di Pasquale Rossi
Il Sommo architetto era davvero dispiaciuto, sul finire dell’anno di grazia 2018, perché, anche quella volta, gli avevano impedito di continuare a giocare con i suoi giocattoli preferiti: Alarico ed il suo Museo del Nulla. Quando si dice che un’ossessione non puoi togliertela dalla testa!
L’eccelso Esperto di Beni culturali aveva persino convocato la stampa per annunciare di avere pronte le denunce contro un “comitato d’affari politico e ideologico” composto da politici e anche accademici che avrebbe influenzato le decisioni della Direzione generale del Mibact a danno delle politiche turistico-culturali della città di Cosenza. Il celeberrimo urbanista, ma ora anche finissimo giurista, era convinto che il suddetto comitato avesse commesso il nuovo e immaginifico reato di “corruzione in atti politici. Un’azione che vede l’utilizzo di funzionari dello Stato per un interesse ideologico”.
L’onnisciente sindaco non spiegò, allora, se il suddetto comitato fosse d’affari, politico o ideologico e invero era facilmente intuibile perché, vorrà scusarci per la nostra abissale ignoranza, ma l’intera proposizione formulata appariva un esempio lampante di “contradictio in terminis”. E, poi, ci scuserà ancora, l’interesse ideologico non è affine, ma potremmo sbagliarci, all’ideale, agli ideali, quelle virtù dell’animo che fino a qualche tempo fa erano ammiratissime presso gli esseri umani?
Il Sommo sindaco-architetto faceva finta di non sapere che oggetto delle normali, e democraticamente ammissibili, critiche ed opposizioni da parte di diversi cittadini e associazioni non è solo il Museo del Nulla-Alarico, ma tutte le Grandi Opere che il suo genio ha partorito in questi anni, da solo o con l’aiuto di quello del suo, allora, nemico-alleato Oliverio.
Il Ponte dei Vavusi (Calatrava), il Parco del benessere (sic!) il Parco della Scienza e quello Acquatico, l’Ovovia, la pedonalizzazione di Corso Mazzini sono tutte, e intendiamo tutte, non solo prive dei pareri positivi e delle autorizzazioni paesaggistiche, ma anche dei pareri sul vincolo diretto o indiretto dei Centri storici da parte degli Enti preposti: il MiC per primo, ma anche la Provincia e la Regione.
L’infallibile archistar iniziò a smantellare l’ex Hotel Jolly quando ancora era di proprietà dell’Aterp, senza che nessuno gli abbia mai contestato l’arbitrio o il reato e, sicuro di essere impunito perché aveva la procura di Cosenza-porto delle nebbie in pugno, diceva addirittura di voler denunciare i cittadini che si opponevano alle sue scellerate politiche urbanistiche.
Per fortuna intervenne a fermare lo scempio la Direzione generale del MiC ed è finita che piazza Valdesi ancora oggi sembra Beirut…
Il magnifico Conservatore del Patrimonio culturale aveva demolito senza alcuna autorizzazione un gruppo di palazzi antichi in Via Santa Lucia e su Corso Telesio e “minacciò” di andare in procura a denunciare i cittadini e le organizzazioni sociali, come la Cgil, che allora vi si opposero… Il massimo Esperto del Restauro dei Monumenti aveva ridotto il Castello Svevo ad un lounge-bar con annesso ristorante per sponsali e feste aziendali, provvisto di un incredibile ascensore-missile e aveva “minacciato” ancora di andare nel suo regno delle nebbie per denunciare l’esistenza di una opposizione alle sue vergognose politiche sui beni culturali…
Aveva costruito piazze, piazzette, strade, ponti, bocs-art senza alcuna opposizione ed autorizzazione, eppure quando una opposizione -politica, culturale e sociale- si affacciava sulla scena il suo primo pensiero era stato quello di andare in procura a denunciare…
A denunciare cosa? Quel poco di opposizione che ancora esisteva in città e che ormai non era in grado neanche di candidare un rappresentante credibile? I cittadini e le associazioni che si sono permessi di opporsi in punta di diritto, politicamente e culturalmente, ai suoi deliri di onnipotenza urbanistica? Ha ridotto Cosenza ad una città senza storia con il consenso di tutti e non sopportava che vi fossero oppositori a questo orribile disegno, tanto da minacciarli di denuncia alla procura?
Per la verità il Sommo architetto non avrebbe voluto denunciare nessuno -anche perché, non si sa mai, da una indagine seria potrebbero uscir cose non proprio tutte vantaggiose- ma avrebbe voluto, in realtà, che gli si desse l’autorizzazione a fare tutto ciò che voleva, senza controllo, senza vincoli, senza qualcuno che potesse verificare la giustezza del suo operato. E, soprattutto, senza una vera opposizione politica come hanno dimostrato gli eventi elettorali e amministrativi successivi.
Il ridicolo damerino che è diventato sindaco al posto dell’archistar aveva promesso in campagna elettorale che mai e poi mai avrebbe dato seguito alla costruzione della cassa da morto dorata denominata Museo del Nulla-Alarico perché a lui, da autentico fratello muratore, le leggende non interessano e che le priorità erano ben altre e che sulle macerie dell’ex Hotel Jolly avrebbe fatto un bel giardino.
Abbiamo appreso che, al contrario, ha cambiato idea e che vogliono costruire quella cassa da morto dorata incuranti del divieto opposto dalla Direzione generale del MiC alla erezione di qualsivoglia manufatto che sia fuori contesto e che non rispetti sia il vincolo paesaggistico sia il vincolo diretto apposto al Centro storico già nel 1969.
A distanza di qualche anno, invece, il ‘locale’ di ‘ndrangheta che governa questa città, gli Occhiuti e gli Adami con i loro rispettivi affiliati, ha deciso che non può lasciarsi sfuggire l’occasione di prendere mazzette con l’erezione del Museo del Nulla perché, lo sappiamo, ogni erezione di edificio, pubblico o privato che sia, il ‘locale’ pretende una sua sostanziosa percentuale.
Lo abbiamo visto in questi ultimi anni a via Popilia con la costruzione di Torri arboree, di molti enormi ed informi palazzoni e, persino, con il progetto, approvato, di un albergo di lusso alto 15-16 piani di 19.000 mq. complessivi e con la demolizione-ricostruzione di palazzi nel pieno centro della Città Nuova privi di qualsivoglia permesso edilizio valido.
Tutti questi ecomostri sono stati approvati, a suo tempo, da Occhiuto senior e portati a termine, in perfetta continuità amministrativa e mafiosa, dalla giunta di centrosinistra guidata dal damerino prestanome del ‘locale’ di Cosenza.
La cupola ha deciso, in questi ultimi tempi, che il ‘locale’ cosentino debba espandere il suo potere ed il suo cemento anche in pianura, verso nord, verso la pianura che ha molto spazio ancora edificabile dove è più comodo e facile continuare a colare centinaia di migliaia di metri cubi di cemento armato tanto che Occhiuto junior ha confezionato l’unificazione con Rende e Castrolibero con la benedizione di tutti gli affiliati.
Siamo tutti in trepida attesa di capire se gli Occhiuti e gli Adami riusciranno a costruire anche l’Ovovia, il parco fluviale e quello della scienza e tutte le altre fantasticherie da Barone di Münchhausen che l’archistar di periferia covava nel fondo del suo cuoricino.









