Cosenza. Maria Locanto: da Misasi, Monti (!) e Lorenzin alla ribalta di Boccia e dei “big” da 30 denari

E alla fine, dopo una lunga “guerra”, il Pd si è ricompattato: il “nuovo” segretario provinciale, che chiuderà la lunga fase del commissariamento, sarà Maria Locanto, sub commissario ancora in carica dell’utile idiota Francesco Boccia, che è stata anche candidata alla Regione (ma non al Comune di Cosenza) con la scienziata delle truffe Amalia Bruni. Insomma, un profilo perfetto.

Maria Locanto si è particolarmente distinta nei festeggiamenti per la vittoria di Franz Caruso perché era l’addetta allo “sbandieramento”, nel senso che sbandierava il simbolo del Partito Democratico e portava con se quasi come una reliquia quella bandiera. Al punto che ci è venuto quasi naturale chiedere il “curriculum” della signora in questione e cercare di capire chi è, da dove viene e come mai viene così tenuta in considerazione al punto tale da essere in corsa per un posto in giunta.

Maria Locanto ha 51 anni ed è la nipote (figlia della sorella) di Riccardo Misasi, statista ma anche “gran visir” della Democrazia cristiana versione “Balena bianca”, più volte ministro e sottosegretario per la gioia di migliaia di “parentes et clientes”, braccio destro storico di Ciriaco De Mita e plenipotenziario indiscusso per la Calabria, caduto poi in disgrazia (politicamente e giudiziariamente) per le sue frequentazioni – diciamo così – pericolose e per il coinvolgimento nell’omicidio di Lodovico Ligato. Opere lasciate al popolo? Niente di niente, solo clientele e raccomandazioni oltre agli accordi sottobanco con i “mammasantissima”.

Tanto per non farsi mancare niente, il papà della signora Locanto, il signor Franco, era proprio il segretario tuttofare di Misasi ed è chiaro che la figlia è cresciuta a pane e… Democrazia cristiana.

Prima di buttarsi in politica, tuttavia, la Locanto ha giustamente pensato alla sua professione. Fa l’avvocato civilista nel foro di Cosenza ma non solo: è anche mediatore professionale, avvocato dell’associazione consumatori Assoconsum e ha fatto esperienza formativa in AGESCI (sarebbero gli scout tanto cari alla tradizione democristiana), è stata catechista parrocchiale e presidente provinciale delle ACLI di Cosenza, nonché imprenditrice agricola.

Il suo ingresso “ufficiale” in politica risale al 2013 quando la troviamo tra i candidati alla Camera per “Scelta Civica”, la fallimentare esperienza politica del banchiere “incappucciato” Mario Monti, pessimo soggetto, che gli italiani ricordano ancora con terrore per aver preso il posto di Berlusconi e aver dato il via ad una strategia di “lacrime e sangue” che per fortuna s’è interrotta proprio con le elezioni del 2013, che si sono risolte in un fiasco memorabile per Monti. Noi non sappiamo come mai la signora Locanto sia stata “catapultata” nelle file del banchiere prestato alla politica ma sappiamo con certezza, tuttavia, che dopo quella esperienza non proprio indimenticabile, ne abbia collezionato un’altra – nel 2018 – connotata dal fallimento ovvero quella con la lista Civica Popolare ispirata da Beatrice Lorenzin, politica trasformista e insignificante, addirittura ministra idi destra in quota Angelino Alfano e Tonino Gentile detto il Cinghiale prima di riscoprirsi “centrista” di sinistra…

Da qui all’approdo tra le braccia di… Boccia per Maria Locanto il passo è stato abbastanza breve e così, qualche mese fa, ce la siamo trovata sub commissario del Pd per Cosenza e provincia e candidata alla Regione con il voto di genere ma senza particolare fortuna. E poi è spuntata alla festa elettorale con la bandiera del Pd al fianco di Franz l’incappucciato e adesso addirittura sarà segretaria provinciale. Continuiamo a non conoscere il suo vero “sponsor”, verifichiamo che il suo “curriculum” politico è tutt’altro che esaltante ma evidentemente deve avere qualche santo in paradiso, certamente incappucciato, che si è speso per lei. anche perché chiede sempre il “permesso” prima di andare in bagno. Toccherà proprio a lei recitare la parte del “fattore esterno” del sempre più impresentabile Pd cosentino o se preferite di “Stella d’Oriente”, espressione diretta della giunta di Franz l’incappucciato e di Mazzuca, il presidente del Consiglio “a 90 gradi”, che si è venduto il rampollo di Pecoraro per 30 denari, pardon 3.500 euro al mese. E ora fa pure finta di fare “opposizione”, sempre lautamente pagata dal Comune anzi dai cittadini. Povera Cusenza nostra!