“Cosenza, malasanità all’Annunziata: vi spiego come hanno lasciato morire la signora Antonietta”

Caro Gabriele,

vorrei raccontarti una storia che ha dell’incredibile. L’ennesima storia di malasanità all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. La storia di una grande donna, Antonietta Manzo, madre di famiglia, che era piena di salute ed è stata lasciata morire.

I primi sintomi erano stati mal di pancia e fatica a camminare. La portiamo in ospedale, dopo avere atteso ore in Pronto soccorso la visitano così… senza approfondimenti e naturalmente la mandano via senza averle fatto nessuna terapia. Le dicono: “Signora, stia tranquilla, vada a casa che è tutto ok”.

Passano due giorni, la signora è visibilmente frastornata: non sta bene, vomita spesso e si aggrava l’altro sintomo: la signora non riesce quasi a camminare, bisognava accompagnarla anche in bagno e a questo punto era palese che qualcosa non andava. Il giorno dopo si va di nuovo in ospedale ma anche in quelle condizioni decidono che era tutto normale. Ci dicono: “E’ un po’ disidratata, fatele delle flebo a casa…”. Ora, noi non capiamo nulla di tutto ciò e a pagamento abbiamo dovuto chiamare dei professionisti, i quali anche loro ci hanno detto come mai dall’ospedale l’hanno mandata a casa in quelle condizioni…

Andiamo avanti: la signora Antonietta continua ad essere frastornata, praticamente non è già più con noi, inizia a non riconoscere nemmeno i figli. Decidiamo di tornare in ospedale, stavolta marcando un po’ di più i toni con il personale del Pronto soccorso. Chiediamo che le venga fatta una Tac all’addome, la caposala del Pronto soccorso ci dice: “Guardate, non è di nostra competenza”. E noi rispondiamo: “Scusi, siamo in ospedale: di chi dovrebbe essere la competenza?”. E la risposta è stata: “Andate a farla a pagamento fuori…”.

E così di nuovo la signora Antonietta Manzo viene mandata a casa. Siamo quasi a fine settimana. Allora il sabato, dopo un’altra notte di sofferenza, facciamo il tentativo estremo. Sabato mattina chiamiamo l’ambulanza, che viene a prenderla a casa e andiamo ancora una volta di corsa in ospedale. E finalmente dopo un mese di andirivieni dall’ospedale fanno questa fatidica Tac all’addome. Risultato? Intestino perforato, bisogna operare d’urgenza.

Purtroppo la signora Antonietta Manzo dopo 5 ore d intervento – siamo alle 11,30 di sabato 29 marzo – riesce a malapena a passare la notte e morirà intorno alle 8,30 di domenica 30 marzo.

Ora io mi chiedo: se il sabato che è stata portata con l’ambulanza in ospedale le è stata fatta la Tac all’addome perché non le è stata fatta prima, quando ci hanno detto che non era di loro competenza? Se questa Tac all’addome fosse stata fatta prima, forse la signora Antonietta Manzo si sarebbe potuta salvare, evitando di prendere l’infezione che poi ha provocato la setticemia e quindi il decesso della signora che appena un mese prima era in salute come non mai. La signora Antonietta Manzo è stata letteralmente uccisa per mancanza di esami e cure efficaci e naturalmente di tutto ciò ci sono riscontri e prove.

Lettera firmata