Cosenza è sempre meno una città per giovani. Più che una città, visti i dati demografici, sarebbe più giusto dire un “paesotto”. Cosenza non è un “paesotto per giovani”, e questo lo si capisce dai numeri. È da oltre 40 anni che la città ha iniziato il suo lento ed inesorabile declino demografico. Dai 104 mila abitanti del 1981 ni simu addirrutti, ai 63.734 residenti di oggi (dati Istat al 31.07.2023). Questo sulla carta, perché al netto dei “fuorisede” (cosentini che mantengono la residenza in città, ma che di fatto vivono fuori), a Cosenza vivono poco più di 50 mila abitanti. Dal 1981 ad oggi, Cosenza ha perso 40.266 abitanti. Di questi, arrotondando le cifre, oltre 20 mila hanno superato i 60 anni. I giovani dai 15 ai 25 anni non arrivano a 6 mila. Settemila sono i bambini e i ragazzini da 0 a 15 anni. Tutti gli altri sono compresi tra i 26 e i 60 anni. Di questo passo, nel 2050, Cosenza potrebbe scendere sotto i 40 mila abitanti. E ci teniamo alti se pensiamo che nell’ultimo anno Cosenza ha perso oltre 2000 residenti.
La definizione anagrafica ufficiale di gioventù va dai 15 ai 25 anni. E a Cosenza i giovani sono sempre meno. E quei pochi che ci sono non vedono l’ora di andare via. Chi può lo fa scegliendo una Università fuori regione, con l’aspettativa di sistemarsi in un’altra città. Altri decidono di tentare la fortuna all’estero, o in giro per l’Italia, con la speranza di avere l’opportunità, che qui non arriva per tutti, di realizzarsi professionalmente e economicamente. E gli oltre 10 mila cosentini che vivono “fuori sede” confermano questa tendenza. È chiaro che dalla città emigrano anche cosentini che hanno superato i 25 anni di età, il che rende ancora più preoccupante lo spopolamento della città. Cosenza non offre nulla a un giovane, al netto di fiumi di alcol e droghe di tutti i tipi. La socialità avviene davanti ai pub e ai bar a tracannare cocktail. Oppure rinchiudendosi nel microcosmo della “comitiva”. Per non parlare delle opportunità di lavoro che a Cosenza sono inesistenti. Immaginare un futuro lavorativo dignitoso nella propria città, per un giovane cosentino, è impossibile. Non può appigliarsi a nulla, neanche alla fantasia. Non c’è possibilità alcuna per chi ha una idea di vita al passo con i tempi. Qui il tempo si è fermato. Come l’economia. Cosenza da 30 anni a questa parte subisce una “decrescita economica e sociale”, che non è per niente felice. E che colpisce tutti quelli, ovvero la maggioranza dei cosentini, che non hanno un lavoro pubblico o a tempo indeterminato, e che non fanno parte della storica cerchia che detiene tutte le ricchezze della città.
I giovani che restano a Cosenza sono sempre meno. Restano solo coloro i quali hanno già un percorso lavorativo segnato per diritto di discendenza, e una sistemazione abitativa bella e pronta, ma anche quelli che non hanno le possibilità, o il coraggio, di andare via. Tutti gli altri appena possono scappano via… Cosenza non è un paesotto per giovani. Che tristezza!