La procura di Cosenza ha ordinato una consulenza psichiatrica su Rosa Vespa, la donna arrestata lo scorso 21 gennaio con l’accusa di aver rapito la neonata Sofia dalla clinica Sacro Cuore del capoluogo. L’incarico è stato affidato a un esperto nominato dal pm Antonio Bruno Tridico, che dovrà stabilire se l’indagata fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti contestati.
Secondo fonti vicine all’inchiesta, le condizioni di salute mentale di Rosa Vespa sarebbero peggiorate nel corso della sua detenzione. All’accertamento parteciperanno anche i consulenti di parte, tra cui la professionista nominata dalla difesa, che ha già avviato una anamnesi completa della donna. Tra le informazioni raccolte, anche un intervento chirurgico di tre anni fa, che però non ha coinvolto l’apparato riproduttivo.
La richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato Teresa Gallucci, che difende la Vespa, è stata respinta dal giudice. Sul fronte della parte civile, i genitori della piccola Sofia hanno nominato due esperte per seguire il caso: Simonetta Costanzo, psicologa e criminologa scelta da Federico Cavoto, padre della bambina, e Flaminia Bolzan, designata dalla madre Valeria Chiappetta.
Le indagini coordinate dalla Procura continuano. Gli ultimi accertamenti – in particolare l’analisi delle conversazioni via chat – hanno confermato la totale estraneità ai fatti di Moses Omogo, marito di Rosa Vespa. La sua posizione era già stata chiarita in sede di udienza di convalida, durante la quale il Gip Claudia Pingitore, su richiesta del pm Tridico, aveva disposto la revoca della misura cautelare nei suoi confronti per mancanza di gravi indizi di colpevolezza.