Cosenza. Morra, lo smemorato senza un briciolo di coerenza

Se la retorica fosse moneta, Nicola Morra sarebbe l’uomo più ricco del mondo. E ci scuserà il professore di filosofia se, adeguandoci ai tempi moderni, diamo all’aggettivo “retorico” una connotazione negativa che poco ha a che fare con l’antica e nobile arte di “aristoletica memoria”. Sono giorni che dal suo profilo Fb, l’ex presidente della commissione antimafia, pontifica sulle sue qualità di persona coerente e antisistema. Da quando si è ritirato a vita privata, dopo una lunga esperienza nelle istituzioni durata 10 anni, Nicola Morra sembra essere ritornato quello della prima ora: il fiero e coraggioso attivista sempre pronto alla battaglia politica contro il sistema. Con una novità però: la saggezza maturata in 10 anni di conservazione sott’olio nella scatoletta di tonno. Non solo battaglie politiche, ma anche saggi consigli per tutti.

Scrive in un post: “La coerenza è una virtù. Così ci insegnano. Ma per praticarla si deve essere logici e capaci di ricordare…”

E lo scrive dopo aver pubblicato un altro post dove, con dire retorico (leggi “con dire ipocrita”), accusa l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di aver barattato la battaglia politica per una poltrona, e dice: “Sapete quando si è antisistema cosa succede? Questo: si viene eletti, col voto del centrodestra, nel Consiglio della giustizia tributaria…”. Bonafede come Di Maio: un traditore della causa.

Dal pulpito ritrovato Morra, da diversi mesi, lancia anatemi e scomuniche agli incoerenti di tutto il mondo. E ammonisce il popolo bue e smemorato: ricordati di ricordare! E noi vogliamo seguire il suo saggio consiglio, e ci permettiamo di ricordagli che ci fu un tempo in cui lui e Bonafede erano culo e camicia. Ricordiamo allo smemorato Morra che fu proprio lui a chiedere sottobanco a Bonafede di non dare seguito alla richiesta di una ispezione ministeriale presso il tribunale di Cosenza chiesta da 8 deputati del movimento 5 stelle di cui lui, all’epoca, era uno degli esponenti di spicco.

Forse Morra ha dimenticato che a quei tempi era ricattato dai massomafiosi che avevano in mano, cosi come dice Aiello in una intercettazione, diverse “informative” su alcune discutibili frequentazioni del figlio, e che ha barattato il silenzio sulla vicenda con il boicottaggio dell’ispezione. Che le cose sono andate così non ci sono dubbi. A dirlo all’epoca fu proprio l’ex deputato Melicchio che, dopo settimane di costante nostra insistenza nel voler sapere che fine avesse fatto la bella e ben argomentata richiesta di ispezione, al telefono così disse: Morra si è messo di traverso. Abbiamo provato a contattare il ministro per sollecitare l’intervento, ma Bonafede non ci ha incontrato. La pratica, ha detto Morra, è chiusa. Non ci sarà nessuna ispezione al tribunale di Cosenza. Se non è andata così, restiamo in attesa di eventuali repliche dal ritrovato pulpito.

Speriamo che questo nostro piccolo contributo possa servire a riaccendere i ricordi rimossi del professore in odore di santità, ed è proprio ispirandoci ai suoi insegnamenti che vogliamo chiudere questa nostra umile riflessione citando le sue sante parole: “… mai e poi mai si deve riporre fiducia assoluta in un singolo essere umano, fosse anche il proprio genitore, il proprio compagno, il proprio figlio. E, naturalmente, lo devo ribadire anche a me”. Ecco, dice il filosofo Morra: non vi fidate di nessuno, soprattutto di lui…