di Battista Sangineto
Il 25 febbraio ’25 la Giunta comunale di Cosenza ha preso atto e approvato, all’unanimità dei presenti, il progetto esecutivo dell’intervento di “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”. La delibera, ma non gli allegati, è scaricabile sul sito del Comune (in calce) ma anche qui (http://www.buongiornocosenza.it/images/trasparenza/2025/Delibera_Giunta_28_2025.pdf) e sembrava essere relativa ad un ‘nuovo’ progetto del “Museo di Alarico” ma che ha, in ogni caso, la stessa infelicissima localizzazione geografica, la medesima molto discussa denominazione e lo stesso enorme finanziamento del precedente: 3 milioni e 318.272 euro.
Si ricorda che, in campagna elettorale, l’attuale sindaco Caruso, aveva più volte ribadito che, a lui, non importava nulla di Alarico e che non avrebbe mai costruito un museo intitolato al re Goto, ma, evidentemente, ha radicalmente cambiato idea nel breve volgere di due o tre anni trovando la solita e usurata formula secondo la quale bisogna fare l’opera “altrimenti si perdono i finanziamenti”.
I finanziamenti pubblici non si ‘perdono’ come quando si infilano i soldi in una tasca bucata, i soldi pubblici possono essere, e vengono, riutilizzati se i destinatari fanno un altro progetto o, se non ne sono in grado, vengono assegnati ad un altro Ente che è in grado di fare una progettazione più adeguata nello stesso ambito per il quale il finanziamento è stato erogato. Ricordate il caso della Metropolitana leggera di Cosenza i cui finanziamenti, circa 150 milioni, sono stati ‘persi’ dall’ex sindaco Occhiuto? Si è appreso che quei 150 milioni saranno riutilizzati, dopo un’adeguata progettazione, dall’Amministrazione comunale di Catanzaro per costruire una Metropolitana leggera in quella città.
L’attuale Amministrazione di Cosenza ha, invece, pervicacemente voluto usare i 3 milioni e 318mila euro, previsti dall’allora sindaco Occhiuto, per costruire un Museo su un fazzoletto di terra, classificato dal ‘Piano di Assetto Idrogeologico’ (PAI) della Regione Calabria come area a vincolo R3, posto quasi alla confluenza dei due fiumi che, come stiamo vedendo in tutto il mondo, possono provocare un’improvvisa e inaspettata piena alluvionale come quella del novembre 1959 che fece vittime e danni in tutta la città colpendo in pieno anche l’Hotel Jolly che, proprio in quei giorni, ospitava anche un ministro jugoslavo.
Un fazzoletto di terra che si trova ai piedi del Centro storico di Cosenza che ha, compreso il suddetto fazzoletto, un vincolo paesaggistico e un vincolo diretto già dal 1969.
Chi scrive si è battuto a lungo contro la costruzione di qualsivoglia tipo di edificio in quel luogo e, soprattutto, contro l’edificazione di un contenitore museale dedicato ad un re allògeno che dopo aver saccheggiato Roma e tutta la penisola nel 410 d.C. trucidando uomini, donne, vecchi e bambini, muore -secondo un racconto poco attendibile del solo Iordanes, l’apologeta dei Goti vissuto 150 anni dopo i fatti- nei pressi di Cosenza.
Un contenitore che non conterrebbe nulla di Alarico e dei suoi sudditi perché negli ormai numerosi scavi archeologici effettuati in città non è stato rinvenuto il più piccolo frammento di ceramica o di metallo che possa essere attribuito al passaggio ed alla permanenza dei Goti e del loro re a Cosenza.
Nell’ultima lettera aperta inviata al ministro Giuli, del 31.10.2024, sottoscritto da molti importanti studiosi come Settis, Montanari, Guzzo, Faedo, Cambi, Liverani, Teti, Ziparo, Scandurra, Budini Gattai, Trumper, Raniolo, Veltri, Taliano Grasso, Minervino et cetera (pseudo-studiosi, secondo l’autorevole parere di un consigliere comunale di altissima levatura culturale) si riteneva che l’intitolazione di un museo ad un personaggio storiograficamente controverso e il seduttivo vagheggiamento del ritrovamento di una ricchissima sepoltura leggendaria, della quale niente è stato rinvenuto, fossero elementi che potessero portare all’offuscamento della coscienza collettiva e della conoscenza della Storia che spesso conduce alla perversa conseguenza di una pericolosa ed infondata invenzione identitaria. (https://www.iacchite.blog/cosenza-lettera-aperta-al-ministro-sul-museo-di-alarico-il-comune-restauri-gli-edifici-cadenti-del-centro-storico/)
I sottoscrittori, nella loro conclamata modestia culturale, ritenevano anche che un qualsivoglia edificio costruito in quel luogo con forme, tecniche e materiali moderni sarebbe stato del tutto fuori contesto rispetto al tessuto architettonico e urbanistico della città antica. Ritenevano, inoltre, che al posto dell’ormai abbattuto ex Hotel Jolly potesse essere allestito un giardino pubblico alberato e destinato alla visione paesaggistica della confluenza dei due fiumi, come era già stato negli anni ’20 del XX secolo.
Nella delibera di Giunta del 25 febbraio di quest’anno sembra che l’inutile contenitore abbia solo parzialmente mutato aspetto ma non siamo in grado di capire -in assenza degli allegati, disegni progettuali e rendering, che avrebbero dovuto esser presenti insieme alla delibera sul sito del Comune- se, quanto e come è mutata la forma da famedio dorato che il manufatto aveva nell’ultimo rendering pubblicato dalla precedente Amministrazione.
Chi scrive è convinto che l’erezione di questo ennesimo contenitore senza contenuti sarebbe uno spreco di denaro pubblico e, inoltre, ritiene che solo il restauro complessivo e capillare -che deve necessariamente comprendere gli edifici privati e non, come l’attuale Amministrazione comunale sta facendo con i famosi 90 milioni, solo gli edifici di proprietà pubblica- della Cosenza storica potrebbe mettere in moto un meccanismo virtuoso nel quale la “redditività” del patrimonio culturale cosentino e calabrese non risiederebbe solo nella sua commercializzazione e nel turismo che esso potrebbe produrre, ma in quel profondo ed indispensabile senso di appartenenza e di cittadinanza ispirato dalla propria Storia e dai valori simbolici ad essa collegati.
LA DELIBERA DEL COMUNE https://servizi.comune.cosenza.it/openweb/portal/getDoc.php?f=documenti/15933_DELIBERAZIONEDIGIUNTACOMUNALE_Copi2025.pdf&CSRF=9edd652571fe679379829955fff0c7b2