Cosenza, Museo di Alarico: tutti gli imbrogli di Occhiuto (e Pagano) aspettando la pubblicazione della sentenza

È appena stata depositata la sentenza del Tar che dà torto alla Direzione generale del Mibac – che aveva fermato l’erezione di un edificio cassa da morto dorata a mo’ di Museo di Alarico –, che, già da giorni, la notizia impazza su molti giornali ed è entusiasticamente commentata da Mario Occhiuto che promette, o minaccia, di scrivere un libro sui “torti” che ciarla (in un “idaliano” comprensibile solo a pochi) di aver subito.

È certamente una coincidenza che il ricorso contro l’annullamento in autotutela da parte del Mibac del permesso di costruire l’orrendo Museo del Nulla-Alarico ai piedi del Centro storico – che, intanto, cade a pezzi- sia stato presentato agli inizi del 2019 e che la sentenza sia di quasi 4 anni dopo, ma a sole poche settimane dall’elezione di Occhiuto a senatore della Repubblica.

Così come è, sicuramente, una sfortunata coincidenza che l’autorizzazione, poi annullata dalla Direzione generale del Ministero, a costruire quell’obbrobrio in spregio a tutti i vincoli paesaggistici vigenti fu data da quel Mario Pagano, Soprintendente di Cosenza e provincia dal 2016 al 2019, che ora è agli arresti perché, proprio qualche giorno fa, è stato colto dai carabinieri a detenere e a vendere, in un mercato antiquario della Campania, reperti archeologici che lui stesso avrebbe dovuto tutelare e preservare.
In attesa della pubblicazione della sentenza del Tar che commenteremo con attenzione, vi riproponiamo l’articolo del 29 novembre 2018 nel quale raccontavamo, con dovizia di particolari, del fermo della demolizione dell’ex Hotel Jolly e della costruzione del Museo del Nulla che ne sarebbe conseguita.

IL MIBAC SCONFESSA LA SOPRINTENDENZA: ADDIO MUSEO DI ALARICO?

29 NOVEMBRE 2018

Mario Pagano e Mario Occhiuto: Dio li fa e poi li accoppia

Occhiuto era riuscito a sdoganare uno dei suoi “pallini” con il ricatto della metroleggera. Inizialmente contrario al progetto, il cazzaro aveva barattato il proprio assenso con la promessa di finanziamenti per il Museo di Alarico già oggetto, rilevano gli investigatori, “di una gara d’appalto illegittima”.

Infatti, la Direzione Generale del Mibac, il 29 novembre 2018, aveva annullato, in autotutela, la nota nella quale il Soprintendente Pagano, il 7 agosto 2018, aveva espresso parere favorevole alla compatibilità paesaggistica dell’intervento previsto, cioè la demolizione dell’ex Hotel Jolly per la realizzazione del progetto di “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico” perché il suddetto parere positivo era:1) in contrasto con l’art. 3, comma 1, della legge 241/1990
2) deviante rispetto alla finalità della tutela dell’interesse pubblico in quanto senza una adeguata valutazione dell’impatto ambientale
3) affetto, addirittura. da vizi logici in quanto in contrasto con quanto lo stesso soprintendente aveva affermato in una nota del luglio 2018 nella quale chiedeva una comune riflessione a Provincia e Comune
4) affetto da una rappresentazione falsata della realtà che, sempre secondo la sua stessa nota precedente abbisognava di una riunione collegiale

Da queste considerazioni se ne deduce, per conseguenza, che il provvedimento emesso dal Soprintendente Mario Pagano il 7 agosto 2018 con il quale si dava parere positivo alla demolizione-costruzione in riva ai due fiumi, viene annullato perché viola l’art. 3, comma 1, della legge 241/1990 e perché si configura, addirittura, come eccesso di potere da parte del Soprintendente medesimo.In base a queste risultanze e considerazioni il Direttore Generale, Gino Famiglietti, decreta l’annullamento in autotutela, senza preavviso, del parere positivo espresso dal Soprintendente Mario Pagano riguardo al progetto “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico”, invita la Provincia ad eliminare l’autorizzazione paesaggistica formalizzata e, al contempo, invita il Comune di Cosenza a sospendere la prosecuzione della realizzazione dell’intervento demolizione-ricostruzione dell’ex Hotel Jolly, nonché delle fasi di approvazione e di realizzazione del progetto, fino a quando la DG non rilascerà un nuovo documento che sarà emesso dopo le attività istruttorie di un Tavolo Tecnico da tenersi con tutti gli Enti interessati: Provincia, Comune, Soprintendenza e Segretariato regionale del Mibac.La Direzione Generale del Mibac disponeva, dunque, che si tenesse un tavolo tecnico l’11 dicembre 2018 presso la sua sede in via San Michele a Roma, del quale non si è avuta notizia nei mesi scorsi.

Il sindaco, con la complicità della Provincia presieduta dal Pd Iacucci che ha fornito una prontissima autorizzazione paesaggista che viene revocata dalla Direzione del Mibac, ha, dunque, ostinatamente voluto demolire il Jolly per costruirvi sopra quell’orrendo edificio del Museo del Nulla facendo pressioni sul Soprintendente che, in pieno agosto, ha firmato un parere favorevole che non aveva basi giuridiche e facendo un uso eccessivo del potere a lui conferitogli.

La Direzione Generale, con un altro decreto di annullamento, bloccava, altresì, la ridicola ricerca del tesoro di Alarico con il georadar, finanziata da Occhiuto con i nostri soldi ed approvata dal Soprintendente Pagano, per manifesta insussistenza delle basi tecnico-scientifiche per effettuarla.

Sarà forse utile dire, a questo punto, che anche la Metro leggera non ha nessuna autorizzazione: VIA, VAS, autorizzazione paesaggistica e di vincolo dei centri storici, ai sensi della legge 42 del 2004, nonché dal QTRP del 3.08. 2016 della Regione medesima che, nel Tomo IV, fornisce particolari disposizioni per i fiumi calabresi, di cui il Crati è il maggiore. Non solo, dunque, il Ponte dei Vavusi, il Planetario, il Museo del Nulla, il Parco acquatico e quello della Scienza avrebbero dovuto rispettare le normative regionali, ma persino la metro, secondo la Legge regionale QTRP, non potrebbe passare, in più punti, per il percorso del Viale Parco perché, tanto per citare solo uno dei tanti divieti, si trova a meno di 150 metri dalla riva sinistra del Crati.

Arriveranno, presto, altri annullamenti di pareri paesaggistici positivi ove fossero emessi o divieti di prosecuzione dei lavori nel caso che questi non siano mai stati approvati.
Una città senza legge a causa di un sindaco cialtrone ed approssimativo che non richiede le necessarie autorizzazioni perché ritiene di essere superiore alle Leggi, ma anche perché è arrogante e presuntuoso. Le Grandi e piccole Opere occhiutiane non solo sono state fatte senza le necessarie autorizzazioni degli altri Enti pubblici preposti, ma sono state eseguite, e sono eseguite senza pareri conformi alla legge, nello stesso modo in cui ha – con inettitudine, inadeguatezza tecnica, approssimazione, estrema fretta e bisogno solo di apparire- demolito con enorme dispendio di soldi l’ex Hotel Jolly.