Cosenza, maladepurazione. Gallo continua a licenziare i dipendenti: siamo a quota 7! Politici e sindacati in silenzio

Sta succedendo qualcosa di incredibile nell’area urbana di Cosenza, con un silenzio assordante dei politici locali, del Consorzio Valle Crati e dei sindacati.

La Società Kratos, con a capo Alfonso Gallo, vicino a settori molto opachi dello stato, uomo cinico e vendicativo, privato dei finanziamenti e degli affari promessi, insieme ai suoi scagnozzi Maximiliano Granata e Bruno Gualtieri, gestisce ancora l’impianto di depurazione del Consorzio Valle Crati, sito a contrada Coda di Volpe a Rende e sta provvedendo a licenziare tutti i dipendenti storici dell’azienda: una sorta di mattanza che sta avvenendo nell’indifferenza generale.

Ad oggi i dipendenti licenziati sono 7:

1)Antonio Leo;

2)Stefania Barbuto;

3) Mario De Rose;

4)Giovanni Provenzano;

5)Dionigi Fiorita;

6)Rita Pignataro;

7)Marco Spadaccino.

I 4 comuni capofila del Consorzio Valle Crati sono Cosenza, Rende, Montalto e Castrolibero. Rende è fuori gioco perché attualmente non c’è una guida politica, ma ci sono 3 commissari prefettizi a guidare il comune, mentre Cosenza, Montalto e Castrolibero, che avrebbero dovuto eleggere il nuovo Presidente del Consorzio, (visto che il mandato a Maximiliano Granata è scaduto lo scorso 31 dicembre 2023), hanno perso una causa con lo stesso Consorzio, perché non pagano le quote associative al Consorzio e quindi Granata sta rimanendo al suo posto abusivamente, ma percepisce comunque l’indennità da presidente. Anche se nei fatti si tratta solo di una carica “pennacchio”, dal momento che non lo caga nessuno e il Consorzio che dirige non solo non gestisce nessun finanziamento ma non riceve più neanche i pagamenti dei Comuni…

Non solo il Consorzio non serve a nulla e in pratica è soltanto una scatola vuota ma il presidente Granata non dice nulla su questi licenziamenti illegittimi e neanche svolge la funzione di controllo su Kratos; quindi, non sappiamo neanche come viene fatta attualmente la depurazione nell’area urbana (visto che non interessa neanche ai sindaci del Consorzio Valle Crati). Ed è facilissimo pensare che l’inquinamento – peraltro già certificato e messo nero su bianco da un’inchiesta della procura di Cosenza – galoppi senza ostacoli. Inoltre, il sindaco di Cosenza – che è già un pupazzo e un prestanome di Nicola Adamo come tutti sanno – è ancor di più legato mani e piedi, visto che le campagne elettorale di molti esponenti del Pd locale sono state finanziate dallo stesso Gallo…

Tutti i dipendenti di Kratos, con sede operativa a Cosenza, nonché ex dipendenti del Consorzio Valle Crati, verranno licenziati per essere sostituiti con nuovo personale proveniente da altre società di servizi. Un vero e proprio “licenziamento collettivo” camuffato da singoli licenziamenti distanziati nel tempo per evitare l’intervento del Prefetto. Ed è così che sono stati licenziati i primi dipendenti Stefania Barbuto e Mario De Rose che rappresentano i dipendenti storici di Valle Crati prima, per poi passare a Geko e poi a Kratos, le due società di Gallo. Licenziamenti avvenuti senza alcuna motivazione giuridica valida. E che continuano senza sosta, visto che siamo arrivati al settimo… 

E una domanda nasce spontanea: il Prefetto, il Presidente della Regione Calabria, i sindaci di Cosenza e Castrolibero e soprattutto i sindacati cosa fanno? Perché nessuno vuole fare intervenire la magistratura per fermare questa truffa?

Riteniamo sia necessario ricordare a qualcuno che per la Cgil il responsabile di questo settore è Alessandro Iuliano, per la Cisl Gianluca Campolongo e per la Uil Giovanni Villella. Sarebbe auspicabile che i loro superiori ovvero i segretari provinciali si mettessero una mano sulla coscienza, ammesso che ce l’abbiano.

Tutto nasce da quel maledetto project financing da 35 milioni di euro svanito nel nulla che doveva rappresentare una soluzione per le comunità in infrazione comunitaria, nonché una boccata d’ossigeno per tanti lavoratori passati in Kratos: una speranza trasformata in un incubo per tanti lavoratori a causa del naufragio del project financing.
Una responsabilità del trio Gallo/Granata/Gualtieri, che non hanno nessuno scrupolo per i lavoratori.
La Regione Calabria, intanto, non ha rinnovato la convenzione con il Consorzio Valle Crati per il project financing che è così passato in capo a Sorical ed è paradossale con una grande componente di cattiveria licenziare dipendenti che a breve dovrebbero essere assorbiti da Sorical. E la politica locale, regionale e nazionale sta muta mentre le procure calabresi, al servizio della malapolitica e dei potenti, fanno finta di nulla, anche se frequentano personaggi impresentabili e licenziano le persone come se fossero pacchi postali. Una deriva vergognosa.

Chiaramente tutto questo si sarebbe potuto evitare, se fosse partito anche in Calabria il Ciclo Integrato dell’Acqua con la riscossione diretta della tariffa perché sotto un solo Soggetto Unico Regionale, sarebbero dovuti passare tutti gli impianti di acqua potabile e di depurazione, insieme a tutti i dipendenti con almeno 8 mesi di anzianità di servizio. Ma la Calabria, come tutti sanno purtroppo, è un caso a parte… Qui tutto è possibile, anzi di più…