se fosse di meno conto.

Un’altra brutta scena è stata quella degli stand nettamente al risparmio, senza garanzie di sicurezza per gli standisti stessi e orribili da guardare per il loro design da ‘baracca’, pagando lo spazio per gli espositori alla modica cifra di € 300.

Infine come ciliegina sulla torta: il vino e gli stand enogastronomici.

Di cucina gastronomica donnicese, oltre al panino e salsiccia e al ‘cuddruriaddru’, non c’era nemmeno un stand che cucinasse lagana e ceci o i tipici dolci con le noci e mostarda o qualcos’altro di più donnicese di un panino con i wurstel, dei cannoli siciliani o del gulasch.

Il vino, che si può vendere solo imbottigliato dalle cantine, era inoltre troppo caro per una sagra del vino, con prezzi di partenza di €6 a bottiglia fino ad arrivare a € 20; il calice non da degustazione ma da assaggio per vino bianco a € 2,50 che era molto caro per la portata di vino che conteneva.

Per non parlare della parte clientelare della vendita del vino, che spetta solo agli stand dell’organizzazione. Negli stand del vino, cantine a parte, lavoravano solo persone appartenenti a famiglie di elettori, sostenitori o addirittura candidati nella lista di Ambrogio alle passate elezioni, tranne in uno dove lavorava proprio il fratello dell’assessore Succurro!