Sessantadue giorni per realizzare una rotonda, sia pure di grandi dimensioni, tra Città 2000 e via degli Stadi a Cosenza. Sessantadue giorni nel corso dei quali la città è stata “spezzata” in due e costretta a subire le conseguenze di un traffico sempre più insopportabile.
Prima che il Comune si decidesse a mettere un cartello di cantiere è passata più di una settimana e quando finalmente è apparso non c’era un’indicazione precisa su quanto è costata e neanche sull’impresa che la stava realizzando, ovviamente subappaltatrice perché l’azienda vincitrice dell’appalto è… di Roma.
Sul cartello di cantiere, fino alla fine dei lavori, abbiamo letto che c’era scritto “due milioni”, che sarebbero stati l’importo finale di un non meglio precisato progetto di riqualificazione del quartiere, che in altre comunicazioni ammonta invece a… 15 milioni. Insomma, a tutt’oggi non sappiamo neanche quanto ci è costata ‘sta rotonda che i pupazzetti di Nicola Adamo hanno avuto anche il “coraggio” di inaugurare in pompa magna. Mancava soltanto la banda musicale…
Nel corso dei tragicomici e infiniti lavori, poi, tutti hanno potuto vedere la faccia di un soggetto, attivissimo soprattutto quando il sindaco era Occhiuto, che lì non poteva neanche starci ma che pensava di intimidire chi passava e lo riconosceva. Roba da peracottari, anche perché non solo non intimidiva nessuno ma ha rischiato seriamente di trovarci il “padrone”.
E non è finita qui. I pagliacci del Comune hanno cercato fino all’ultimo giorno di piazzare da qualche parte gli striscioni pubblicitari del negozio di calzature lì vicino che ha accoppiato all’ecomostro un ridicolo albero di Natale. Non appena qualcuno sui social se n’è accorto hanno tolto gli striscioni pubblicitari nascondendosi la coda tra le gambe in perfetto stile… Franz Caruso.
I cosentini ormai da ore stanno ironizzando sui social su questa gran boiata della rotatoria realizzata in questa maniera. La parodia più efficace è quella che la accosta alla leggendaria base delle astronavi del cartone animato giapponese degli anni ’80 dal titolo “Goldrake” perché a tutti veramente non sfugge quanto sia grande e pacchiana la “base” – con tanto di sampietrini – che la rende oggettivamente ridicola. “Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole tra le stelleee sprintaaaa e vaaaa…”.
Ma non solo. C’è chi ha pensato a un geoglifo per caratterizzare la boiata. “Geoglifo” è il nome delle gigantesche configurazioni, scoperte nel Perù meridionale, concentrate soprattutto in una zona che si estende per circa 500 km2, elaborate per fini eminentemente culturali. E c’è chi he pensato ai deejay per paragonare la boiata a un immenso “piatto” dove far girare i dischi…
Sì, ce n’è abbastanza per urlare a gran voce che siamo “governati” da una massa di faccendieri senza arte né parte, che gozzovigliano con i fondi pubblici alle spalle dei cittadini. Che siate maledetti e speriamo vivamente che i soldi che vi mettete in tasca possano essere investiti in medicinali. Ve lo dice gran parte della città di Cosenza.