Nell’articolo pubblicato oggi da Gazzetta del Sud, il direttore generale dell’ASP di Cosenza Raffaele Mauro si difende dalle gravi accuse per le delibere annullate dal commissario della sanità Massimo Scura.
Balbetta sulla gara (raddoppiata) per l’informatica, che è stata revocata dal commissario e trasmessa alla procura della Repubblica ma soprattutto lancia una grave, indiretta accusa al giudice Vaccarella sulla conciliazione da 100mila euro per il truffatore-assenteista Pietro Filippo.
Mauro dice sostanzialmente che lui la transazione l’ha fatta perché è stato il giudice a suggerirla.
Un comportamento da vigliacco, tipico di Mauro, che conferma la qualità del personaggio e apre scenari ancora più inquietanti nel rapporto tra magistratura del lavoro e ASP.
“Non avrei fatto quella transazione se non l’avesse suggerita il giudice”, dice Mauro, dimenticando di aggiungere che l’ASP avrebbe dovuto produrre in giudizio la condanna definitiva comminata a Pietro Filippo.
Un altro tassello assurdo su un insieme di vicende ancora più assurde.