Cosenza, Occhiuto ha ragione: leggere non serve a niente (come le Biblioteche)

Non so cosa mi sta succedendo, ma negli ultimi tempi mi capita spesso di concordare con le parole di Occhiuto. Ha ragione quando dice che l’incuria del centro storico non è cosa di oggi, ed è vero che le responsabilità, prima ancora che sue, sono da addebitarsi a certa sinistra di governo che del centro storico non si sono mai curati. Ha ragione Occhiuto quando parla di pedonalizzazione della città, perché di smog e traffico ne abbiamo le tasche piene. Ed è vero che la sua azione amministrativa a confronto delle precedenti (escluso Giacomo Mancini), è luce che brilla. Per questo la gente lo ha votato: meglio uno che fa (come lo fa non ha importanza per il cosentino), che uno che non fa niente. E si sa che solo chi fa sbaglia. Chi niente fa, non sbaglia mai.

E sono anche d’accordo con il più diffuso “luogo comune” che circola su Occhiuto: “… chiri i prima arrubbavanu solamenti ppe loro, senza fa nenti… Occhiuto farà anche gli intrallazzi, ma almeno si mova e fa circolare guagna. E poi è uno ca si ti ccià tiani, fa mangià na pocu a tutti…”

A questo punto qualche intellettuale di sinistra dirà: ma che ha fatto Occhiuto per il centro storico? In fondo governa da quasi 7 anni. Esattamente lo stesso tempo di governo delle giunte Catizone e Perugini, che lui critica e a cui addebita i disastri del passato, messe insieme.

E’ vero che Occhiuto si è mosso ai margini della città vecchia, ma per lo meno ha prodotto un minimo, vedi la terrazza a “San Gatanu”, dove di fatto si è sviluppata un minimo di economia legata alla ristorazione che prima non c’era. Giusto per fare un esempio. E poi è continuamente “ostacolato” da certa intellighenzia di sinistra che ha forti interessi nel centro storico. In poche parole non lo lasciano intrallazzare in santa pace. Altrimenti lui qualche appalto lo farebbe partire anche a Cosenza vecchia.

Anche questa volta, sulla questione biblioteca, sono d’accordo con Occhiuto. A cominciare dall’assunto che la colpa è sempre di chi lo ha preceduto. E che in fin dei conti di questa Biblioteca non gliene frega niente a nessuno.

Parliamoci chiaro: nessun cosentino si è messo a piangere per la chiusura della Biblioteca Civica. E poi, a quei pochi, anzi pochissimi, che lo hanno fatto, vorrei chiedere: quante volte nell’ultimo anno siete andati in Biblioteca?

Io personalmente mai, anche perché non frequento certi posti. Così come il 98% dei cosentini. Dunque, se è chiusa o aperta la Biblioteca, nessuno se ne accorge. L’esistenza o meno di una Biblioteca Civica in città, non è certo la priorità, come vorrebbero farci credere i soliti intellettuali, dei cosentini. Viviamo lo stesso anche senza Biblioteca. Ha ragione Occhiuto quando dice che la sinistra cittadina è solo chiacchiere e distintivo: si atteggiano da intellettuali, al punto da mettersi a piangere per qualche libro, salvo poi non aver mai fatto nulla, nella loro vita, affinché quel libro si salvasse. Fanno tutta questa pantomima, stracciandosi le vesti e gridando “attentato alla cultura”, solo per mantenere il personaggio imposto dal prestigioso ruolo da intellettuali che ricoprono. Prestigio che si riconoscono solo tra di loro.

Perciò a noi (io e Occhiuto e tutti quelli che la pensano come noi, e siamo in tantissimi) di salvare la Biblioteca non ce ne frega niente. Lo diciamo chiaro, senza ipocrisia: in fondo questi libri a che servono? Portanu guagna? No! Portanu lavuru? No! E allora perché dovremmo mantenere una struttura che costa l’ira di Dio ogni anno per un servizio che la città non richiede? Non è che possiamo spendere milioni di euro perché 4 al massimo 5 intellettuali una volta ogni morte di Papa devono consultare un libro in Biblioteca. Usassero Google, come facciamo tutti noi.

Basta con questa cosa che leggere è importante, che i libri sono i custodi del nostro passato, che rappresentano l’identità di un popolo, che la civiltà di una comunità si misura dalla presenza di biblioteche sul territorio, e che studiare ti permette di trovare un posto in società. Cazzate. Roba passata. Non sono più questi i parametri con cui si misura la civiltà delle società moderne: non gliene frega niente a nessuno se hai letto 1000 libri, o se non ne hai mai letto uno. Non è questo che la società contemporanea ti chiede. Perché, come tutti sapete, non sarà il merito o i libri che hai letto a trovarti una sistemazione. Cosa che avviene per chi, invece, decide di intrecciare relazioni alla ricerca di una concreta pastetta (questa sì che porta ad una sistemazione), piuttosto che perdere tempo a leggere inutili libri. Infatti gli impastettati si trovano bene. E sono tutti sistemati, senza mai aver letto un libro.

Fa bene Occhiuto a lasciare la Biblioteca Civica al proprio destino, e dice bene chi dice che lì ci starebbe meglio un bel localino di quelli eleganti, magari dedicato a qualche scrittore che fa sempre chic.

GdD