Cosenza, nuovo ospedale. Il sindaco “Caputo” nella morsa di Occhiuto e Leone. E ora lo sbertuccia persino Iacucci

Le ultime 24 ore hanno sancito con assoluta certezza quello che, peraltro, i cosentini sanno benissimo da sempre: il fantomatico nuovo ospedale a Vaglio Lise sbandierato dagli scagnozzi di Nicola Adamo per mesi e mesi è svanito nel nulla. Il de profundis al progetto lungamente inseguito dal sindaco incappucciato, dal presidente del Consiglio guapp’i cartuni e dai loro aficionados sempre più in disarmo è arrivato in primis dall’inaugurazione dell’anno accademico all’Unical e in seconda battuta dalla lettura della Gazzetta del Sud di oggi.

Partiamo dall’Unical. Che Robertino Occhiuto e il rettore Nicola Leone si facciano i “cuoricini” per spostare il nuovo ospedale a Rende nella zona universitaria è evidente ormai da mesi, almeno da quando – nello scorso mese di giugno – il presidente della Regione, con un decreto dirigenziale, ha affossato il progetto di Vaglio Lise mandando su tutte le furie Franz e i suoi fratelli. Ieri, però, Franz non ha rinunciato a presentarsi ugualmente in prima fila con gli Occhiuto alla “parata” dell’anno accademico e la ministra Bernini gli ha dato ll resto con una finta gaffe che l’ha ridotto praticamente in mutande.

Al momento dei ringraziamenti, come da scontato copione, la ministra Bernini sbaglia il nome del sindaco Franz Caruso e come da altrettanto scontato accordo dice “Caputo” ovvero il cognome del consigliere regionale vicinissimo agli Occhiuto, che si trova proprio lì, dietro ai suoi capi e che si sussurra potrebbe ambire proprio alla carica di sindaco se Mario il cazzaro non dovesse risolvere i suoi problemi giudiziari (che non sono pochi). La correggono, ma è troppo tardi ovviamente. Il danno ormai è fatto e Franz non ci ha fatto per niente una bella figura.

Stamattina sulla “Gazzetta” Franz ha mandato in avanscoperta per l’ennesima volta il “guappo” Mazzuca, che ha ribadito le solite accuse a Robertino ma stavolta, a differenza delle precedenti, non ha lasciato più spazio alla “battaglia” sempre più grottesca a questo punto, affidata al ricorso al Tar e ha candidamente confessato che ormai l’ospedale a Vaglio Lise non si farà mai… Come se i cosentini – affranti e addolorati — lo avessero scoperto solo stamattina grazie alla sua “profezia”. Vabbè, poca roba, direte voi.

Ma la mazzata più forte sul cranio lucido di Franz e su quello vuoto di Mazzuca è arrivata addirittura dall’immarcescibile nonché impresentabile per eccellenza Franco Iacucci, che in poche righe non solo ha confermato in toto le manovre di Occhiuto ma ha anche bocciato clamorosamente l’iter che Franz e il suo scudiero avevano portato faticosamente avanti con i fondi Inali. Per poi ricordare a tutti e due che non hanno fatto manco il progetto esecutivo sbertucciandoli definitivamente.

Per una migliore comprensione dei fatti, ecco la risposta data da Iacucci alla domanda: che sta succedendo per il nuovo ospedale?

“Noto intanto grande incertezza sulla effettiva localizzazione . Si ha la sensazione che Occhiuto voglia spostarlo da Vaglio Lise alla zona universitaria di Rende. E però non ha il coraggio di dirlo. Mi lascia inoltre perplesso la scelta di finanziare totalmente l’opera con i fondi Inail impegnando in un mutuo l’ente per decenni e complicando le procedure. Rispetto a questo scenario manca poi un elemento determinante: il progetto esecutivo. Si farà, chi lo farà, quando?“. 

Per chiudere il cerchio, ricordiamo quanto aveva affermato appena qualche mese fa e in tempi decisamente non sospetti, perché ancora Franz era infoiato per il progetto Vaglio Lise, il presidente dei medici cosentini, Eugenio Corcioni all’epoca in cui il Comune di Cosenza esultava affermando che il nuovo ospedale sarebbe diventatp realtà. «Ho appreso l’inguaribile idealismo e l’entusiasmo con cui è stata data una notizia che, in fondo, annuncia, almeno secondo me, esattamente il contrario: si tratta, in realtà, di un modo per dire che non avremo mai un ospedale nuovo. Sarei lieto di poter essere smentito dai fatti ma, purtroppo, la realtà spinge decisamente verso questa direzione. Chiariamo, anche io vorrei una struttura sanitaria moderna, in grado di dare risposte di qualità ai pazienti di questa terra con corsie piene di medici e infermieri e laboratori di ricerca dinamici. Un sogno che, probabilmente come tanti altri conterranei, non vedrò realizzarsi in questa vita». Amen.